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Un braccio di ferro sul Coronavirus
Linea dura di Ceriscioli col governo
Sarebbe servita per i terremotati

IL GOVERNATORE chiude le scuole e annulla le manifestazioni pubbliche contrariamente a quanto indicato dal premier Conte. Poi l'impugnazione del Governo (che non ha effetto immediato) e uno scontro che lascia di stucco. Mai il presidente della Regione si era imposto in questo modo dal sisma ad oggi
La telefonata di Conte ieri durante la conferenza stampa del presidente Ceriscioli

 

Luca Ceriscioli e Giuseppe Conte

 

di Alessandra Pierini

Mentre l’Italia è alle prese con il Coronavirus con 11 morti, 322 malati accertati, circa la metà di questi ricoverati e alcuni in gravi condizioni, il governatore Ceriscioli gioca a braccio di ferro con il premier Giuseppe Conte. Tutto è iniziato ieri quando con una telefonata in diretta il presidente del Consiglio ha stoppato il governatore che aveva deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado.

La firma dell’ordinanza che chiude le scuole e vieta le manifestazioni pubbliche

Subito la Lega, in fermento per la corsa elettorale di giugno, si scatena a partire dal leader Salvini. «Ha ragione Ceriscioli o Conte? Delle due una» tuona l’ex ministro dell’interno. Il presidente delle Marche non si rassegna e nel giro di qualche ora diffonde un video in cui ribadisce la bontà della sua decisione stoppata da Conte.
Il premier partecipa questa mattina a un lungo incontro con le Regioni. Mentre è ancora in corso Ceriscioli pungola il governo: «Aspettiamo di sapere qualcosa. Facciano presto». E chiama in causa  un caso sospetto (poi accertato nel corso della giornata) di Covid-19 a Cattolica, ai limiti del confine marchigiano. Passa un’ora e Conte rassicura le famiglie marchigiane che, secondo la sua visione, «non ha senso chiudere le scuole nelle regioni in cui non c’è nessun focolaio» e le Marche, con zero casi accertati (un malato è risultato positivo al tampone a Pesaro, il secondo risultato si saprà solo domattina), è una di queste. Ma bisogna ancora attendere per l’ordinanza finale. Alle 18 il presidente Ceriscioli convoca una nuova conferenza stampa e sfida il premier Conte annunciando che questa volta l’ordinanza l’ha già firmata. «Scuole chiuse e manifestazioni annullate fino al 4 marzo alle 24».
La notizia del governatore delle Marche che sfida Conte rimbalza da una parte all’altra dell’Italia. Inaspettatamente Ceriscioli, per il Coronavirus, ha tirato fuori la linea dura che mai ha dimostrato dal 2016 quando ci sarebbe stato più e più volte bisogno di imporsi per esigere maggiore attenzione ai terremotati e per manifestare al governo le esigenze di un territorio massacrato dal sisma.
Certo in fase prelettorale, mentre il suo mandato è agli sgoccioli, e il suo partito lo ha già messo da parte, fare la voce grossa con il premier è un ottimo modo per farsi notare. E ora sul cammino di Ceriscioli c’è l’intero governo che in tarda serata ha reso nota l’impugnazione dell’ordinanza (che non ha effetto immediato). Gli ultimi mesi da Governatore di Ceriscioli promettono scintille.

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