
foto d’archivio
Nel pc migliaia e migliaia di file pedopornografici: il 49enne arrestato dalla Polizia Postale chiede di poter accedere alla messa alla prova. L’istanza è stata presentata questa mattina dal suo avvocato Germana Riso al gup Francesca De Palma, nel corso dell’udienza preliminare a cui si è arrivati dopo il giudizio immediato chiesto dal pm Marco Pucilli. L’accusa per il musicista residente in Vallesina è detenzione di materiale pedopornografico. Contestata l’aggravante dell’ingente quantitativo celato in un cloud e scoperto dalla Polizia Postale. Non essendo ancora pronto un programma di messa alla prova, deve stilarlo l’Uepe (Ufficio esecuzione pene esterne), il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo febbraio. L’imputato era presente in aula. Attualmente ha l’obbligo di dimora nel suo comune di residenza. Subito dopo l’arresto, scattato a settembre, era stato collocato a Montacuto. Il gip, poi, aveva deciso di scarcerarlo per metterlo ai domiciliari subito dopo la convalida dell’arresto. Era stata l’organizzazione internazionale Save The Children ad allertare gli inquirenti, avendo notato – con specifici organi di controllo – dei file potenzialmente ambigui scaricati dal 49enne, attualmente disoccupato e con dei lavori saltuari alle spalle, anche come insegnante di musica (lezione privati) ai ragazzi. Non sono mai stati denunciati comportamenti ambigui. I file scaricati, per la procura incamerati nell’arco di vent’anni, non sarebbero mai stati condivisi con altre persone. Sarebbe stato proprio il 49enne, che vive solo ed è incensurato, a chiedere la possibilità di un percorso riabilitativo. Se il giudice dovesse concederlo e se questo, alla fine, ottenesse un giudizio positivo, il procedimento potrebbe estinguersi.
(fe.ser)
Un milione di file pedopornografici raccolti per 20 anni: arrestato un musicista 49enne
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