Per secoli hanno rappresentato un esempio straordinario di coesione della comunità di appartenenza. Le confraternite, associazioni cristiane di laici votate a compiere opere caritatevoli e a incrementare devozione e culto, erano un mondo dove le gerarchie e le differenze sociali si dissolvono in un sentimento di reciproca fratellanza e solidarietà tra uomini. In passato, nobili e popolani si dedicavano insieme all’aiuto materiale e morale verso i bisognosi, assicuravano degna sepoltura ai defunti, offrivano ospitalità ai pellegrini. A partire dal XII secolo questi sodalizi si diffusero anche nelle Marche e la loro opera di mutua solidarietà continua. Stamattina a Offagna si è ripetuto l’appuntamento annuale con il convegno diocesano delle Confraternite e Pie Unioni. Quest’anno l’incontro è stato organizzato dalla Confraternita del Sacramento di Offagna, guidata dal priore Antonio Spadaccini, e dalla Confraternita della Buona Morte. Più di 90 confratelli provenienti anche da Filottrano, Osimo, Numana e dal Poggio di Ancona, si sono ritrovati alle 9 nella canonica della chiesa di San Tommaso ad Offagna. Da qui tutti i sodalizi con gli abiti colorati e con le loro insegne hanno svolto una breve processione per arrivare alla chiesa di San Tommaso e incontrare l’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Angelo Spina. Alle 10.30 il corteo si è quindi spostato fino alla chiesa del Sacramento sfilando di nuovo in piazza per partecipare alla Santa Messa. Smessi gli abiti solenni, la festa si è conclusa in allegria con una conviviale nel convento di Santa Zita.
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