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Studenti senza wifi o computer,
borse di studio a rischio:
«L’Erdis cambi i parametri»

LA LETTERA di alcune reti regionali ad Angelo Brincivalli, presidente dell'Ente del diritto allo studio: «Vanno aboliti i criteri di merito per il prossimo anno accademico». Segnalano anche disservizi negli studentati

 

Ci sono studenti che non hanno il pc e il wifi oppure hanno problemi dovuti all’epidemia. Ma se non riescono a sostenere abbastanza esami e quindi ottenere i crediti formativi rischiano di perdere le borse di studio. E’ questo uno dei punti sollevati da studenti e studentesse marchigiane (del coordinamento regionale Marche per il blocco di affitto e bollette e delle reti Noi restiamo e Asia Usb) in una lettera inviata ad Angelo Brincivalli, direttore regionale dell’Erdis.

La richiesta è di «abolire i criteri di merito per l’attribuzione delle borse di studio», almeno per il prossimo anno accademico. E di tenere quindi in considerazione soltanto il reddito e in particolare «l’Isee 2020 o l’Isee corrente, con il valore fissato al momento della scadenza del bando, a prescindere da modifiche successive, e tramite il quale si può tenere conto in maniera più aderente alla realtà della possibile perdita reddituale e di posti di lavoro che si è verificata in questi mesi di blocco delle attività lavorative».

Le reti che firmano la lettera dicono di aver ricevuto anche diversi reclami da chi alloggia negli studentati, relativi a una «scorretta erogazione dei servizi che competono all’ente che lei dirige. Chiediamo, quindi, che venga garantito il rispetto delle norme di sicurezza e la corretta erogazione dei servizi offerti dall’Erdis agli studenti e alle studentesse presenti sul territorio. A partire dalla somministrazione di pasti completi, inseriti nell’ottica di una dieta bilanciata, fino a giungere alla corretta disinfezione delle zone comuni. Riteniamo che sia necessario mettere al primo posto la salute degli studenti, che non hanno altra scelta se non quella di restare in studentato e affidarsi alla gestione dei servizi che l’Erdis dovrebbe garantire». Se un servizio non è disponibile, ad esempio mense e residenze per chi al momento non li sta usando, chiedono «la monetizzazione dei servizi» oltre alla liquidazione immaediata «di tutte le somme previste dalla borsa di studio agli studenti vincitori».

Ricordano infine il problema del caro-affitti, chiedendo investimenti pubblici: «Questa crisi ha fatto emergere, in prima istanza, il problema del caro-affitti, della mancanza di residenze universitarie e della speculazione che va a ricadere sugli esorbitanti prezzi che devono pagare, soprattutto gli studenti fuorisede, per studiare in una città universitaria. Noi pretendiamo investimenti pubblici per l’aumento delle residenze per studenti e la stabilizzazione di prezzi calmierati per gli alloggi nelle città e chiediamo che sia l’Erdis stesso a farsi promotore di una nuova politica di edilizia pubblica, schierandosi a nostro favore nei confronti della Regione. Le nostre richieste non vogliono fermarsi all’emergenza perché la crisi sanitaria ha evidenziato i problemi strutturali di un sistema diseguale che riproduce esclusione sociale in ogni sua parte: dal mondo universitario a quello del lavoro. Crediamo, dunque, nella vostra presa di consapevolezza e nella vostra conseguente messa in atto, dato che l’ente che rappresentate è un importante protagonista nelle decisioni delle sorti del diritto allo studio, nel presente e nel futuro, facendosi oggi portatore di un cambiamento decisivo», concludono.

Lettera degli studenti ai rettori: «Stop agli affitti per i fuori sede»

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