
Una riunione dell’Aato3
di Monia Orazi
La procura regionale della Corte dei conti delle Marche ha avviato un’istruttoria sulla costituzione del gestore unico del servizio idrico integrato nell’Aato3 e l’assemblea di ambito ha convocato d’urgenza per mercoledì prossimo alle 9 alla sede della Provincia, a Piediripa di Macerata, una seduta straordinaria per discutere della nota della procura contabile.
Con decreto del sostituto procuratore generale Giovanni Cirillo, protocollato con il numero 551/2025, è stata chiesta all’assemblea una relazione esplicativa entro 45 giorni per fare luce su una procedura che, secondo i magistrati contabili, potrebbe non rispondere ai criteri di efficienza ed economicità previsti dalla normativa.
Al centro del procedimento c’è la società consortile che dovrebbe nascere dalla fusione tra Si Marche e Unidra per gestire il servizio idrico nell’intero ambito territoriale ottimale. Un percorso avviato già nel 2015, quando l’assemblea di ambito aveva fissato come obiettivo strategico la «realizzazione della società di gestione unica dell’ambito» da attuarsi entro il 30 giugno 2016, con un «piano di progressivo accorpamento dei rami idrici» delle società operative.
A distanza di nove anni, però, la situazione resta frammentata. Attualmente il servizio è gestito da una serie di società operative multiservizi che operano su porzioni territoriali dell’Aato, una condizione che la procura giudica «non conforme alle disposizioni normative» che prescrivono la gestione unica del servizio idrico integrato. Il nodo centrale riguarda la natura stessa della newco in via di costituzione. Dalla lettura delle deliberazioni dei consigli comunali approvate dai Comuni facenti parte della società Cma e dello statuto allegato, i magistrati contabili rilevano che la società consortile «non rappresenti tanto una società finalizzata a fondere, anche progressivamente, i rami idrici delle sette società operative, quanto piuttosto possa integrare gli estremi di una società che solo formalmente assuma la concessione del servizio per l’intero ambito territoriale, per poi lasciarne di fatto la gestione ad ognuna delle attuali società operative per il proprio segmento territoriale di competenza».
Un meccanismo che, secondo la procura, potrebbe aggirare la ratio legis delle normative unificanti, determinando «l’esistenza di una struttura diseconomica» oltre che «elusiva della volontà del legislatore». A sostegno di questa tesi, nel decreto si evidenzia come nello statuto della costituenda società sia previsto che per la gestione del servizio idrico integrato «la società gestore unico si avvarrà dei servizi e delle strutture messe a disposizione dai soci», con prestazioni che «saranno appositamente contrattualizzate e remunerate». La procura rileva inoltre che nelle deliberazioni comunali, dopo aver stabilito nel punto “e” del dispositivo di sottoscrivere quote di capitale della “società gestore unico”, al punto successivo si dà atto che sarà «un altro soggetto operativo a gestire localmente il servizio al posto della citata società gestore unico». Il risultato pratico, secondo i magistrati contabili, sarebbe quello di mantenere in piedi otto consigli di amministrazione con altrettanti presidenti e direttori generali, cui aggiungere i 17 componenti retribuiti dei due organismi previsti dal modello organizzativo dualistico scelto per la società consortile.
L’istruttoria della corte dei conti giunge in un momento particolarmente delicato per l’assemblea dell’Aato 3. Secondo quanto emerso durante la riunione dell’Aato convocata lo scorso 19 novembre per discutere il regolamento della nuova società consortile, alcuni sindaci hanno contestato il contenuto chiedendone il rinvio «per favorire una maggiore condivisione». La discussione è stata quindi aggiornata ai primi di dicembre, proprio il mese ultimo per arrivare, da parte pubblica, alla presentazione di un piano idoneo a ottenere la gestione del servizio idrico dall’Aato. Il decreto istruttorio della Procura impone ora all’assemblea di ambito di fornire chiarimenti puntuali su una vicenda che si trascina da anni e che rischia di compromettere la realizzazione di un servizio idrico integrato efficiente ed economico.
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