
La scannerizzazione del Green Pass in un ristorante
di Alberto Bignami
Primo giorno di Green Pass da mostrare e richiedere, insieme ad un documento di identità, per consumare seduti all’interno di alcune attività, come bar, ristoranti, o entrare nelle palestre. I gestori non si sono fatti trovare impreparati e i clienti non hanno fatto storie rendendo così più fluido l’accesso.

Mara Duranti
«Abbiamo scaricato l’app “Verifica C19” – spiega Mara Duranti del bar White Style di via XXIV Aprile – necessaria ad inquadrare il Qr Code della carta verde. Se tutto va bene, sul cellulare viene visualizzata una spunta verde e a quel punto devo richiedere la carta d’identità. Al momento sono stati tutti collaborativi. Sicuramente però – aggiunge – è qualcosa che ci mette in difficoltà per il ruolo che ci fa rivestire e, per quanto riguarda le tempistiche, soprattutto nel caso in cui durante l’orario del pranzo o dell’aperitivo dovesse entrare un gruppo composto da una decina di persone. Nella collaborazione del cliente si spera sempre anche perché le cose, in questo caso, si fanno in due. Inoltre la multa andrebbe dai 400 ai 1.000 euro, sia per il cliente che per il titolare in caso di controllo. Nel chiedere il documento certamente ci si sente un po’ in imbarazzo perché, comunque, si va a invadere quella sfera che riguarda la privacy. Confidiamo molto nella comprensione della clientela».

Maria Alessandra Giamagli
Anche Maria Alessandra Giamagli del bar Il Caffè di corso Amendola è preparata. «Io non voglio giudicare chi ha il Green Pass o chi non ce l’ha. Mi auguro che i clienti lo capiscano come capiranno che è una cosa che dobbiamo fare – dice -. Non ho avuto comunque difficoltà anzi, a dire il vero, alcuni clienti che precedentemente si sedevano al tavolo interno, oggi hanno preferito prendere la colazione e portarla al tavolino esterno quasi ad evitarmi l’imbarazzo di dover chiedere il Qr Code e poi il documento. E’ una richiesta che per noi è “invasiva”. Allo stesso tempo ho anche notato che a quei clienti a cui l’ho dovuto chiedere, sono stati molto gentili e collaborativi».

Loredana del Mixer Bar
«Sono preparata – dice Loredana del Mixer Bar di corso Amendola -. Ho scaricato l’app ma mi sento davvero in imbarazzo a dover chiedere di mostrare il Green Pass e il documento a clienti che magari vengono qui per la prima volta. Ma, a dirla tutta, anche alla clientela abituale. Mi sembra quasi di dovermi fare gli affari loro quando non è da me. Mi auguro che essendo un decreto legge, poi non diventi legge».E il Green Pass da oggi era obbligatorio anche per le palestre.
Marco Mencarelli, titolare insieme ad Alessandro Amici della White Gym di via San Martino, spiega che «per fortuna le persone hanno capito che serve, giusto o meno che sia e con tutta la polemica sollevata. Serve – spiega – per poter andare avanti. Molti clienti l’hanno fatto, ma perché stanchi ormai per l’ennesima limitazione dopo i colori delle varie zone e via dicendo. Per fortuna stiamo lavorando. I clienti non vedevano l’ora di tornare in palestra ma allo stesso tempo c’è anche chi, con dispiacere, non avendo il Green Pass ci ha chiamato dicendoci che proverà a tornare a settembre». Primo giorno di Green Pass anche per i poli museali, concerti, mostre. Alle Grotte di Frasassi è stato allestito un gazebo con il check point Green Pass.

Marco Mencarelli

Il check point alle Grotte di Frasassi
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