facebook rss

«Lo perdono, ritiro la querela»
ma il marito violento viene
condannato lo stesso

ANCONA – Il giudice ha stabilito per l’uomo, un pakistano di 52 anni arrestato lo scorso ottobre per maltrattamenti in famiglia, una pena di 2 anni di reclusione. Nonostante la decisione della donna di ritirare la denuncia, il processo è andato comunque avanti perché il reato è procedibile d’ufficio

Il tribunale

 

«Voglio lasciarmi tutto alle spalle e riaccoglierlo a casa, nonostante le botte subite. Spero che le cose miglioreranno». È con queste parole che una donna pakistana di 49 anni, residente a Santa Maria Nuova, ha espresso questa mattina in tribunale l’intenzione di voler ritirare le denunce sporte nei confronti di suo marito, connazionale di 52 anni, per maltrattamenti in famiglia. Il tentativo di salvare il coniuge, in carcere da due mesi dopo aver violato l’obbligo di non avvicinarsi al nucleo familiare imposto dal giudice, non è servito. Dato che per il reato di maltrattamenti si procede d’ufficio, il processo è andato avanti e l’uomo è stato condannato dal giudice a scontare 2 anni di reclusione. È stata anche stabilita la revoca della misura cautelare del carcere. Lo straniero, quindi,   può tornare a casa, dalla moglie e dai suoi tre figli. Secondo quanto contestato dalla procura, il 52enne aveva alzato le mani sulla moglie a partire dal 2006. Per oltre 11 anni l’avrebbe picchiata, minacciata e sminuita davanti ai figli. Una situazione di tensione incrementata ulteriormente da condizioni economiche estremamente precarie. A luglio 2016, la 49enne aveva deciso di rivolgersi ai carabinieri, raccontare tutta la vicenda e sporgere denuncia nei confronti dell’uomo. Il gip aveva decretato il divieto di avvicinamento alla casa familiare. Violato più volte, per il pakistano si sono aperte le porte del carcere lo scorso ottobre. Dopo due mesi, la libertà ritrovata anche grazie alla decisione della moglie di perdonarlo e ritirare le accuse.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X