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Ospedale alla Fiera, Cisom al lavoro
«Finiremo in due settimane»
Venerdì arriva Bertolaso (Foto-Video)

CIVITANOVA - Video-intervista a Gerardo Solaro del Borgo, presidente nazionale del Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta, che oggi ha messo a punto l'apertura del cantiere. Obiettivo terminare a fine aprile. Intanto Costamagna diffida Ceriscioli: «La città non può essere il lazzaretto delle Marche». Contraria anche la civica Futuro in Comune: «Erano più idonei i due piani non terminati dell'ospedale»
L'intervista a Gerardo Solaro del Borgo

 

L’ex direttore nazionale della Protezione civile Guido Bertolaso arriverà venerdì a Civitanova per fare il punto sulla realizzazione del Covid Hospital nei locali della fiera, oggi i tecnici del Cisom  (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta) sono entrati in azione per l’apertura del cantiere. A guidarli il presidente del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, Gerardo Solaro del Borgo.

Patrizia Arnorfi, responsabile dello staff di Bertolaso, oggi alla Fiera

Dall’annuncio della realizzazione civitanovese, dato dalla Regione, è passato poco meno di un mese: tanto il tempo che la burocrazia ha impiegato per dare il via libera all’intervento che si basa esclusivamente su capitali donati dai privati. L’emergenza Covid-19 conferma che neanche con una pandemia i burocrati non mollano la presa in fatto di timbri, permessi, spostamenti di scartoffie da un ufficio all’altro. Il presidente nazionale del Cisom Gerardo Solaro del Borgo ha appunto sottolineato che si parte ora, per effetto del fatto che il tempo è passato per definire la parte burocratica e che «le opere saranno realizzate in una quindicina di giorni. Nei limiti del possibile a fare i lavori saranno le imprese locali perché questa è la nostra filosofia operativa, anche per una questione logistica. I posti letto saranno novanta, il 60% dei quali di terapia intensiva. Il ringraziamento va alla Regione e al Comune di Civitanova per l’impegno dimostrato e per la collaborazione data». Dunque per l’apertura si dovrà attendere la fine di aprile, salvo che la burocrazia non riagguanti ancora la “preda” e tra collaudi e certificazioni si lascino passare altre settimane.

Intanto arriva una diffida a Ceriscioli, con l’invito a riconsiderare la posizione dell’ospedale da 90 posti di terapia intensiva alla fiera di Civitanova, il “lazzaretto” come lo chiama Ivo Costamagna. E la diffida porta la firma proprio dell’ex presidente del consiglio comunale di Civitanova che ha fatto partire anche una petizione online per dire no alla maxi Rianimazione. Da quando si è aperta la petizione sono 200 le adesioni sottoscritte. «Contiamo di arrivare anche a 500, ma non è tanto una questione di firme –dice – domani mattina partirà in direzione dell’ufficio di Ceriscioli una diffida. Il presidente si sta mettendo su una strada pericolosa e lo invitiamo a riconsiderare la posizione. Se la politica non ha fatto nulla consentendo che Civitanova venga considerata il lazzaretto delle Marche ci metto la faccia. Mio nonno è morto per vedere sorgere l’ospedale di Civitanova. Se è proprio qui che va fatta quella struttura si consideri l’ala nuova del nostro ospedale». Costamagna individua responsabilità sia a destra che a sinistra. «Ciarapica glielo ha permesso e Micucci non ha detto di no – attacca – Siamo pronti ad immaginare che con il contagio in calo possa scoppiare un focolaio a Civitanova in una zona ad altissimo traffico, il centro commerciale, la Lube. Quella non è la posizione più idonea. Questo è un danno al bene comune». Una posizione simile a quella espressa da Futuro in comune, la civica dell’ex sindaco Tommaso Corvatta.

Una posizione simile a quella espressa da Futuro in comune, la civica dell’ex sindaco Tommaso Corvatta. «La scelta della localizzazione è ricaduta sulla nostra città anche in quanto baricentrica e facilmente raggiungibile da tutta la Regione, ma non sui due piani non completati del nostro ospedale ma sulla fiera. Siamo critici – spiega il coordinatore Nicola Lelli – per una serie di motivi. Da un lato i costi da sostenere per la sua realizzazione per poi smantellarlo al termine dell’emergenza. Con costi notevolmente inferiori si potevano terminare i due piani dell’ospedale della città ed al termine dell’emergenza l’ospedale avrebbe avuto a disposizione nuovi posti letto. Inoltre per mettere a disposizione l’ente fiera il comune ha dovuto recedere anticipatamente dal contratto di gestione con l’attuale gestore versandogli 57mila euro mentre il nostro ospedale essendo di proprietà della Regione sarebbe stato a costo zero. E’ un baratto senza alcun vantaggio per i civitanovesi. In questo periodo d’emergenza la grande assente è stata l’attuale amministrazione dimostrandosi non all’altezza della situazione, priva d’ iniziative concrete verso i civitanovesi ad eccezione dell’umiliante fila pubblica per i meno facoltosi».

(foto e video di Federico De Marco)

 

 

 

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