di Sabrina Marinelli
Sono tornati a casa madre e figlio di origine rumena, arrestati mercoledì sera con l’accusa di avere sequestrato, costringendola a subire violenze, una 16enne loro connazionale. Ieri il giudice del Tribunale di Ancona ha convalidato l’arresto disponendo la scarcerazione. Così ha deciso nel corso dell’udienza oltre a secretare gli atti, essendo la vittima minorenne. La versione dei due non è quindi nota ma di certo c’è che respingono ogni accusa. «Il giudice ha disposto l’immediata scarcerazione in quanto non sussistono le esigenze cautelari – spiega l’avvocato Fabiana Ippoliti, legale degli indagati, che definisce l’impianto accusatorio – debole e contraddittorio nonostante i gravi reati contestati, che si basano esclusivamente su quanto riferito dalla ragazzina. Non ci sono prove concrete. .Non c’è stata alcuna violenza sulla minore – insiste – nemmeno la sua riduzione in schiavitù anzi sono state poste all’attenzione del giudice prove di circostanze contrarie. Tanto da decidere per l’immediata scarcerazione degli indagati. Rigettiamo totalmente le accuse. I miei assistiti abitano da 25 anni in Italia e sono bene integrati nella comunità». 
Madre e figlio, seppure siano tornati liberi, restano indagati per i reati di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, violenza sessuale e lesioni. A puntare il dito contro di loro è stata la 16enne che nel primo pomeriggio di mercoledì ha lanciato l’allarme, facendo una telefonata per chiedere aiuto, approfittando del fatto di essere rimasta sola in casa. Così ha poi riferito agli inquirenti. In poco tempo è stata raggiunta da mezzi sanitari, diverse pattuglie dei carabinieri e due della municipale. L’intervento è partito per una non meglio specificata violenza domestica. Una volta sul posto è emersa una situazione drammatica. E’ stata proprio la minore a raccontare di essere stata adescata in chat dal giovane, più grande di lei, e di essere stata rinchiusa in quella casa da cui non poteva più uscire.
Tra quelle mura sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali contro la propria volontà e anche picchiata ogni volta che tentava di ribellarsi. sia da lui che dalla madre. Accuse che i diretti interessanti hanno però smentito ieri davanti al giudice, raccontando una realtà ben diversa. La 16enne si trova adesso in una comunità protetta, assistita dai servizi sociali. E’ stata portata al sicuro una volta dimessa dall’ospedale di Torrette dove era stata trasferita nell’immediatezza dei fatti. Proseguono intanto le indagini dei carabinieri su una vicenda che ha sconvolto la tranquilla comunità di Montemarciano. I residenti vorrebbero organizzare una manifestazione, magari una fiaccolata. Alcuni ne hanno parlato ieri ma ancora nulla di deciso.
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