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«L’Hiv non esiste»
Sieropositivo faceva sesso non
protetto da anni: arrestato ‘untore’

ANCONA - Da nove anni aveva contratto il virus. L'uomo, un 35enne autotrasportatore che vive a Montecarotto, si trova ora nel carcere di Montacuto. Le indagini partite dalla denuncia di una vittima. L'uomo avrebbe avuto rapporti non protetti con circa 200 persone conosciute tramite social e chat, la polizia lancia l'appello per rintracciare le vittime
Il vice questore Carlo Pinto rivela altri dettagli sull'arresto dell'autotrasportatore

Claudio Pinti , l’arrestato accusato di aver contagiato con l’Hiv circa 200 partner con rapporti sessuali non protetti

 

di Federica Serfilippi

Dal 2009 era positivo all’Hiv e, nonostante il virus contratto, continuava ad avere rapporti sessuali non protetti con i partner: arrestato “untore”. L’uomo, autostrasportatore di 35 anni, vive con i genitori a Montecarotto. È finito in manette dopo un’indagine lampo portata avanti dalla Squadra Mobile di Ancona e dal Servizio Centrale Operativo della polizia a seguito della denuncia dell’ormai ex fidanzata dell’uomo, sporta dopo la certezza di aver contratto il virus dell’Hiv. L’uomo, Caludio Pinti,  si trova ora a Montacuto dopo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Carlo Cimini, con l’accusa di lesioni personali dolose gravissime dall’aver causato una malattia insanabile nei confronti della sua ex compagna. Il 35enne, negli ultimi anni, avrebbe avuto rapporti con oltre 200 persone. Questo è il dato fornito dall’autostrasportatore agli investigatori durante l’arresto maturato ieri pomeriggio in concomitanza della perquisizione domiciliare che ha portato al sequestro di alcuni dispositivi informatici, tra cui smartphone e pc. Già acquisita la cartella clinica dell’uomo. Dall’analisi delle chat e dei file, la polizia cercherà di risalire ad altre eventuali vittime. Proprio per facilitare la ricerca, la questura ha diramato un appello: “Per esigenze investigative e per il rilevante interesse pubblico che potrebbe riguardare eventuali altre vittime di reato, la Squadra mobile di Ancona sta cercando di contattare coloro che abbiano eventualmente avuto incontri sessuali con il PINTI Claudio. Chiunque fosse in possesso di notizie utili, è pregato di contattare con urgenza personale della Polizia di Stato – Squadra Mobile di Ancona, negli orari mattina o pomeriggio al numero 071-2288595”. 

L’arresto da parte degli agenti della squadra mobile di Ancona

Stando a quanto emerso dall’inchiesta coordinata dal procuratore capo facente funzione Irene Bilotta e dal pm Marco Pucilli, l’uomo ha avuto la certezza di aver contratto la malattia nel gennaio 2009 attraverso delle analisi svolte all’ospedale di Jesi. In quel momento, viveva con sua moglie a Polverigi, deceduta la scorsa estate proprio a causa, ipotizza la procura, del virus. Non è escluso che la magistratura possa attribuire a Cinti la morte della donna. L’uomo ha sempre negato e continua a negare di essere malato. Anzi, avrebbe sostenuto davanti alla polizia di essere un “negazionista”, di non credere nell’esistenza della malattia. Il 35enne avrebbe detto agli investigatori che l’Hiv non è da considerare un virus, ma una sorta di anticorpo. Proprio per questo, dopo la scoperta della malattia, non si è mai curato e non avrebbe quasi mai avuto rapporti sessuali con le dovute precauzioni. La sua ultima fidanzata, coetanea dell’arrestato e residente ad Agugliano, ha denunciato l’autostrasportatore a fine maggio dopo aver avuto riscontri positivi dalle analisi specifiche a cui si era sottoposta per capire se nel sangue era in circolo il virus. I test hanno confermato i sospetti e hanno fatto risalire la contrazione dell’Hiv in un periodo compatibile con la frequentazione del 35enne. I due si erano conosciuti ad inizio anno su una chat di incontri. Proprio i social e siti per conoscere persone sarebbero stati i canali preferenziali utilizzati dal 35enne per avere rapporti sessuali. Stando a quanto riportato dall’uomo stesso al momento dell’arresto, avrebbe avuto relazioni intime con quasi 228 persone (questo il numero esatto fornito dall’uomo), tutte potenziali trasmettitrici del virus. A causa della sieropositività potrebbe scattare per l’uomo l’incompatibilità con il regime carcerario.

Da sinistra, Cinzia Nicolini, capo delle Volanti, Carlo Pinto, dirigente Squadra Mobile, il questore Capocasa, Il procuratore Irene Bilotta, la dirigente dello Sco Capaldo e il vice dirigente della Mobile Morra

L’indagine, oltre che dalla Squadra Mobile, è stata seguita sul campo dallo Sco, sezione reati di genere, guidata dal dirigente Francesca Capaldo: ” La denunciante – ha detto – si è sentita defraudata della sua libertà personale e ingannata per via della patologia di cui è affetto il suo ex partner. Questo episodio è lo spaccato di un dramma che potrebbe riguardare chiunque  inizia una relazione con una persona che reputa onesta e in salute. Cercheremo altre vittime che sono entrate in contatto con quest’uomo per metterle in sicurezza. Perchè sostiene l’inesistenza del virus? Ci sono alcune persone che vengono definite negazioniste. Lui potrebbe appartenere a questa categoria”.

 

(Servizio aggiornato alle 15.28)

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