
Giacomo Bugaro
di Luca Patrassi
Aeroporto, decolla la bagarre. La Regione, in particolare il governatore Francesco Acquaroli, ha nominato Giacomo Bugaro come membro del consiglio di amministrazione di “Ancona International Airoport”. Scelta che dovrà ora essere ratificata dalla società aeroportuale. Una decisione legata alla volontà di Palazzo Raffaello di trovare la pista giusta (più di decollo che di atterraggio) per uscire dalla china pericolosa innescata dal contenzioso tra la compagnia Aeroitalia e l’Atim, l’agenzia regionale per il turismo e l’internazionalizzazione. Contenzioso che rischia di avere effetti negativi a catena sull’aeroporto, sugli investimenti pubblici sostenuti per i volo di continuità, sul fondo privato che il pacchetto di maggioranza della società. Nello scorso mese di settembre (con il via libera del sindaco di Ancona Daniele Silvetti), Bugaro era stato nominato nel Comitato di gestione del porto.
Ieri, con una delibera di giunta, il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli gli ha appunto affidato l’incarico nel Cda di Ancona International Airport: il Cda ha tre componenti e la Regione Marche, che ha una quota azionaria di 8,5%, ne indica uno. Bugaro sarà dunque nel Cda con il presidente Hamish De Run (rappresentante del fondo Njord Partners che ha la maggioranza della società) e l’Ad Alexander D’Orsogna.
La nomina ha una sua motivazione precisa: il tempo stringe ed Acquaroli ha fretta di invertire la rotta che si sta palesando al Sanzio. Solo che in aeroporto – ad Ancona come nel resto del mondo, siano strutture private che pubbliche – contano i numeri più delle persone. I numeri sono quelli dei viaggiatori che salgono sui vari aerei, i numeri sono quelli dei velivoli che fanno rotta su Falconara e contribuiscono ai fatturati della società.
Possibile che Acquaroli abbia scelto Bugaro – un passato politico in Forza Italia, un impegno presente nell’associazionismo cattolico, – per vedere quali conseguenze potranno avere i numeri che si sono finora palesati. Non c’è solo, evidentemente, il conflitto tra Aeroitalia e Atim: ci sono gli investimenti pubblici fatti per avere i voli di continuità e – aspetto non secondario- ci sono quelli del fondo che ha la maggioranza del pacchetto azionario e che non è arrivato a Falconara per fare beneficenza. Bugaro arriva in pista a Falconara: da capire se con un mandato a ricucire gli strappi e a dare garanzie agli altri soci oppure per valutare altre soluzioni. La Regione ha sempre detto che considera l’aeroporto strategico per la promozione delle Marche, bene la dichiarazione di intenti ma, appunto, anche i numeri sono vitali dal movimento annuale dei passeggeri a quello dei velivoli.
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