«Tutti dicono che non ci sei più, ma non è vero. Tu vivrai sempre con noi, Pongio. Questo non è un addio, ma solo un arrivederci». Sono le parole del migliore amico di Daniele Pongetti, per tutti “Pongio”, che precedono l’inizio della funzione funebre del 16enne di Senigallia che, insieme a Emma, Asia, Mattia, Benedetta e ad Eleonora (la mamma di 39 anni), ha perso la vita nella tragedia della Lanterna Azzurra nella notte tra il 7 e l’8 dicembre. Anche per Asia Nasoni, 14 anni, oggi si è svolto il funerale, nella sua Marotta. Lì, come a Senigallia, il cielo era gonfio di pioggia e tantissime persone, ombrello in mano, hanno partecipato alle due funzioni.
Al funerale di Daniele la funzione è stata aperta dalle parole del migliore amico: «Da quando ci siamo visti la prima volta al campetto, tu con la tua bici arancione, siamo diventati inseparabili. Per me sei stato più che un amico, quel fratello maggiore che non ho mai avuto, anche se mi dicevi sempre che avevo i piedi quadrati per giocare a calcio. Ma era vero: eri più bravo di me». Il calcio, la grande passione di Daniele, giocatore del Senigallia, squadra interamente schierata con la divisa ufficiale, oggi pomeriggio, nella cattedrale di San Pietro Apostolo di Senigallia, ricolma di gente. Tantissimi i ragazzi, molti dei quali ancora con lo zaino in spalla, arrivati probabilmente direttamente da scuola, molti dall’Iis Volterra-Elia di Ancona, istituto frequentato da Daniele. Alcune ragazze con delle rose bianche in mano. All’ingresso due striscioni: “Tutti insieme per te”. «In questi giorni terribili abbiamo ascoltato tante parole − l’inizio dell’omelia, a tratti incrinata dalla commozione del vescovo Franco Manenti −: parole di dolore, in alcuni casi di critica, in altri di conforto ed in altri casi ancora di rabbia.
Oggi non servono altre parole, ascoltiamo quelle del Vangelo e di Gesù a cui affidiamo Daniele, e dobbiamo avere la forza di non cedere né alla disperazione né alla rabbia, ma di avere ancora speranza. Lo dico ai familiari di Daniele, al babbo, alla mamma ed alla sorella, ma anche a tutti voi ragazzi, che avete vissuto giorni terribili, non lasciate che essi vi tolgano la speranza in ciò che desiderate». Un dolore muto e pesante pigia tutti nella chiesa, come se fossero davvero finite le parole e le lacrime. Solo la musica del coro della cattedrale spezza di tanto in tanto il silenzio e rende più lieve il lungo addio a “Pongio”.
(A. C.)
(Foto di Giusy Marinelli)
IL FUNERALE DI PONGIO:
L’ULTIMO SALUTO A ASIA:
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