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Commissione d’inchiesta Aerdorica,
sentiti Massei e Saronne

ANCONA - I consiglieri regionali chiamati a far luce sulle vicende della società che gestisce l'aeroporto delle Marche hanno aperto il ciclo di audizioni, partendo dall'attuale amministratore unico e dal componente del Cda negli anni 1999-2006

La commissione d’inchiesta su Aerdorica riunita al Palazzo delle Marche (foto di archivio)

 

Commissione d’inchiesta su Aerdorica, oggi pomeriggio (21 marzo), ascoltati l’amministratore unico Federica Massei e Giovanni Saronne, componente del Cda della società dal 1999 al 2006. Le prime audizioni svolte dai consiglieri regionali chiamati a far luce sulle vicende legate alle passate gestioni della società che gestisce l’aeroporto delle Marche rappresentano «solo una parte del lavoro di studio e approfondimento che la Commissione sta portando avanti dal momento del suo insediamento lo scorso 2 marzo», le parole del presidente Sandro Zaffiri. «Una modalità – ha proseguito – che si incrocia con l’indagine sulle carte, sui documenti di bilancio di Aerdorica e sulle proposte di piano industriale». Proprio rispetto alle prospettive di rilancio, il presidente Zaffiri ha espresso forte scetticismo per «la totale assenza di concretezza. Da una prima analisi del piano industriale – ha affermato – non parrebbero sussistere elementi di progettualità concreta, ma soltanto argomentazioni fondate su speranze e auspici. Un piano vaporoso – lo ha definito il consigliere della Lega Nord – che poggia su una generica speranza di miglioramento delle condizioni di mercato, del traffico di passeggeri e merci, del reperimento di vettori aerei, in uno scenario che possa così salvaguardare credibilmente anche il personale e l’intero indotto». Decisamente meno severo il commento del vicepresidente della Commissione, Enzo Giancarli (Pd). «Dagli incontri ho avuto due conferme – ha rilevato Giancarli – con Saronne, la fase della crescita dell’aeroporto delle Marche, con Massei, la fase del rigore, della trasparenza, della capacità, del coraggio con cui svolge il proprio ruolo, attraverso un duro lavoro, per costruire un piano industriale e di risanamento, condizione essenziale per far vivere e per restituire valore strategico allo scalo marchigiano».

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