La tassa di soggiorno andrebbe meglio calibrata su quelli che sono i reali flussi turistici di Ancona, città ricompresa nell’area del Conero ma anche e soprattutto polo di servizi, uffici e strutture sanitarie come capoluogo di regione. L’ipotesi che i numeri non ‘tornino’ tra le entrate per questa imposta registrate nel rendiconto 2024 del Comune e il numero delle presenze turistiche è stata sollevata dal consigliere Riccardo Strano (FdI) ha invitato la sua maggioranza a svolgere un futuro focus di approfondimento sulla questione.
La VII Commissione presieduta da Vincenzo Rossi (Forza Italia) oggi analizzava alla presenza del vice sindaco Giovanni Zinni era chiamata ad analizzare in via preliminarei i risultati della gestione dell’ente attraverso i numeri dell’esercizio economico finanziario dell’anno scorso. La proposta di delibera del rendiconto 2024 andrà infatti al voto domani in Consiglio comunale
Riccardo Strano ha domandato dettagli sulle entrate registrate alla tassa di soggiorno, rapportato al volume delle presenze registrate. I tecnici comunali presenti hanno subito chiarito che il Comune non ha a disposizione il dato sulle presenze turistiche e che il gettito della tassa di soggiorno ammonta a circa 450mila euro l’anno. Ad Ancona operano circa 400 strutture ricettive, e, come è successo in molte città italiane, anche qui si è registrata un incremento esponenziale del numero di attività, a partire da quello degli affittacamere. Non viene pertanto considerato sostanzioso il gettito di questa tassa. La maggior parte delle strutture ricettive versa pochissimo perché in molti casi si parla appunto di affittacamere. L’imposta arriva a un massimo di 2 euro (per i 6 giorni massimi pagabili) e in sostanza la parte più consistente di gettito si concentra in pochi grandi alberghi, come ad esempio può essere il Fortino Napoleonico. Gli incassi comunali di 450.000 euro di tassa si soggiorno non sono paragonabili – è stato esemplificato – a quelli del comune di Roma che introita 200 milioni di euro con una tassa di soggiorno che va dai 6 ai 10 euro a camera a seconda dilla tipologia di struttura. Oltretutto è stato confermato che la tassa di soggiorno è un’imposta che da molto lavoro agli uffici comunali e agli stessi operatori turistici perché ogni struttura deve presentare trimestralmente un rendiconto delle presenze con l’importo versato. A fine anno poi il Comune deve presentare una relazione che va trasmessa alla Corte dei Conti.
«Dai dati della relazione risultano effettivamente ci sono 457mila presenze ma salta all’occhio su queste presenze e soltanto 275.000 pagano. Cosa significa? – è tornato a domandare il consigliere Riccardo Strano – Una struttura ricettiva della nostra città per una presenza paga 2 euro, un costo popolare, e la tassa di soggiorno si paga fino al sesto giorno. Analizzando i dati dovremmo porci il problema di quanti sono effettivamente i turisti e quanti i non turisti, vale a dire i lavoratori. Noi abbiamo 457.000 presenze ma incassiamo per 270mila, il che vuol dire che ci sono 108.000 presenze non ascrivibili assolutamente al movimento turistico. Presumibilmente è gente che sta a Ancona per lavoro.- ha ipotizzato – E dentro quei 270.000 posto che paghiamo per 6 giorni dietro quei sei giorni c’è sempre chi non è detto che faccia il turista, perché la media della permanenza nella nostra città è 1,8 giorni. Poso dedurre che siamo anche essi lavoratori. Ecco sarebbe interessante approfondire per capire quanto effettivamente può produrre questo gettito. Ancona di fatto è la città che fa più presenze della provincia, più presenze persino delle strutture nelle località turistiche, ma sono presenze frutto di un incontro tra chi soggiorna davvero e chi vi resta per altre attività, ad esempio il lavoro. E la distinzione tra questi due mondi è sostanziale. Il dato ci fa capire che noi abbiamo entrate che potremmo meglio organizzare dal punto di vista del gettito e della natura stesa delle entrata: lavoratori e turisti. Un aggiornamento io lo farei come tracciato di programmazione che attiene all’assessore al bilancio. Credo che la nostra non sia proprio una città vocata al turismo» ha rimarcato.
Il vice sindaco Zinni ha ammesso l’esistenza «di zone grigie» e che «ci sono anche persone che arrivano ad Ancona un po’ per lavoro e un po’ per vacanza, magari in occasione di convegni. Non abbiamo strumenti specifici per fare un focus su questo dato, possiamo solo desumete, ma si può cercare di organizzare un focus con l’assessore al turismo e su questo aprire un ragionamento di come, partendo da un dato economico, arrivare a fare una riflessione più ampia sul senso del flussi turistici. Specifico che questo gettito modesto genera comunque un avanzo vincolato che sarà destinato all’area Turismo ed eventi collegati. Resta il dato che bisogna aumentarla questa ricettività turistica perché Ancona resta ancora al di sotto del suo potenziale. – ha evidenziato – Abbiamo questa miniera d’oro. Non dobbiamo però farci trarre in inganno dal giudicare tutto il fenomeno turistico dell’area del Conero solamente dalle presenze derivanti dalla tassa di soggiorno. Chi arriva con il camper e posteggia in un parcheggio, non la paga la tassa di soggiorno. Cerchiamo di stare con i piedi per terra. Per Ancona quest’avanzo vincolato modesto non potrà che generare investimenti modesti del turismo. Però si può organizzare una commissione insieme l’assessore al turismo e si fa magari un focus su sui flussi sulle presenze, si può anche invitare quel Regione Marche per fare un ragionamento più ampio» ha ribadito.
Ha raccolto la proposta anche il consigliere di maggioranza Jacopo Toccaceli (FdI) che ha ricordato come «l’ultimo studio sul turismo e le attività collegate che abbiamo su Ancona è quello della Camera di commercio su impulso della sua categoria di 30-25 anni fa. Il turismo a inserito all’interno di un contesto più ampio, collegandolo al commercio, alla viabilità, alle fiere e ai parcheggi» ha poi rammentato che in centro ci sono 400 lavoratori in meno e che «bisogna trovare risposte alla specificità di Ancona, non esiste un modello da seguire. Sono d’accordo sulla convocazione di una commissione» .
Il consigliere d’opposizione Carlo Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi) ha invece osservato che «in attesa che la maggioranza si metta d’accordo su come organizzarsi al suo interno sulle politiche da mettere in campo per il rilancio del turismo, faccio presente che sono mesi che ci propinate continui annunci propagandistici su come Ancona, grazie al centrodestra, sia diventata ora Grande e su come abbia saputo migliorare la sua attrattività turistica, salvo poi sbattere contro il duro dato della realtà. Zinni è vicesindaco e sarebbe interessante la sua opinione piuttosto che dire ‘fate voi’. Credo che invece sia molto utile un ragionamento di sistema e quindi la proposta di un approfondimento con una commissione dedicata o altri strumenti comunque legati alla attività del consiglio. Utile sotto più profili, – ha detto – per analizzare con ottica d’insieme quello che sta avvenendo e anche per capire il lavoro, la strategia, le politiche, le idee che stanno caratterizzando l’attività del super-consulente del turismo, incaricato ormai alcuni mesi. A Toccaceli però ricordo che c’è un Osservatorio del Turismo nella nostra regione e che quindi i dati sono continuamente aggiornati e che non è assolutamente vero che le ultime analisi risalgono a 25 anni fa quindi sono a disposizione continuamente dati e studi dalla Regione e dalle Camere di commercio, dalle associazioni di categoria».
Il consigliere Toccaceli ha replicato precisando che «la nostra maggioranza fa brainstorming rispetto quanto fatto nei 10 anni del governo Mancinelli. Non ho parlato dell’osservatorio del turismo ma dello studio della Camnera di Commercio sulla realtà economica della città. Parliamo di 2 cose diverse». Mentre Giovanni Zinni ha puntualizzato che «questa Commissione parte sempre con i buoni propositi poi diventa sempre un’occasione strumentalizzazione di polemica piuttosto futile. Parlare di organizzazione di linea politica della maggioranza solo perché un consigliere di maggioranza chiede un approfondimento su un assessore francamente mi sembra che siamo alla mistificazione dei lavori del Consiglio». Ha inoltre invitati i presenti anche a ragionare sul fatto che «nel regolamento dell’imposta di soggiorno di Ancona ad esempio c’è il tema delle esenzioni per gli accompagnatori dei ricoverati in ospedale (2 per paziente), o per le forze dell’ordine o armate che pernottino per esigenze di servizio. Queste persone – ha sottolineato il vice sindaco – probabilmente rientrano tra quelle che non pagano e va rapportato al dato che abbiamo e dobbiamo capire se incide tanto o poco. Lascio ai consiglieri giustamente la volontà di approfondimento. Sarebbe scorretto che fossi io a parlare di turismo. C’è poco da polemizzare e questa maggioranza deciderà a breve sul turismo e cosa farà con l’avanzo vincolato» ha concluso.
Prima del voto la consigliera d’opposizione Susanna Dini ha chiesto a aquanto mmontava l’imposta di soggiorno nel rendiconto 2023 per avere termini di paragone. Le è stato risposto dai tecnici che i dati in retrospettiva parlavano di un 2019 con gettito di 459.000 euro connesso sempre alle presenze, sceso nel periodo della pandemia da Covid 19 (2020- 2021) a 282.188 euro, e risalito a 353.000 euro nel 2022 per poi tornare a regime con un aumento nel 2023 con 492.0244 euro. Dini ha ringraziato Strano per aver posto la questione e non ha lesinato una piccola bordata a Toccaceli «che continua, pur non essendo stato in consiglio durante la nostra amministrazione, a dire quello che ha fatto la nostra maggioranza senza saperlo. Magari la maggioranza precedente non si esprimeva in commissione ma magari non investiva soldi pubblici e decideva diversamente». La proposta di delibera sul rendiconto 2024 del comune di Ancona è stato approvata in Commissione con 4 sì della maggioranza e le 3 astensioni di consiglieri di minoranza. Domani se ne riparlerà in aula.
(Redazione CA)
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