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Si è spenta la fisioterapista Èlia Fratini:
era in isolamento domiciliare
«Si doveva intervenire prima»

AGUGLIANO - Era in quarantena dal 13 marzo, dopo essere venuta a contatto con alcuni pazienti del centro di riabilitazione Villa Adria di Ancona dove prestava servizio. Aveva 62 anni e non era ancora stata sottoposta a tampone. La rabbia di Alberto Beltrani della Cgil, sindacato a cui apparteneva la vittima: «Forse si sarebbe potuta salvare»

Elia Fratini

 

di Talita Frezzi

Si è spenta nella sua abitazione di Agugliano la fisioterapista Èlia Fratini, 62 anni, originaria di Colli del Tronto ed ex rappresentante sindacale della Cgil. Era in quarantena domiciliare dal 13 marzo, quando era entrata a contatto con alcuni pazienti del centro di riabilitazione Villa Adria di Ancona dove prestava servizio come fisioterapista. Pazienti che poi erano risultati positivi al Covid-19. Lei aveva iniziato a stare male, febbre sempre bassa ma anche difficoltà respiratorie e debolezza. Come lei, altre cinque dipendenti della struttura erano stati messi in quarantena. Ma stamattina la drammatica notizia. Èlia non ce l’ha fatta, l’ha trovata senza vita il compagno. Nonostante le richieste di aiuto e l’allarme al 118 non ha potuto far nulla per salvarla. Lui stesso, adesso, è stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Èlia non era positiva al Covid-19, nessuno le ha fatto il tampone che lo certifichi, ma i sintomi erano proprio quelli del virus. «Che rabbia, che senso di impotenza adesso – racconta Alberto Beltrani (Funzione pubblica Fp Cgil Marche) – si poteva intervenire prima perché Elia è morta senza che si sappia di cosa, se di Covid-19 o no. Sapevo che lei come altre quattro lavoratrici di Villa Adria erano state messe in quarantena, poiché avevano lavorato a stretto contatto con pazienti positivi. E avevo scritto delle lettere, affiancando la mia richiesta alla sua, di sottoporla al tampone (così come per tutte le lavoratrici). Accertandolo, si poteva intervenire in modo mirato. Povera Elia, non si è fatto in tempo». Beltrani, che al 23 marzo aveva ricevuto l’ultimo sms da Elia in cui lo avvisava che la sua dottoressa aveva prenotato il test, ha anche avvisato i Carabinieri e il Commissariato di Osimo auspicando che la salma non venga cremata senza le opportune verifiche medico legali volte a chiarire se la causa del decesso è il Covid-19. «Se si fosse diagnosticato subito il virus, forse si poteva intervenire e magari salvarla».

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