Si è svolto oggi un nuovo incontro sul piano di risanamento industriale di Conerobus Spa, il terzo dall’inizio del confronto tra il CdA e la direzione dell’azienda, Rsu e organizzazioni sindacali. «Nonostante il proseguire del dialogo, i temi rimangono sostanzialmente gli stessi e il quadro complessivo continua a destare forte preoccupazione. – esordisce una nota di Filt Cigl, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Fna, Usb Lp – Sono già stati calendarizzati due ulteriori incontri, fissati per giovedì 23 ottobre e giovedì 30 ottobre, durante i quali il confronto proseguirà sul piano di risanamento e sulle possibili misure da adottare. Conerobus ha confermato le linee del piano quinquennale 2025–2030, basato in larga parte sulla riduzione dei costi del personale, dichiarando 30 esuberi e proponendo di ricorrere al Fondo di solidarietà bilaterale per 66 lavoratori, con conseguente riduzione di orario e retribuzione».
Restano ancora indefiniti i criteri di applicazione e le modalità operative della misura. «Il piano prevede inoltre aumenti tariffari, razionalizzazione del servizio e il blocco del turnover per 54 uscite già previste, misure che rischiano di tradursi in un peggioramento del servizio per i cittadini e in un aggravio dei carichi di lavoro per il personale» riferiscono le organizzazioni sindacali che ribadiscono come non sia «più rinviabile un intervento strutturale e stabile di sostegno al trasporto pubblico locale. Senza risorse certe e continuative, ogni ipotesi di risanamento rischia di rimanere un esercizio teorico, incapace di garantire il futuro di Conerobus e la tutela dei lavoratori».
Le organizzazioni sindacali sono fermamente convinte che «il primo passo deve essere quello di assicurare finanziamenti strutturali e regolari, adeguati ai reali costi di gestione e all’inflazione. Senza questo presupposto, ogni altra misura è destinata a fallire. Non è più accettabile operare con contratti di servizio fermi da anni e del tutto inadeguati rispetto ai costi reali di carburante, manutenzione e ricambi. Servono risorse certe, strutturali e sufficienti, perché non possono essere i lavoratori e i cittadini a farsi carico delle inefficienze del sistema e delle mancate scelte politiche. Come sindacato abbiamo chiesto la settimana scorsa un incontro urgente al presidente della Regione Marche, al sindaco di Ancona, al presidente della Provincia di Ancona oltre ai soci di Conerobus ma ad oggi ancora nulla. Ribadiamo con forza alla Regione Marche e al Comune di Ancona ed a tutti i Soci di assumere un impegno concreto, scritto e vincolante, che consenta all’azienda di operare su basi solide e di pianificare il futuro del trasporto pubblico locale. È ora – concludono i sindacati di settore – che la politica scenda seriamente in campo: servono atti concreti, non annunci. Solo così si potrà salvaguardare l’occupazione, la qualità del servizio e il diritto alla mobilità dei cittadini».
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