
L’ospedale Carlo Urbani di Jesi
L’Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona interviene per fare chiarezza dopo la politica innescata nei giorni scorsi da Pasquale Liguori (Tribunale del Malato) e Franco Iantosca (Comitato pro Ospedale) in merito alla trasferimento del personale all’ospedale ‘Carlo Urbani’ di Jesi a Cingoli.
La Direzione Strategica dell’Ast sottolinea che «da gennaio 2024 a oggi sono state effettuate 288 assunzioni, di cui 81 dirigenti medici e 207 unità di personale sanitario (non medico), tecnico e amministrativo».
Le modalità contrattuali sono state diversificate, ma tutte orientate all’obiettivo comune: rendere l’ospedale ‘Carlo Urbani’ un punto di riferimento solido e qualificato per la sanità del territorio, in rete con gli altri presidi della Ast di Ancona.
L’Ast dunque respinge con decisione le accuse di depotenziamento e invita a un confronto trasparente e costruttivo: «Le critiche dovrebbero essere sempre costruttive, non strumentali. A Jesi non si era mai registrato un numero così alto di nuovi ingressi. Inoltre, i medici coinvolti in attività su altri presidi si spostano su base volontaria, contribuendo a ridurre la mobilità passiva verso altri plessi, non il contrario».
Particolare riferimento viene fatto alla polemica secondo cui, a differenza di Cingoli dove la copertura medica sarebbe garantita H24, «a Jesi in molte fasce orarie a gestire le urgenze siano solo gli infermieri». L’Ast precisa che si tratta di una lettura distorta, in quanto la Potes di Jesi sarà rafforzata da luglio con l’arrivo di tre anestesisti, che garantiranno la presenza medica nelle fasce oggi coperte solo dal personale infermieristico.
In parallelo, tra luglio e agosto sono previste nuove assunzioni per i reparti di Chirurgia, Urologia e Cardiologia, oltre a ulteriore personale infermieristico. Complessivamente, sono state espletate oltre 70 procedure selettive, tra concorsi, avvisi pubblici e altri strumenti previsti dalla normativa, per coprire le posizioni programmate. Queste operazioni rientrano in una strategia ben definita: non una sottrazione di risorse, ma un lavoro di rete e rafforzamento condiviso tra ospedali e strutture territoriali.
Anche il Pronto Soccorso di Jesi è oggetto di un piano specifico di rilancio: attualmente sono già in servizio quattro nuovi medici, e sono in fase avanzata progetti per migliorarne efficienza e capacità operativa, con l’obiettivo di limitare al minimo il ricorso alle cooperative. A supporto del territorio, l’Ast evidenzia inoltre l’inserimento dal primo giugno di un neuropsichiatra per la componente territoriale e di dirigenti psicologi, segno concreto di un’attenzione anche alle strutture non ospedaliere.
Infine, l’Azienda conferma che l’ampliamento del Pronto Soccorso di Jesi, finanziato con 500.000 euro, è in fase di progettazione con inizio dei lavori previsto tra fine settembre e inizio ottobre. È in programma anche l’attivazione di un tavolo di confronto istituzionale con il Comune e le associazioni sanitarie, per affrontare in maniera condivisa le priorità locali.
«Non si tratta di depauperamento – conclude l’Ast – ma di un percorso di potenziamento, che richiede tempi tecnici, ma che è già in atto, in trasparenza e con dati alla mano».
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