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“Àbito”: quando il design non è solo
la forma di un oggetto, ma cultura

ANCONA - Parte la nuova rassegna ideata dall'architetto Vittoria Ribighini dopo il successo di due anni fa della Via Maestra. Spettacoli, mostre, installazioni, degustazioni, alla scoperta dell'essenza più profonda del design che permea ogni aspetto del quotidiano. Un viaggio lungo sette mesi, anche per i non addetti ai lavori, durante il quale si incontreranno e dialogheranno tra loro designer di professione, aziende, artisti, imprenditori del food, giornalisti

àbito

 

L’architetto Vittoria Ribighini

 

Il design non solo come forma degli oggetti, ma anche come arte e pensiero, come filosofia e modo d’essere. Design come àbito, ovvero qualcosa che siamo abituati ad avere sempre con noi. È da qui che nasce la nuova rassegna a cura dell’architetto Vittoria Ribighini che dopo il successo di due anni fa con la Via Maestra – dedicata alla strada dove vive e lavora, intitolata a Pizzecolli, mercante ed umanista forse non noto appieno dalla città – ci riprova in grande (più appuntamenti, più location, più contaminazione tra professioni ed arti) con “Àbito”, appunto, iniziativa dedicata al design. «Una rassegna di incontri, performance e installazioni aperti alla città, che vede coinvolti architetti, giornalisti, designer, attori, imprenditori e artisti di respiro nazionale e internazionale − definisce l’iniziativa la stessa Ribighini −. Per raccontare, riflettere e approfondire il senso del design, la sua filosofia, le sue storie: quello straordinario incontro fra curiosità, voglia di sperimentare e mixare cultura, competenze, imprenditori illuminati e comunicazione». Un programma ricco, da qui alla fine dell’anno, con il primo appuntamento sabato prossimo 19 maggio, che ha l’ambizione di non rivolgersi solo agli addetti ai lavori, ma al grande pubblico, utilizzando linguaggi diversi. Il primo, quello del teatro, grazie alla presenza dell’attrice e autrice Laura Curino, che al ridotto del Teatro delle Muse, sabato 19 maggio alle 21, racconterà la nascita e l’ascesa del design milanese nel suo “Mani grandi, senza fine”.

Se la Via Maestra nasceva per riscoprire la storia di questa strada antica, del personaggio che le dà il nome , per valorizzare quella che era la via principale della città, col tempo dimenticata, perché ora “Àbito”? «Per dare valore al nostro design, ai maestri dell’architettura e al nostro paesaggio − spiega Vittoria Ribighini −, proseguendo in un certo senso nel solco tracciato dalla Via Maestra. È importante riflettere e far crescere questa cultura del design, perché investe tutto il nostro modo di abitare e perché, prima ancora che disegno, è pensiero e progetto. Inteso nella sua accezione più ampia di architettura, ha una grande rilevanza sociale. Àbito è stato voluto − prosegue − perché Ancona si merita di diventare un polo culturale-turistico importante, vuoi per la professionalità e cultura di alcuni, che purtroppo non sono molto considerati) vuoi per la posizione naturale della città e le sue preesistenze storiche».

E se, come si diceva, il design permea ogni aspetto della vita quotidiana, non poteva che essere naturale coinvolgere nella rassegna personaggi che esprimono, a vario modo, la cultura del design: dal designer di professione, agli imprenditori del food, agli attori ed artisti, a scrittori e giornalisti. Tre le location che in questo viaggio lungo sette mesi (maggio-dicembre) ospiteranno incontri e performance, non solo il Ridotto delle Muse, ma anche la Loggia dei Mercanti e l’atelier Vittoria Ribighini. Quattro i temi – Trasparenza, Paesaggio, Leggerezza e Luce – su cui si svilupperanno le conversazioni con i professionisti, le esposizioni delle grandi aziende partner del progetto all’atelier Righibini ed a cui si ispireranno i vernissage dell’architetto e designer, Roberto Giacomucci, e le creazioni culinarie dei quattro imprenditori del food coinvolti in “Àbito”.

IL PROGRAMMA. Si parte dunque il 19 maggio alle Muse con lo spettacolo di Laura Curino. Una performance teatrale sui personaggi del design e dell’architettura e le loro relazioni virtuose con imprenditori illuminati che hanno portato alla nascita di prodotti ormai iconici, diventati parte della memoria collettiva.

Poi appuntamento al 29, alla Loggia dei Mercanti, alle 17,30, con il giornalista e conduttore televisivo Giorgio Tartaro che incontrerà l’architetto e designer Giuseppe Bavuso e Davide Malberti, amministratore delegato di Rimadesio. La sera, alle 19,15, all’atelier Ribighini, il vernissage “Il Chiodo di Mari” di Roberto Giacomucci, dedicato al tema della “Trasparenza” con le proposte di Rimadesio e per la parte food dell’Enocioccolateria Brunelli.

Si prosegue l’11 giugno al Ridotto delle Muse alle 21 dove Michele De Lucchi, indiscusso “guru” dell’architettura e del design dialogaherà con Manuel Orazi.

Secondo giro alla Loggia dei Mercanti il 15 giugno, sempre alle 17,30, Giorgio Tartari intervisterà l’architetto e designer Paola Navone e Michele Gervasoni, titolare di Gervasoni 1882. Appuntamento dedicato al “Paesaggio”, tema che si ritroverà all’atelier Ribighini con l’installazione, sempre a cura di Giacomucci “House of Birds” alle 19,15, alle creazioni del gusto dell’azienda Si.Gi. Per i mesi di giugno e luglio focus sul paesaggio con le proposte di Gervasoni.

Si riparte dalle Muse il 7 ottobre alle 18.30, incontro con Tullio Pericoli, pittore e disegnatore, a cura di Manuel Orazi, mentre alla Loggia dei Mercanti, il 12, alle 17,30 sarà la volta della brand manager e del sales manager Italia di Arper, Chiara Davanzo e Alberto Pinos, sempre ospiti di Tartaro. Ottobre/novembre mese dedicato alla “Leggerezza” all’atelier Ribighini con le proposte di Arper, ed il 12 ottobre alle 19,15 il vernissage “Ventotene” sempre a cura di Giacomucci, mentre la parte food sarà curata dall’Azienda agraria Trionfi-Honorati.

Chiude il ciclo degli incontri alla Loggia dei Mercanti Davide Groppi della Davide Groppi il 16 novembre, 17,30, con le sue produzioni ispirate al tema della “Luce” esposte poi all’atelier Ribighini tra novembre e dicembre. Seguirà, sempre il 16 novembre, alle 19,15, all’atelier Ribighini l’ultimo vernissage di Giacomucci “Fotonica”, anch’esso ispirato alla Luce come gli assaggi dell’azienda del Carmine, ultimo ospite dello show room dell’architetto.

«Come si capisce dal programma − ci tiene a sottolineare Ribighini − “Àbito” è un grande lavoro di squadra, non solo per i partner dell’iniziativa, ma soprattutto per chi mi ha aiutato a realizzare questo grande progetto, Alessandra Montanari per il supporto trentennale in atelier, Annatildestudio per naming e concept, Modi di Vedere per la comunicazione visiva, Francesca Lillini web, social e fotografia, Roberto Giacomucci per le collezioni in serie limitata di oggetti di design, Giorgio Tartaro e Manuel Orazi per incontrare e conversare con gli architetti, i designer e gli imprenditori».

(A. C.)

 

 

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