Un pasto e un letto per i senzatetto,
il Rifugio di via Friuli è un angolo
della città dove c’è calore di solidarietà

FALCONARA - E' solo uno dei dormitori per senza dimora del Piano freddo, l’azione che enti pubblici e associazioni della provincia di Ancona attivano con il sopraggiungere del gelo invernale. Giusi Gabrielli, volontaria di Tenda di Abramo e di Ribò Unità di Strada: «Gli ospiti sono per metà italiani e per metà stranieri. C’è anche gente che lavora ma in condizioni così sottopagate che non può permettersi un affitto»

L’interno del Rifugio di via Friuli

 

di Marco Benedettelli

Dopo la cena condivisa si spengono le luci ed è il momento di dormire al caldo.  Anche quest’anno il Rifugio al civico 8 di via Friuli, a Falconara, ha riaperto le sue porte per i senza dimora, così da lasciare in strada al gelo meno persone possibili. La struttura anche quest’anno è ricavata negli ambienti della parrocchia di San Giuseppe e resterà attiva fino a fine febbraio. Coperti dalle sue lenzuola, sono nove le persone che ogni sera riescono a trovare ristoro fra le brande, sette in una stanza e due in un’altra, accolti ogni giorno tra le 17,30 e le 19,30 da un paio di volontari a turno, che poi si fermano a trascorrere la notte. I pasti caldi della cena arrivano dal servizio per le mense del Comune di Falconara, gli altri fondi per il riscaldamento sono dell’Ambito Territoriale sociale – Ats 12 di Falconara o arrivano dalle donazioni e dal 5×1000.

Il rifugio di via Friuli

«Gli ospiti sono per metà italiani e per metà stranieri. C’è anche gente che lavora ma in condizioni così sottopagate che non può permettersi un affitto», spiega Giusi Gabrielli, che quasi ogni sera passa nel Rifugio da volontaria sia di Tenda di Abramo che di Ribò Unità di Strada, due delle associazioni che gestiscono la struttura assieme ai gruppi scout di Falconara dell’Ancona6 di Collemarino e la parrocchia di San Giuseppe e della Beata Vergine Maria Del Rosario. La mattina arrivano altri due volontari per preparare le colazioni nel refettorio, poi verso le 8 ognuno va per la propria strada e si ritorna la sera.

Il Rifugio di Falconara è solo uno dei dormitori per senza dimora del Piano freddo, l’azione che enti pubblici e associazioni della provincia di Ancona attivano con il sopraggiungere del gelo invernale, così da allargare di altre 37 unità l’ordinaria disponibilità di accoglienza notturna per chi altrimenti vive in strada. Normalmente le strutture del territorio contano 60 posti, d’inverno con il Piano freddo quest’anno se ne sono organizzati 37 in più, arrivando così a 96.

In questi mesi è raddoppiata da 20 a 40 posti la capienza del Cantiani, l’albergo convenzionato con il Comune di Ancona per l’accoglienza di senza dimora. Altra struttura è la Casa delle Genti della Caritas di Jesi, con 3 letti in più sui 16 ordinari. Il Centro Solidarietà Caritas “Don Luigi Palazzolo” di Senigallia ha aggiunto un posto sui 6 sempre attivi, il Centro di Accoglienza “San Benedetto” San Vincenzo de Paoli di Fabriano è passato da 7 a 10 letti, mentre l’Istituto Elena Guerra Suore Oblate dello Spirito Santo di Offagna ha disposto un letto per una persona. C’è poi la Tenda di Abramo di Falconara Marittima che mantiene i suoi 11 posti come tutto l’anno e in più che l’apertura invernale del Rifugio di via Friuli con i 9. Inoltre, il Comune di Falconara ha attivato una convenzione con gli alberghi cittadini per creare ospitalità nei casi più di emergenza.

A coordinare il Piano freddo anche quest’anno è il “Tavolo di lavoro provinciale per il contenimento della povertà estrema” che ha per capofila la Asp – Azienda pubblica servizi alla Persona dell’Ambito 9 di Falconara, insieme all’Ats 8 Unione dei Comuni  “Le Terre della Marca Senone”, l’Ats 10 del Comune di Ancona, Ats 12 del Comune di Falconara e l’Ats 13 del Comune di Osimo. Partecipano al tavolo anche quelle realtà che stanno in questi giorni gestendo il Rifugio di via Friuli: Tenda di Abramo, Unità di Strada Ribò di Falconara, Agesci e Masci  e le parrocchie San Giuseppe e Beata Vergine Maria. Un secondo tavolo per il contrasto alla povertà è convocato anche presso il Comune di Ancona, e vi prendono parte, in rete, gli stessi soggetti. «L’impegno è grande, ma la coperta resta sempre corta. Tante persone restano fuori dal Piano freddo. Riceviamo continue chiamate e appena si libera un posto, subito è occupato da qualcuno in attesa.  – commenta Sara Bugari, presidente di Tenda di Abramo che partecipa a tutte le riunioni del coordinamento – Pianificare al meglio sarebbe strategico, per venire incontro a un bisogno sempre più diffuso. L’impegno è comunque grande e ogni anno si riescono a portare miglioramenti, come qualche posto in più, più giorni di apertura, per esempio».

Per entrare nelle strutture, occorre un documento di riconoscimento, che sia il cedolino di registrazione della domanda di richiesta d’accoglienza in Questura, una patente, una carta di identità. I senza dimora del territorio sono per grande maggioranza uomini, le donne oltre a essere poche hanno già posti già definiti nelle strutture. «Durante i nostri turni di assistenza con l’Unità di Strada Ribò individuiamo chi ha bisogno – spiega Giusi Gabrielli – Ci sono persone che si appoggiano alle strutture da anni, altre che vanno e vengono in una dimensione molto fluida. Persone che conosciamo, molte sempre nuove». È un lavoro che ha bisogno di continui volontari. Come quelli che rendono possibile l’accoglienza nel Rifugio di via Friuli 8, un angolo della città dove c’è calore.

 

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