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Dna, telepass e cellulari:
le indagini che hanno inchiodato
i sette di Corinaldo

ANCONA – La banda si è resa responsabile di rapine ai danni di cinque giovani e di un furto con strappo di una collana la notte maledetta dell'8 dicembre. Per agevolare la loro azione, hanno usato lo spray al peperoncino mentre veniva annunciato l'arrivo di Sfera Ebbasta. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furto con strappo e rapina, omicidio preterintenzionale, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo - VIDEO

 

di Martina Marinangeli (foto di Giusy Marinelli)

Una traccia di dna sul pulsante della bomboletta spray al peperoncino che ha contribuito a provocare la tragedia di Corinaldo. Un piccolo particolare, all’apparenza insignificante, e invece fondamentale per le indagini che hanno condotto all’arresto dei sei giovani del Modenese per la strage della Lanterna Azzurra (un altro diciannovenne a carico del quale erano stati raccolti elementi è morto durante le indagini in un incidente stradale), a cui si aggiunge quello del ricettatore – A.B, 65enne titolare di un Compro oro di Castelfranco Emilia (Mo) – a cui si rivolgevano per piazzare la merce rubata, per lo più collane, orologi, braccialetti e monili d’oro (leggi l’articolo). Un sodalizio criminale dedito a furti e rapine nelle discoteche, con preferenza per quelle dove si esibivano artisti di musica trap. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furto con strappo e rapina, omicidio preterintenzionale, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo. Da quella notte maledetta tra il 7 e l’8 dicembre 2018, il nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Ancona, supportati nella fase esecutiva da quelli di Modena, Genova e Ravenna, hanno continuato a raccogliere elementi che li hanno portati, nelle tarda notte di ieri (2 agosto) all‘arresto di B.A, 19enne nato a Modena e residente a San Prospero, M.A, 22enne nato a Tunisi e residente a Castelnuovo Rangone, A.C, 20enne nato a Modena e residente a Bomporto, U.D.P., 19enne nato ad Aversa e residente a San Prospero, S.H., 21enne nato in Marocco e residente a Bomporto, R.M, 19enne nato a Modena e residente a San Cesario sul Panaro). Uno di loro è stato arrestato a Sestri Levante (Genova), uno a Cervia (Ravenna), gli altri nella provincia di Modena.

Il procuratore di Ancona, Monica Garulli

Il quadro della dinamica è stato tracciato dalla procura di Ancona, coordinata dal procuratore Monica Garulli e dai sostituti Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, che hanno spiegato i contorni della svolta nelle indagini in una conferenza stampa convocata questa mattina.
Arrivati a bordo di due auto alla Lanterna Azzurra, dove avevano già operato in precedenza, i sei si sarebbero resi colpevoli di cinque rapine ai danni di altrettanti giovani – due utilizzando lo spray al peperoncino, gli altri tre approfittando del caos che si era creato – e di un furto con strappo. Per agevolare la loro azione criminale, gli indagati avrebbero spruzzato lo spray al peperoncino all’interno del locale proprio nel momento in cui veniva annunciato l’arrivo del trapper Sfera Ebbasta, con i fumi coreografici inconsapevoli aiutanti dell’operazione. Gli elementi raccolti durante l’indagine – compresi i telepass autostradali, i gps delle auto e l’analisi delle celle dei cellulari che dimostrano la presenza della banda nella discoteca di Corinaldo – hanno consentito di ricostruire l’intera vicenda. Fondamentali sono state le indagini scientifiche condotte dai Ris dei carabinieri di Roma che, oltre ad accertare la presenza all’interno del club delle componenti principali degli estratti di peperoncino (capsaicina e diidrocapsaicina), hanno consentito di ottenere sulla bomboletta sequestrata e rinvenuta in prossimità dell’uscita sicurezza numero 3 – quella dove si è consumata la tragedia, con la morte di cinque ragazzi e una giovane mamma, travolti dalla calca – un profilo genetico maschile che concorda con quello di uno degli arrestati. I sei sono ora detenuti a Modena.

A sinistra, i sostituti procuratori di Ancona, Valentina Bavai e Paolo Gubinelli

Non avrebbe contatti con i soggetti arrestati il 17enne di Senigallia – in prima battuta additato come responsabile di aver spruzzato lo spray – indagato dalla procura dei minori ma, ad oggi, non è arrivata alla difesa nessuna richiesta di archiviazione.
Le indagini della procura si sono mosse su due piani: oltre a quello che ha condotto all’arresto della banda di Modena, c’è il filone per carenze strutturali ed inadeguatezza dei presidi di sicurezza della Lanterna Azzurra che vede tra i 17 indagati gestori, commissione di vigilanza e proprietari dell’immobile.

Strage della Lanterna Azzurra, sette arresti: in manette la banda dello spray al peperoncino

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