«Ci dispiace, ma non siamo noi i responsabili della strage». E’ il sunto delle dichiarazioni spontanee rese in aula da Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddada prima che il gup Paola Moscaroli si ritirasse in camera di consiglio per la sentenza che ha messo un primo punto all’inchiesta per la strage della Lanterna Azzurra. Tutti condannati, i sei della Bassa Modenese, ma è caduta l’associazione a delinquere. «Chiedo scusa per i miei errori, per gli strappi delle catenine – ha detto Haddada – e vorrei essere aiutato. In questo ultimo anno ho potuto vedere quello che facevo e chiedo scusa per quanto commesso sotto l’effetto di stupefacenti. Spero mi si condanni per quello che ho fatto e non per quello che non ho fatto. Non sono responsabile (per la morte di sei persone, ndr), non ha fatto nulla». Gli è stata inflitta una pena di 10 anni e 11 mesi di reclusione. Andrea Cavallari (11 anni e mezzo): «Da quando sono stato arrestato – ha detto – ne ho sentite tante, io sono un essere umano, mi dispiace per quello che è successo, ma non credo di avere colpe. Finchè mi resterà un filo di voce continuerò a gridare la verità: con Corinaldo non c’entro». L’ultimo dei tre a parlare in aula è stato Moez Akari, condannato a 11 anni e 2 mesi: «Mi dispiace tantissimo per quella sera, in quest’ultimo anno sono stato malissimo. I miei genitori pensavano di avere un figlio perfetto, alla fine hanno visto com’era per colpa delle droga e di alcune amicizie. Credo nella legge e spero che ci sia una condanna per i veri responsabili» della strage.
(fe.ser)
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