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Pedemontana Fabriano-Matelica,
appello al nuovo governo:
«Cancellatela dalle grandi opere»

IL COMITATO di cittadini torna in pressing affinché vengano sospesi i lavori di quest'opera considerata inutile e dannosa

Lavori sulla pedemontana (Foto d’archivio)

 

Quale futuro per la Pedemontana Fabriano-Matelica? Torna a chiederlo il Comitato contro la Pedemontana. «Sarà l’ennesima opera incompiuta, visto che nel contratto del nuovo governo M5S – Lega c’è scritto che verranno riviste e, molto probabilmente, cancellate molte delle grandi opere finanziate dai precedenti governi? – si chiedono i componenti  -Troppi gli interrogativi dopo mesi di silenzio, in cui i lavori per i tratti approvati e finanziati sono proseguiti con non pochi problemi e le amministrazioni locali hanno avuto tempo per confrontarsi sulle conseguenze dei tratti progettati, per questo abbiamo deciso di tornare a farci sentire. Notiamo con stupore la scomparsa da tutti gli atti amministrativi dell’ultimo anno della motivazione iniziale, con cui quest’opera era stata approvata su tutti i tavoli decisionali dalla giunta comunale al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, vale a dire la creazione a livello locale di 8.000 posti di lavoro/anno e 90.000 in 10 anni, dati che avevano allora giustificato una spesa di oltre 220 milioni di euro – aggiungono i componenti del comitato – il Cipe ha deciso che i costi di realizzazione, andassero a gravare sulla popolazione attraverso l’addizionale Irpef». Il Comitato ricorda nel testo che la Pedemontana sarà a due corsie e limite di 90 km orari. «Se la strada è la soluzione agli investimenti delle imprese e al lavoro, come mai la realizzazione dell’opera della Quadrilatero non ha scongiurato l’ennesima messa in cassa integrazione dell’ultimo polo industriale della zona, resa nota in questi giorni? – continua il comitato – Quale sarà la vera utilità di questa particolare tipologia di strada se la nostra area è già depressa e da tempo i giornali locali parlano anche dello spopolamento e della depressione economica che si è abbattuta sull’entroterra colpito dal sisma? Servirà davvero una strada per mezzi pesanti a riportare gente e lavoro sull’Appennino?». Il timore è che la strada serva ad altro. «Siamo davvero sicuri che la Pedemontana sia portatrice di industrie produttive, alimentari e vantaggiose per il territorio? O piuttosto non apporterà interesse per chi deve smaltire rifiuti, costruire inceneritori, scavare nuove cave e smaltire macerie? Sarà forse un caso che il tratto viario tocchi proprio due delle sedi più volte verificate dalle autorità per la possibile installazione di termovalorizzatori? Il trasporto di 190.000 tonnellate di rifiuti, tanto è stato l’impegno della Regione Marche, richiederebbero una infrastruttura dedicata e l’optimum sarebbe se venisse pagata proprio dalla popolazione. E l’agricoltura biologica, il settore vitivinicolo, il turismo, che fine faranno a quel punto?». Il comitato denuncia uno stallo nei lavori, che da mesi «sembrano quasi impanati», spiegando che sono «questi i dubbi a cui da un anno stiamo cercando di dare risposta e che abbiamo condiviso un mese fa con gli amici No Tav, ma anche con TerreInMoto, Legambiente, Italia Nostra, DirApplet – conclude la nota – a questo punto aspettiamo e confidiamo nelle prossime decisioni del nuovo governo M5S – Lega e speriamo che la Pedemontana Fabriano – Muccia rientri tra le “grandi opere” da cancellare, in quanto ritenuta un’opera anacronistica, inutile e dannosa, cosa che noi sosteniamo, invano, da decenni».

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