La Sala Gialla si spacca
sulla mozione pro Gaza:
emendamento bocciato, FdI si astiene

OSIMO - L'atto approvato oggi pomeriggio con i voti della maggioranza di centrosinistra e il gruppo di minoranza Progetto civico Osimo 2030 chiede il riconoscimento dello Stato sovrano di Palestina, la fine dei bombardamenti, la cessazione della vendita di armi a Israele, l’apertura di corridoi umanitari e di gemellaggi, il rilascio degli ostaggi e l’esposizione della bandiera palestinese sulla facciata di palazzo comunale. Seduta sospesa due volte per mediare l'integrazione delle modifiche proposte da Fratelli d'Italia e per i cartelli alzati in aula dai proPal tra il rumoreggiamento del pubblico e i richiami del presidente del Consiglio Simone Pugnaloni

Amina Aboufares El Alaoui

 

Osimo ha fatto la sua parte e ha unito la sua voce a chi nel mondo invoca la pace nella Striscia di Gaza approvando la mozione che impegna l’Amministrazione comunale a chiedere al governo italiano di insistere per la fine dei bombardamenti israaelinai sui gazawi e per arrivare ad un cessate il fuoco immediato e definitivo. Con l’atto si sollecita inoltre la cessazione della vendita di ami diretta o indiretta a Israele, l’apertura di corridoi umanitari e di gemellaggi, il rilascio degli ostaggi e il riconoscimento dello Stato sovrano di Palestina. Si propone inoltre l’esposizione della bandiera della Palestina sulla facciata di palazzo comunale. Una mozione simile quella votata in tanti altri Comune marchigiani che però ha spaccato oggi pomeriggio la Sala Gialla e che è stata approvata solo con il sì dei gruppi della maggioranza di centrosinistra e di opposizione di Progetto civico Osimo 2030 ma con l’astensione di quello di minoranza di  Fratelli d’Italia dopo la bocciatura dell’emendamento che i rappresentanti del partito della premier Meloni avevano presentato.

Il gruppo consiliare di Fratelli d’Itali Osimo

L’emendamento di FdI è stato ritenuto irricevibile dai consiglieri di maggioranza non tanto perché proponeva di citare nel testo la strage del 7 ottobre 2023 ad opera di Hamas per raccontare la storia in modo equilibrato, ma perchè  suggeriva il riconoscimento dello Stato di Palestina, ritenuto al momento solo un atto simbolico, al pari di quello di Israele, nell’ottica dei ‘due Stati e dei due Popoli’ e di quella di 2 Stati che per poter esistere in pace si devono riconoscere. Chiedeva poi di cancellare i riferimenti allo Statuto comunale e all’articolo 11 della Costituzione (che recita “l’Italia ripudia la guerra”) solo perchè la’rgomento aveva un tglio internazionale. La modifica  presentata dai consiglieri Staffolani, Magi e Calcaterra avrebbe voluto inoltre eliminare lo stop all’invio di armi perché c’è già una legge del 2023 che vieta di sottoscrivere nuovi contratti per la vendita di armamenti e sui vecchi c’è una valutazione in corso caso per caso. Infine cassava anche l’esposizione della bandiera palestinese sulla facciata del municipio, perchè non prevista nel nostro ordinamento e perchè purtroppo sono in atto 56 conflitti bellici nel mondo.

La sindaca Michela Glorio con il presidente del Consiglio Sismone Pugnaloni

La seduta odierna, aperta dalla testimonianza in collegamento web della scrittrice e attivista per la causa palestinese Hanin Soufan, è stata sospesa due volte. La prima per permettere ai consiglieri di tutti gli schieramenti di confrontarsi e mediare l’integrazione dell’emendamento presentato da FdI al testo originario della mozione, ipotesi andata però a vuoto. La seconda prima del voto finale per il rumoreggiare e l’esposizione dei cartelli delle attivisti proPal seduti tra il pubblico e che non ne hanno voluto sapere dei richiami formali del presidente del Consiglio Simone Pugnaloni (candidato alle prossime Regionali nella lista Pd-Ricci Presidente) al rispetto del luogo istituzionale. Prima della votazione, al rientro nell’emiciclo Pugnaloni si è poi dovuto assentare per impegni pregressi lasciando il testimone alla guida del parlamentino cittadino al vice presidente Paolo Strappato.

Matteo Sabbatini e Francesco Pirani

Mentre Progetto civico Osimo 2030, per voce di Matteo Sabbatini e Francesco Pirani, si è concentrato sulla sostanza dell’atto («va posto fine al massacro») annunciando il proprio voto favorevole alla mozione, la capogruppo Michela Staffolani (FdI) e i suoi colleghi di gruppo hanno invece optato l’astensione. Lei stessa ha voluto chiarire che la mozione «era condivisibile ma quando siamo usciti dalla riunione dei capogruppo era chiaro che non l’avremmo votata. – ha rimarcato – Ce ne siamo ritrovati a votare un altro testo oggi rispetto a quello iniziale, molto diverso. Avevamo già paventato l’ipotesi di una astensione nella discussione per alcuni punti non condivisi. Per questo avevamo presentato l’emendamento. Il nostro intento non era quello di politicizzare la questione. Ci asterremo perché se lo spirito di questo atto è condiviso da tutti, abbiamo chiesto solo che ci fosse una completezza nell’informazione tanto che abbiamo lasciato identiche le conclusioni e volevamo solo integrato i presupposti».

Hanin Soufan

Prima del voto finale la sindaca Michela Glorio ha fatto osservare che oltre alla mozione votata, Osimo è pronta a dare seguito alle parole con atti concreti. «Sono molto soddisfatta del dispositivo di questo atto e voglio far rilevare che alcuni colleghi di minoranza avevano chiesto di riconoscere lo Stato di Israele, quindi non è solo forma ma anche sostanza diversa tra le nostre idee. Sulla questione delle armi inoltre le minoranze non erano d’accordo a trattare perché lo volevano togliere. – ha eccepito- Da qui a Natale organizzeremo una serie di eventi per sensibilizzare gli osimani sulla questione. Parte degli impegni trascritti nella mozione rappresentano azioni concrete che siamo convinti di mettere in campo. – h ssottolineto la sindaca – Questa mozione non sarà solo simbolica. Ringrazio anche gli attivisti del Coordinamento Italia Palestina che oggi stanno assistendo al Consiglio comunale e mi dispiace averli forse delusi. Mi hanno consegnato in campagna elettorale una mozione distante da quella che oggi approviamo ma che abbiamo letto attentamente e che abbiamo ricordato nella mozione in un passaggio e della quale condividiamo i valori. Con i fatti concreti vi potrete ricredere vendendo il nostro impegno» ha garantito Glorio.

Simonetta Tirroni

Ha chiuso la lunga carrellata di interventi l’assessora alla Pace, Simonetta Tirroni che ha comunicato l’adesione come amministrazione comunale alla Marcia della Pace di Perugia con il gonfalone comunale.«Diciamo no alla guerra a 360°. – ha specificato – Quella di Gaza non è un guerra perché c’è un popolazione inerme che viene attaccata. Il genocidio deve finire. Noi ci muoveremo con Gaza nel cuore ma anche con tutti i popoli che in questo momento vivono un conflitto. La marcia della pace verrà preceduta da un incontro, il sabato, per raccontare che cos’è e come è nata questa iniziativaa. Vogliamo inoltre allestire la mostra ‘Hard of Gaza’ e ci piacerebbe coinvolgere le scuole per far vedere ai nostri bambini, ai nostri figli, ai nostri ragazzi che cosa vivono i loro coetanei solo geograficamente lontani. Vogliamo aderire alla campagna di Emergency ‘Ripudia’. Vogliamo poi cercare di commuovere l’apertura di un corridoio umanitario, cercando di ospitare qui famiglie che abbiano la possibilità di sfuggire dall’atrocità che stanno subendo». In chiusura l’assessora ha espresso il desiderio di poter ospitare anche Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, in un incontro pubblico da organizzare a Oimo.

Il vice presidente del Coniglio comunale Paolo Strappato

Tra gli interventi più toccanti registrati in aula va segnalato quello della consigliera Amina Aboufares El Alaoui. «Nessuna mozione potrà mai restituire giustizia al popolo palestinese, a tutto quello che ha sofferto in questi anni, però questo è un punto di partenza – ha scandito la consigliera di maggioranza del gruppo ‘Michela Glorio Sindaco’ – Tutti dobbiamo agire in piccola e larga scala. E’ importante non pensare alla propria appartenenza politica ma bisogna pensare con il proprio cervello ed il cuore. Non necessariamente deve essere ripetuto ciò che viene detto dall’alto. Dobbiamo unirci e oggi possiamo dimostrare che siamo dalla parte giusta della storia. Astenersi significa non prendere posizione e neppure essere d’accordo nella sostanza. Cerchiamo di dare onore, coerenza e giustizia alle parole come ‘Diritto Internzionale’, ‘Umanità’. Sono molto contenta delle azioni concrete annunciate dalla sindaca e dall’assessora. E’ molto facile parlare di pace in maniera fine a se stessa ma per raggiungerla bisogna fare un percorso e bisogna prendere posizioni anche scomode. La memoria ci deve guidare nel presente per prendere posizioni giuste insieme, in quanto essere umani» ha concluso Amina Aboufares El Alaqui.

(Redazione CA)

La votazione finle della mozione

La votazione dell’emendamento, bocciato dall’aula

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