Fiera della Pesca come l’Ambasciata:
accoglie più di 1200 bengalesi per pratiche
di rinnovo del passaporto e certificati

ANCONA -  Sportelli e procedure sono stati allestiti per questo fine settimana negli spazi dell’associazione Accademia di Babele, con donne, bambini oltre ai tantissimi uomini provenienti da tutte le Marche a popolare il piazzale davanti all’ingresso della struttura anche per ore, data la mole di richieste e di lavoro. La comunità originaria del Bangladesh è la più numerosa in città ed è quantificabile al 19,7% di tutti gli stranieri presenti nel capoluogo di regione

Ancona, la fila davanti alla Fiera della Pesca per il rinnovo dei documenti con i funzionari dell’Ambasciata del Bangladesh

 

di Marco Benedettelli

Giornate di intenso lavoro burocratico per la comunità bengalese. Anche quest’anno funzionari dell’Ambasciata del Bangladesh hanno allestito uno sportello a Ancona per fornire servizi ai propri concittadini che fin dalle prime ore del mattino si sono addensati davanti ai locali della Fiera della Pesca per pratiche di rinnovo del passaporto, richiesta di certificati e altre procedure. Sono più di 1200, secondo gli organizzatori, le persone in arrivo da tutta la regione e non solo. L’appuntamento, che si ripete ormai a scadenza annuale, è da sabato mattina fino a domenica sera.

 

Bengalesi in arrivo da tutte le Marche

 

«A Ancona la comunità bengalese è molto numerosa, occorrerebbero almeno due occasioni del genere all’anno per soddisfare al meglio le pratiche – spiega il counselor Ashif Anam Siddique, al tavolo dove si raccolgono le domande per il rinnovo del passaporto –  Lo scorso anno il servizio si è tenuto a dicembre, prima di Ancona siamo stati a Firenze e a Pisa».  Sportelli e procedure sono allestiti negli spazi dell’associazione Accademia di Babele, con donne, bambini oltre ai tantissimi uomini a popolare il piazzale della Fiera della Pesca, in fila davanti all’ingresso della struttura anche per ore, data la mole di richieste e di lavoro.

 

 

«L’Associazione Bangladesh Marche anche quest’anno ha contribuito all’organizzazione dell’appuntamento  – spiega il suo presidente Md Dulal, imprenditore approdato a Ancona negli anni 90 e attivo nel settore della cantieristica –  Abbiamo individuato gli spazi. Ci sono i nostri volontari che accolgono le persone nella hall di ingresso, smistano le richieste, forniscono i primi moduli. È un servizio che evita alla nostra comunità di spostarsi, per famiglie numerose si tratta di un risparmio anche di 500 euro di viaggio».

 

Il piazzale della Fiera della Pesca gremito di bengalesi

 

Oltre la porta, nella “Sala delle Feste” del Centro congressi Accademia di Babele, i funzionari rispondono a richieste di servizi consolari che altrimenti dovrebbero essere presentate all’Ambasciata bengalese a Roma. Rilevazioni biometriche, rinnovo dei certificati di nascita o di matrimonio per esempio, attivazione di convenzioni che il governo di Dacca può fornire ai propri cittadini residenti all’estero per casi di rimpatrio, concessione di visti per il Bangladesh  a chi ormai ha cittadinanza e passaporto italiano. La pratica più richiesta è quella di rinnovo del passaporto bengalese, in scadenza o per smarrimento.

 

Il tavolo delle rilevazioni biometriche

 

La partecipazione massiccia all’appuntamento consolare risponde alla rilevante presenza di bengalesi ad Ancona, che è la comunità di origine migrante più numerosa in città. Secondo le ultime rilevazioni Istat, è quantificabile al 19,7% di tutti gli stranieri presenti nel capoluogo, con circa 3000 persone registrate, due terzi uomini e un terzo donne. Il loro radicamento è determinato dall’impegno lavorativo nella cantieristica, settore che al porto assorbe circa 2100 operai di origine straniera, per stragrande parte proprio dal Bangladesh.

 

Il rinnovo dei passaporti

 

È una manodopera che svolge di norma le mansioni meno qualificate e più faticose, come la coibentazione delle navi, spingendosi in condotte e pertugi profondi all’interno degli scafi in costruzione, attività che nessuno vuole fare. Ci sono ormai generazioni di padri e figli fra gli operai, a busta paga del centinaio di ditte che lavorano in appalto nei cantieri. Il flusso è consolidato, i bengalesi arrivano in particolare dalla regione di Madaripur, una delle più povere del paese, convergendo a Ancona attraverso una rete di passaparola e relazioni. La maggior parte ottiene i documenti tramite i ricongiungimenti familiari o con il decreto flussi di manodopera migrante.

 

La sala delle feste del Centro congressi Accademia di Babele gremita

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