Univpm, Medicine and surgery:
in 137 al test d’ingresso in arrivo
da ogni angolo del mondo

ANCONA - Ai candidati al corso di Medicina e Chirurgia interamente in inglese che oggi si sono presentati alla facoltà di Torrette vanno aggiunti altri cento studenti che hanno svolto l'esame nelle ambasciate e nei consolati dei Paesi di origine. I posti disponibili sono solo 60, 35 dei quali per europei e 25 per extracomunitari

 

di Antonio Bomba (foto Giusy Marinelli)

Medicine and surgery. È stato un successo di portata internazionale il test della facoltà di medicina svoltosi oggi, 13 settembre, alle 12 all’università di Medicina. Centotrentasette gli ammessi al test in presenza della durata di cento minuti, con tutte le domande rigorosamente in inglese, provenienti da tutte le parti del mondo.

Francielle Kavane da Silva

Su tutti spicca il caso di Zahra, giunta in Italia appositamente dalla Persia. «Sono iraniana e sono riuscita ad ottenere un permesso di soggiorno temporaneo proprio per effettuare l’esame d’ammissione qui ad Ancona» ci spiega la ventisettenne. «Sogno un mondo di pace, unito -va avanti a parlare la ragazza col suo perfetto inglese- dove la sanità sia accessibile a tutti. Voglio salvare quante più vite possibili nel mio paese. Ma alla fine io vedo la terra come un unico complesso e ovunque c’è gente da curare per un buon dottore».

Luisa Piantanida

Il test per alcuni è stato molto facile, per altri un pò più difficile. Una risposta dettagliata in merito riesce a darla Francinelle Kavane Da Silva, brasiliana di Fabriano «Le domande di fisica e matematica erano abbastanza difficili, quelle di biologia e chimica fattibili». Ma per lei la voglia di servire ed aiutare il prossimo viene prima di tutto e quindi non c’è ostacolo che tenga: «I miei genitori sono entrambi infermieri. ll mondo medico mi ha affascinato sin da quando ero bambina». Anche per lei non importa dove esercitare la futura professione: «Italia o estero? Ovunque c’è gente che soffre».

Francesco di Diomede

Chi invece ha le idee ben chiare su dove andare dopo la laurea è invece Anna Del Principe, pescarese di diciannove anni: «Ho scelto appositamente questo test in inglese perché il mio sogno è specializzarmi in cardiochirurgia negli Stati Uniti prima ed entrare nell’equipe di medici Senza Frontiere poi».

Anna del Principe

Anna viene da una famiglia di medici. Francesco di Diomede di Roseto degli Abruzzi invece no. Però i suoi genitori gli hanno insegnato che studiare è la cosa più importante perché cambia la forma mentis dell’individuo. «Loro non hanno mai avuto la possibilità di andare avanti nella scuola. Io sì e mi sento in dovere di farlo anche per loro. Dopodichè, il mio sogno è di diventare un cardiochirurgo operante in uno dei paesi scandinavi».

Zhara

Abbiamo poi Luisa Piantanida di Salerno che ha avuto la spinta decisiva a diventare dottore durante il Covid: «Sin da piccola sognavo questa professione, ma quando ho visto tanti morti per carenza di medici ho capito che non potevo sottrarmi. Questa è la mia strada».

Matteo Postacchini

Quasi tutti vogliono specializzarsi in uno dei rami della chirurgia. Fa eccezione il recanatese Matteo Postacchini che sogna di diventare un radiologo. «Mi hanno sempre affascinato le lastre sin dalla prima volta che le ho viste. Spero diventi la mia professione. Sin da bambino quando la maestra ci chiedeva cosa volevamo fare da grande, io rispondevo il dottore. E questa è la mia opportunità per diventarlo».

Ricordiamo che ai centotrentasette presentatisi all’aragosta, fanno da corredo altri cento studenti che hanno svolto il test nelle ambasciate e nei consolati dei rispettivi paesi. Tra tutti i candidati però soltanto sessanta potranno accedere ai corsi: trentacinque europei e venticinque extracomunitari. E proprio per protestare contro il numero chiuso a medicina, fuori dall’ateneo c’era un folto gruppo di appartenenti al movimento studentesco Gulliver.

 

 

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