Vede l’annuncio e investe in bitcoin:
viene truffata per oltre 7mila euro

JESI - La donna, all'ulteriore richiesta di 3mila euro, si è rivolta alla polizia. Gli agenti hanno denunciato i due autori del raggiro

La donna truffata si è rivolta alla polizia

Aveva notato sul web l’annuncio di una società dove veniva pubblicizzata la possibilità di effettuare investimenti iniziando con piccoli importi.
Così, una jesina di 72 anni, si è registrata ed è stata poi contattata sul cellulare da uno pseudo promotore finanziario che le comunicava che, per accedere al servizio di acquisto di bitcoin, avrebbe dovuto versare 250 euro per l’apertura di un conto online.
Effettuato il pagamento tramite home banking, la donna ha ricevuto la richiesta da parte del promotore di versare 2.000 euro a titolo di capitale da investire su un iban estero. Tuttavia, visto che l’app della sua banca non le consentiva ciò, le veniva comunicato un conto italiano su cui provvedere al pagamento.

Tenuto conto che l’addetto della società la informava che il capitale investito era aumentato fino ad un controvalore di oltre 7.000 euro, la 72enne ha chiesto di prelevare parte del capitale maturato. Per ottenere ciò avrebbe dovuto pagate la somma di oltre 1.000 euro. Effettuato anche stavolta il pagamento all’iban indicatole, ha ricevuto un’altra richiesta pari a 2.200 euro per commissioni bancarie. Effettuato il bonifico, ecco però l’ennesima richiesta di denaro di 2.480 euro con la quale avrebbe potuto accedere al servizio, eseguendola.
Arrivata la richiesta di ulteriori 3.000 euro per terminare la procedura, la donna ha fatto sapere al promotore di non voler continuare e di avere indietro le somme spese. Non ricevendo nulla, si è accorta di essere stata truffata e si è rivolta alla polizia.
Avviate le indagini, gli agenti del Commissariato sono risaliti agli intestatari dei conti corrente nei quali erano confluite le somme: un 54enne della provincia di Pavia e un salernitano 62 enne con precedenti per truffa.
I due, raggiunti dalla polizia del posto su delega del Commissariato jesino, sono stati denunciati per truffa aggravata dall’essere il fatto commesso a distanza mediante l’utilizzo di strumenti telematici idonei ad ostacolare la propria identificazione.

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