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Al via il Green Pass nei locali:
«Bene se serve ad evitare il lockdown
ma si torna a fare gli sceriffi»

COVID - Alla vigilia dell'entrata in vigore della "carta verde" per accedere in bar e ristoranti al chiuso, abbiamo sentito le voci di alcuni commercianti. Novità accettata ma con qualche riserva. Laura Campanella del Giuliani: «Abbiamo deciso di togliere i posti a sedere all'interno, almeno finché non capiamo bene come comportarci. Strada facendo, ci regoleremo»

Clienti al bar (Archivio)

di Martina Marinangeli e Alberto Bignami

L’incognita Green pass si allunga sulla ristorazione. Sarà un giro di prova quello di domani, quando il Certificato verde entrerà in vigore e diventerà obbligatorio esibirlo per sedersi ai tavoli all’interno.
I gestori si muovono per il momento a tentativi, tra chi blinda le sale al chiuso e chi lo vede come una prova generale in vista della stagione autunnale.
«Se è per evitare i lockdown ed aumentare il numero dei vaccinati, ben venga, osserva Laura Campanella, tra i titolari del Giuliani – ma non vorrei ci facessero lo scherzo di farci comunque chiudere a novembre».
Per ora, ci si organizza come si può e, per evitare ogni tipo di problema, «abbiamo deciso di togliere i posti a sedere all’interno, almeno finché non capiamo bene come comportarci. Strada facendo, ci regoleremo».
Nessuno dei clienti abituali ha annunciato finora diserzioni, così come al bistrot Gnao Gatti, «ma qualche lamentela probabilmente inizierà da domani – ipotizza il proprietario Francesco Pinna – benché non siamo noi a decidere». Nel merito dello strumento del Green pass, qualche dubbio ancora resta: «sono combattuto perché potrebbe essere d’aiuto, ma nella pratica ricade tutto sul gestore del ristorante, che dovrà fare da controllore, lavoro che non gli compete. Già ora, se non piove, i tavoli all’interno non li usiamo, ma potrebbe essere un rodaggio per la stagione fredda».
C’è chi, invece, qualche cliente per strada se lo sta perdendo, come la pizzeria Napoli’s di Osimo che, dopo aver ricordato, con un post su Facebook, l’obbligo di esibire il Green pass per i tavoli all’interno da domani, ha ricevuto diversi commenti di persone pronte a non frequentare più il locale “reo” di aver introdotto la misura. «A seguito di diversi messaggi e chiamate – si sono trovati costretti a dare spiegazioni con un secondo post i proprietari –, volevamo lasciare un messaggio: non ve la prendete con noi ristoratori se dobbiamo chiedere il Green Pass! Prendetevela con il governo che ha emanato questa sentenza, anche noi vorremmo tutti e non i “selezionati”, ma come c’è l’obbligo di emettere uno scontrino ora abbiamo anche quest’altro di obbligo!! Non ci chiedete di non sottometterci, siamo stanchi, ognuno di noi ha famiglie da sfamare. Certi della vostra comprensione, rispettiamo il vostro modo di pensare ma non riteneteci colpevoli perché in questa pandemia ci abbiamo sofferto tutti soprattutto i ristoratori». Per contro, buona parte dei commenti ha difeso il locale e lo strumento del Green pass in generale.
Ma si pensa anche alle difficoltà che potrebbero essere riscontrate in termini di tempistiche mentre si è impegnati al bancone o in sala.
«In giro c’è ancora tanta gente che non è vaccinata – spiega Nicola Gismondi dell’omonimo e storico caffè Gismondi -. Si rischierà di non poter servire clienti che vorrebbero magari sedersi al tavolo, in compagnia. A noi spetterà poi il compito di chiedere di mostrarlo e torneremo un po’, controvoglia, a dover fare gli sceriffi per evitare una multa salata. Penso sarà una cosa problematica, che ci metterà in difficoltà e ritengo anche che dovrebbero essere le autorità a richiedere il Green Pass e non noi, non essendo un nostro compito. E’ un discorso che non credo sarà facile da affrontare».
Giorni difficili saranno anche secondo Francesco Barzillona del bar pasticceria L’Angolo del Dolce. «Secondo la mail girataci dall’associazione di categoria – dice – dobbiamo controllare noi i clienti tramite l’app C19 e ciò riguarda solamente quelle persone che usano i tavolini per fare colazione o coloro che giocano alle slot che si trovano all’interno dei bar; non per coloro che staranno al bancone. Al cliente invece – dice – serve solo il Green Pass che noi andremo a scannerizzare. Se non si conosce il cliente – aggiunge – dovremo chiedere anche il documento di identità. Sicuramente – spiega – qualche problema si presenterà. La sanzione poi, che parte da mille euro, sarà fatta al gestore».
Il problema principale, oltre al fatto di dover controllare chi andrà a sedersi, sarà pure quello di impiegare del tempo necessario a farlo. La collaborazione anche da parte del cliente sarà dunque fondamentale per permettere a chi ha un’attività, di poter lavorare.

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