Avvocati, magistrati e liceali
simulano un processo penale
per il reato da ‘Codice Rosso’

JESI – Il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine forense di Ancona ha organizzato per domani un incontro con gli studenti del liceo classico “Vittorio Emanuele” in occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”

Violenza e Consenso” è il titolo dell’incontro organizzato dal Comitato Pari Opportunità presso l’Ordine degli Avvocati di Ancona con gli studenti del Liceo Classico “Vittorio Emanuele” di Jesi in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne celebrata lo scorso 25 novembre. La mattinata prevede un confronto sul tema e la simulazione di un processo penale per violenza di genere. L’appuntamento è fissato per giovedì 4 dicembre dall ore 10. «Si tratta – spiega l’avvocato Paola Terzoni presidente del Comitato Pari Opportunità presso l’Ordine degli Avvocati di Ancona – di una grande opportunità per accendere le luci sul tema, ma l’impegno di tutti deve essere quello di far sì che queste luci non si spengano mai».

All’iniziativa di Ancona partecipano l’avvocato Gianni Marasca, presidente Ordine degli Avvocati di Ancona, la dottoressa Valentina D’Agostino, procuratore presso il Tribunale di Ancona, i membri del Cpo, gli avvocati Serenella Bachiocco, Laura Catena, Federica Negretti, Francesco Nepi e Virginia Reni e Riccardo Somma. L’intento è quello di formare e informare i giovani sulle modalità nelle quali si svolge un processo penale con la denuncia di un possibile reato, le indagini preliminari, l’archiviazione o il rinvio a giudizio, l’udienza preliminare col dibattimento e quindi la sentenza di primo grado.

Il tema è al centro anche del dibattito politico. La Camera dei Deputati ha approvato il ddl che istituisce il reato di femminicidio all’unanimità mentre la tematica che riguarda il “consenso” è ancora al centro del confronto. Si andrebbe a modificare l’articolo 609bis del Codice penale stabilendo che «chiunque compie o fa compiere o subire atti sessuali a un’altra persona senza il consenso libero e attuale di quest’ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni». La pena si applica anche a chi «costringe taluno a compiere o a subire atti sessuali con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità», a chi «induce taluno a compiere o a subire atti sessuali abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica o di particolare vulnerabilità della persona offesa», o traendola in inganno. «Si tratta di punti – conclude Terzoni – che andremo ad illustrare agli studenti promuovendo con loro un confronto».

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