«Massimo impegno regionale per i Centri»,
ma sindacati e politica denunciano
«scarsità di risorse»

MONTE ROBERTO - Il presidente della Regione Acquaroli esprime cordoglio per il femminicidio di Sadjide Muslija a Pianello. Cgil, Cisl, Uil: «137 domande di aiuto non accolte nel triennio». La deputata Manzi (Pd) chiede un "salto di qualità" per prevenzione, formazione e sostegno economico e abitativo per le vittime. L'europarlamentare Ricci (Pd): «Servono strumenti veri»

La tragica morte di Muslija Sadjide a Pianello, ha portato a tre il numero di donne vittime di femminicidio nelle Marche dall’inizio dell’anno.
Il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, ha espresso in una nota profondo cordoglio per la «tragica morte di Sadjide Muslija, vittima di femminicidio a Pianello Vallesina, frazione di Monte Roberto. A nome della Regione Marche – ha detto -porgo le più sentite condoglianze alla famiglia e voglio esprimere la mia vicinanza alla comunità di Monte Roberto e a tutte le donne che vivono nel terrore quotidiano di abusi e minacce. La violenza contro le donne – ha sottolineato – è una emergenza che va contrastata con ogni mezzo. La Regione conferma il massimo impegno a sostegno dei Centri Antiviolenza e delle azioni di prevenzione e tutela».

Al cordoglio istituzionale si contrappone l’allarme lanciato dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Marche, Giuseppe Santarelli, Marco Ferracuti e Claudia Mazzucchelli, che denunciano la carenza di fondi e la sottovalutazione del fenomeno. «Non serve a nulla il cordoglio del giorno dopo se poi non si dà seguito agli impegni con risorse e provvedimenti. A neanche 10 giorni dalla nostra denuncia sulla scarsità di risorse per il Reddito di Libertà, che ha lasciato 113 donne vittime di violenza senza una risposta, siamo a denunciare l’ennesimo episodio mortale».
I sindacati evidenziano che nel triennio 2022-2024 ben 137 domande di donne che chiedevano aiuto non sono state accolte per mancanza di fondi regionali. L’appello si rivolge alla necessità di investimenti nell’educazione all’affettività, nei centri antiviolenza e nelle case rifugio.

Sulla stessa linea d’onda la deputata marchigiana del Pd, Irene Manzi, che esprime sgomento per la morte della donna, avvenuta «dopo anni di violenze note, denunciate, raccontate».
«Non può esistere un Paese in cui una donna deve scegliere tra tornare a convivere con chi la maltratta o affrontare tutto completamente sola. Serve un salto di qualità: prevenzione strutturale, formazione obbligatoria per chi opera nella giustizia e nelle forze dell’ordine, sostegno economico e abitativo per le vittime».
Manzi conclude che la violenza maschile è un fenomeno radicato che si combatte solo cambiando mentalità attraverso progetti educativi e garantendo percorsi certi di protezione, ribadendo che «ogni vita spezzata è una responsabilità collettiva».

In serata è intervenuto anche l’europarlamentare Pd Matteo Ricci, criticando la mancata tutela delle vittime: «A Monte Roberto dice -, nonostante le segnalazioni e le denunce fatte dalla donna per le violenze subite, oggi commentiamo un femminicidio, l’ennesimo di quest’anno in Italia, perché lo Stato non ha saputo proteggerla». Ricci ribadisce che non bastano i cordogli, ma servono strumenti veri, risorse adeguate e formazione continua per le istituzioni e le forze dell’ordine per impedire che le donne si trovino a «scegliere tra il vivere nel silenzio e subire violenze o la paura di non essere tutelata dopo aver denunciato».

(Ultimo aggiornamento delle 20.03)

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