«Non ricordo di aver ucciso mia moglie,
preferivo morire che andare in cella»

FEMMINICIDIO A MONTE ROBERTO - Nazif Muslija è comparso questa mattina davanti al gip del tribunale di Macerata. Convalidato il fermo, starà in carcere. Ha negato di aver ammesso il delitto. Il giudice ha chiesto una relazione sulla salute mentale dell'uomo

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Nazif Muslija e la moglie Sadjide

di Gianluca Ginella

«Non ricordo di aver ucciso mia moglie, ho cercato di togliermi la vita perché preferivo morire che andare in carcere», così al giudice Nazif Muslija, il falegname macedone di 50 anni accusato di aver ucciso mercoledì la moglie Sadjide, 49 anni, a Pianello Vallesina, a Monte Roberto. L’uomo giovedì, in un bosco di Matelica ha tentato di impiccarsi. Lo ha salvato un cacciatore. Portato in ospedale a Camerino, l’uomo è stato poi dimesso e portato in carcere a Montacuto di Ancona.

Questa mattina si è svolta la convalida del fermo per omicidio volontario, davanti al gip Daniela Bellesi del tribunale di Macerata. Muslija, assistito dall’avvocato Gloria Droghetti, ha risposto alle domande. «Non ha ammesso di aver ucciso la moglie, ha precisato di non ricordare di aver fatto questa ammissione» spiega l’avvocato Droghetti. Ammissione che, da quanto emerso ieri, avrebbe fatto in carcere. Oggi comunque ha smentito.

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L’uomo dice invece «Che non ricorda quello che è successo» spiega il legale. Il 50enne è apparso molto confuso, ha spiegato di aver cercato di uccidersi «perché avevo paura di tornare in carcere». In carcere c’era stato «in seguito alla denuncia per maltrattamenti fatta dalla moglie, poi però è uscito, ha patteggiato» spiega il legale. Il giudice ha convalidato il fermo e applicato la custodia cautelare in carcere. Inoltre ha chiesto una relazione di psicologi e medici del carcere sullo stato di salute mentale dell’uomo.

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Le indagini sull’omicidio di Sadjide proseguono, coordinate dalla procura di Ancona. Secondo gli inquirenti la donna è stata uccisa con molteplici colpi a testa e torace che sarebbero stati sferrati usando un tubo di ferro. Sin dalle prime ore dopo la scoperta dell’omicidio (avvenuta intorno alle 13 di mercoledì) i carabinieri hanno concentrato le indagini sul marito, da subito irreperibile. L’uomo è stato trovato il giorno successivo intorno alle 16 in un bosco di Matelica, da un cacciatore che ha visto un uomo che aveva provato a impiccarsi ed è intervenuto a salvarlo.

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