«Con l’Assegno di inclusione aiutato
il 50,95% di persone in meno
rispetto al reddito di Cittadinanza»

OSIMO – La vice sindaca con l’Assessorato ai Servizi sociali ha analizzato, numeri alla mano, come è cambiato nella città il target dei potenziali beneficiari delle misure di sostegno al reddito

Paola Andreoni

Calano le famiglie beneficiarie di misure di sostegno al reddito ad Osimo. L’Assessorato ai Servizi sociali ha analizzato i dati per orientare le future politiche sociali. «Il passaggio dal Reddito di Cittadinanza (RdC) all’Assegno di Inclusione (AdI), ha registrato un significativo “cambio di rotta” relativamente al target di potenziali beneficiari circoscrivendo l’accesso a determinate categorie e passando a tutti gli effetti da misura “universale” a “categoriale”.- spiega la vice sindaca Paola Andreoni – Anche nella nostra città il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione ha prodotto un significativo cambiamento nel numero e nella tipologia dei beneficiari. Tenendo conto che nel 2023 Osimo contava una popolazione di 34.774 residenti l’incidenza degli osimani/e che hanno richiesto la misura di sostegno del reddito di cittadinanza è stato del 10,55 %. Nel 2024 con una popolazione di 34.820 ( ultimo dato anagrafico indicato dall’Istat seppur ancora non definitivo) l’incidenza degli osimani che hanno fatto domanda di Assegno di Inclusione corrisponde al 5,22 %».

Nel 2023, con il Reddito di Cittadinanza, i nuclei familiari beneficiari sono stati 188 per un totale di 367 persone. Con l’introduzione dell’Assegno di Inclusione nel 2024, i nuclei assistiti sono scesi a 96, mentre al 30 settembre 2025 risultano 103, per un totale di 180 persone. Oggi, quindi, con l’Assegno di inclusione vengono aiutate il 45% di famiglie in meno e il 50,95% di persone in meno rispetto alla misura del reddito di Cittadinanza del 2023. «Il calo è dovuto principalmente alla maggiore selettività della nuova misura, rivolta prioritariamente a famiglie con minori, persone con disabilità, over 60 o soggetti in condizione di svantaggio certificato» sottolinea Andreoni. I dati inoltre registrano che nel 2025 la maggiore incidenza per componenti in categorie da tutelare si riscontra nei nuclei con almeno un componente con disabilità e nuclei con almeno un componente con almeno 60 anni. Bassa l’incidenza dei nuclei con almeno un componente minorenne. I criteri tendenzialmente più restrittivi dell’Adi impattano sui soggetti che in teoria dovrebbero essere più tutelati.

Pur a fronte di una riduzione del numero dei beneficiari, l’importo medio mensile percepito dai nuclei familiari ha registrato un lieve incremento del 4%, passando da 491,04 euro nel 2023 a 511,69 euro nel 2025. Il valore medio dell’Isee dei nuclei che percepiscono l’Adi si attesta a 3.316,63 euro, segnale che le famiglie beneficiarie si collocano nella fascia di maggiore fragilità economica. L’assegno di inclusione risulta più sostanzioso: è di 512 euro mensili in media, in lieve diminuzione su dicembre 2024 (era di 569 euro, -10,%) e in salita rispetto al Reddito cittadinanza (+4% rispetto ai 491 euro di giugno 2023). Interessante anche la lettura di genere: in tutti gli anni di applicazione delle misure di sostegno al reddito, con una tendenza costante le donne beneficiarie superano gli uomini, evidenziando come la condizione di vulnerabilità economica femminile resti un elemento da monitorare con attenzione nelle politiche di inclusione.

Da quanto sopra emerge come l’Assegno di Inclusione, resta molto lontana dalla copertura assicurata dal Reddito di cittadinanza del 2023. «La riduzione delle famiglie raggiunte è evidente anche nella nostra città, facendo dell’Adi non una prestazione universalistica in relazione alla condizione di povertà attestata da un certo livello di Isee, ma una misura destinata a nuclei sì deboli economicamente ma con condizioni soggettive specifiche, più meritevoli di sostegno secondo il legislatore.- prosegue la vicesindaca con delega ai Servizi Sociali – Questo perché, come noto, l’Adi non si fonda solo sull’Isee: per percepirlo occorre anche che il nucleo familiare abbia almeno un componente in situazione di disabilità, oppure minorenne, oppure over 60, oppure in carico ai servizi sociosanitari territoriali. Insomma, resta una fetta di “dimenticati”. Un grande numero di cittadini che ne avrebbero bisogno, ma non hanno i requisiti per accedervi. Una misura che arriva dallo Stato, senza che il Comune, soggetto capace di intercettare i bisogni, abbia un ruolo».

Negli uffici dei Servizi Sociali del Comune arrivano richieste continue: chi è anziano o ha un anziano nel proprio nucleo, chiede aiuto per sostenere le rette nelle Rsa o le misure per la non autosufficienza. «Tante anche le famiglie che chiedono, invece, una mano per pagare l’affitto e le bollette. In città, l’importo medio dell’assegno di inclusione è stato negli ultimi mesi di 512 euro, mentre il costo della vita (ovvero le spese base che comprendono affitto, utenze, spese alimentari, carburante e abbigliamento) è stimato in 1.400 euro al mese per una persona e in 2.400 euro per un nucleo composto da tre persone. Al netto delle difficoltà di accesso e della esiguità dell’erogazione monetaria, permangono dubbi anche sull’efficacia del meccanismo di ricerca e il ricollocamento lavorativo, obiettivo ultimo di questa misura che non sembra realizzarsi per la maggior parte dei nuclei beneficiari di questi interventi».

Questi dati ci restituiscono una fotografia importante della realtà osimana. «L’obiettivo dell’Amministrazione è comprendere in profondità le trasformazioni sociali in corso, per poter intervenire con politiche mirate e strumenti adeguati alle nuove esigenze delle famiglie. La riduzione dei beneficiari non deve farci abbassare la guardia: è fondamentale monitorare chi resta fuori dalle misure nazionali e rafforzare la rete dei servizi comunali e territoriali.- conclude Paola Andreoni – Il Comune di Osimo continuerà quindi il monitoraggio dei dati socio–economici e il confronto con gli operatori dei servizi sociali, con l’intento di individuare eventuali aree di disagio emergente e rafforzare le politiche di prossimità e sostegno alle persone più fragili. L’Amministrazione comunale ribadisce l’impegno a monitorare costantemente l’andamento socio–economico della città e a rafforzare i servizi di prossimità, in collaborazione con le associazioni, sindacati e il terzo settore. Osimo ha sempre avuto una rete sociale forte e solidale e vogliamo che continui ad esserlo, con politiche che mettano al centro le persone, la dignità e l’inclusione. Il ruolo dei servizi sociali territoriali diventa ancora più centrale nell’intercettare e supportare le persone in situazioni di bisogno che non rientrano nei criteri di accesso all’Assegno di inclusione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X