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Partito Possibile mette in guardia:
“Gli 88 letti di Osimo all’Inrca”

SALUTE - "Siamo stati facili profeti" dicono i civatiani che fanno i conti in tasca ad Asur e Regione sui costi spesi per il contenzioso sul cantiere del nuovo ospedale di Camerano e per l'acquisto della palazzina dell'Interporto

L’inrca dela Montagnola di Ancona

Si definiscono “facili profeti” gli attivisti di Partito Possibile che in una nota tornato ad approfodnire il tema della fusione tra l’Inrca di Ancona e l’ospedale di Osimo. “L’ospedale di Osimo è destinato ad essere assorbito. Ora almeno, le scelte della Regione e conseguentemente dell’Asur Marche, non vengono più sottaciute come hanno fatto finora, nella speranza che i cittadini di Osimo e della Valmusone non si rendessero conto di quanto stava avvenendo in termini di riduzione di Posti Letto, destinati a confluire nella struttura Inrca”.

Si ipotizza di concretizzare la fusione delle due strutture entro settembre (leggi l’articolo) e secondo i civatiani “la Regione e l’Asur cercano chiaramente di spostare l’attenzione su problemi del tutto inesistenti quali la collocazione contrattuale del personale da trasferire, facendo finta di non sapere che il contratto nazionale della Sanità Pubblica è uno ed uno soltanto. Il punto fondamentale, la novità, è invece costituita dalla certezza che il presidio diventerà altro, in barba alle forti aspettative del territorio e dei cittadini. Menzognera risulta altresì l’affermazione secondo la quale, la struttura osimana, se non si fondesse con l’Inrca, sarebbe destinata ad essere ridimensiona e ad avere solo alcune specialità. Infatti è stata la stessa Riforma Sanitaria Regionale con la determina 735 del 2015 che affidava all’ospedale una serie di Specialità in equilibrio con quelle di Fabriano, Senigallia, Jesi, a riconoscere al territorio una funzione strategica dentro la Visione di Presidio Unico Ospedaliero di Area Vasta”.

Le gru ferme nel cantiere del nuovo Inrca all’Aspio di Camerano

Possibile ricorda che ad Osimo erano attribuite da quegli atti 4 Unità Operative Complesse, 8 Unità Operative Semplici e 2 Dipartimentali, tra le quali Medicina Interna, Malattie dell’Apparato Respiratorio, Endoscopia Digestiva, Chirurgia d’Urgenza etc. “Proprio queste strutture sono a rischio perché vengono sottratte al circuito Asur e affidate alla collaborazione con l’Inrca e successivamente alla cessione del ramo d’azienda. Sarà l’Inrca a determinare il futuro del presidio di Osimo che come affermato dallo stesso direttore Asur non potrà più ricevere finanziamenti ministeriali se non sarà rispettata la vocazione di cura e ricerca per l’anziano. Gli 88 Posti Letto del nosocomio osimano apparterranno, di fatto, all’Inrca che li orienterà non alle funzione di rete ma alle proprie”. Un dubbio che ieri pomeriggio è stato sollevato da diversi esponenti delle minoranze nell’aula del consiglio comunale di Osimo (leggi l’articolo).

L’ospedale Ss. Benvenuto e Rocco di Osimo

Sotto la lente d’ingrandimento di Possibile, insomma, tutta l’operazione sarebbe finalizzata “a ridurre le dimensioni dell’Area Vasta 2 ed alla riduzione dei costi, sottraendo la struttura non solo al territorio della Valmusone ma anche alla città di Ancona che comunque non potrà, almeno teoricamente, utilizzare gli Ospedali Riuniti di Torrette perché comunque destinati all’alta specialità. Se di risparmi si tratta, allora diventa obbligatorio chiedersi perchè l’Asur acquista la palazzina di Interporto costata 15 milioni di Euro per fare magazzino centralizzato e Nuova sede 118, nonché una cosa veramente meritevole di chiarezza come la nuova sede della Protezione Civile. Non capiamo perché la sede della Protezione Civile dipendente dal Ministero dell’Interno, debba essere acquistata dall’Asur” (leggi l’articolo).

Il cortile dell’ospedale di Osimo

Il comitato Possibile ‘Stamra’ di Ancona pone infine un’ultima domanda: “L’Asur ha preso nella dovuta considerazione le palazzine di sua proprietà nella sede del Cras per evitare un investimento così dispendioso su Interporto? Per quanto riguarda la famosa e ipotetica nuova struttura Inrca all’Aspio conviene ricordare che ci è già costata 2.5 milioni di euro per risolvere il contenzioso con la ditta Salc e poter far ripartire i lavori la cui conclusione in un primo momento era stata prevista per il 2016”.

 

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