Aria Nostra e il Comitato referendario
auditi in Commissione: «La bocciatura
del quesito sarebbe lesiva del buon senso»

ANCONA - Entrambi si oppongono alla realizzazione del crematorio nel cimitero di Tavernelle e ritengono ammissibile il referedum che hanno promosso perché riguarda una scelta di pianificazione urbanistica e non un atto gestionale. Contestano poi un’applicazione parziale delle leggi regionali da parte del Comune, ricordando che il Piano Regionale di Qualità dell’Aria delle Marche equipara questi impianti alle industrie insalubri di prima classe, da collocare fuori dai centri abitati

Un momento dei lavori della Commissione consiliare referendaria di Ancona convocata oggi per l’audizione del Comitato Aria Nostra e del Comitato proponente il referendum

Ascoltate oggi dalla Commissione referendaria del comune di Ancona le ragioni dei rappresentanti del Comitato Promotore del Referendum e del Comitato Aria Nostra, contrari alla realizzazione di un impianto di cremazione nel cimitero di Tavernelle. Entrambi hanno depositato una proposta di quesito referendario  che la maggioranza consiliare appare però orientata a dichiarare inammissibile, sulla base del parere negativo espresso dal consulente legale del Comune, l’avvocato Alessandro Lucchetti. Oggi durante l’audizione, i Comitati hanno invece ribadito la richiesta di ammissione del referendum, sostenendo che un’eventuale bocciatura sarebbe lesiva del buon senso, del principio di precauzione e della tutela della salute e dell’ambiente. Secondo i due Comiati, l’Amministrazione dovrebbe dimostrare concretamente di non essere indifferente alle preoccupazioni dei cittadini.

Il quesito referendario in questione recita: “Volete voi abrogare la disposizione del Piano regolatore cimiteriale che prevede la localizzazione di un impianto di cremazione all’interno del Cimitero di Tavernelle, approvata con Delibera di Consiglio n. 123/2007?” I Comitati ritengono il quesito ammissibile perché riguarda una scelta di pianificazione urbanistica e non un atto gestionale. Inoltre, il servizio di cremazione è già garantito anche senza un impianto locale, mentre l’obiettivo del referendum è esclusivamente rimettere in discussione la localizzazione stabilita nel 2007.« La Delibera consiliare n. 123/2007 afferisce al Piano Regolatore Cimiteriale e non è un atto di mera gestione o organizzazione di un servizio. – specificano in una nota i due Comitati – Attualmente, il servizio relativo alla cremazione è comunque assicurato dagli uffici pur in mancanza di un impianto in loco; l’obiettivo del Comitato referendario riguarda esclusivamente la scelta urbanistica del 2007 di localizzazione all’interno del Cimitero di Tavernelle. Anche a non voler escludere la natura di servizio, l’inattuazione della previsione per 18 anni mina la legittimità e l’attualità della Delibera. Si pone il dubbio sulla possibile decadenza della previsione urbanistica e sulla necessità di nuovi atti amministrativi che tengano conto dell’evoluzione normativa e scientifica. I dubbi sulla compatibilità del sito con le attuali e previste normative ambientali e sanitarie, nonché con la fascia di rispetto cimiteriale, rafforzano l’interesse della cittadinanza. La lunga inattuazione e le criticità sulla compatibilità creano un margine di discrezionalità politica su cui un referendum può legittimamente incidere».

Il richiamo dell’Amministrazione comunale e del consulente giuridico all’osservanza delle leggi regionali secondo i Comitati «non può essere parziale, ovvero limitarsi alla riduzione del consumo di suolo (che comunque viene assicurata anche se la cremazione avviene fuori Ancona). È opportuno ricordare che il Prqa della Regione Marche (Piano Regionale di Qualità dell’Aria), tuttora vigente, equipara i crematori alle industrie insalubri di I classe, da realizzarsi con le migliori tecnologie e “fuori dai centri abitati e isolati nelle campagne”». In Commissione sono stati inoltre sottolineati, non per ordine di importanza, tre ulteriori punti.«La Legge 130/2001 demanda ai Comuni esclusivamente la realizzazione e gestione degli impianti, riservando alle Regioni la competenza sulla determinazione dell’ubicazione; Spetta alle Regioni varare i Piani di Coordinamento per la realizzazione di crematori (art. 6, L. 130/2001), strumenti indispensabili di programmazione data la delicatezza ambientale della materia; La recentissima Legge 182/2025 (art. 36) ha confermato la vigenza della Legge 130/2001 (artt. 6 e 8) per quanto riguarda le competenze dello Stato e delle Regioni in materia di cremazione» conclude il comunicato a firma congiunta di Aria Nostra e il Comitato Promotore del Referendum. I lavori della Commissione consiliare sono stati aggiornati.

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