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Il presidente Mattarella a Macerata
«Unimc, sguardo rivolto al futuro
Lo ha mostrato con sisma e pandemia»

LA VISITA del Capo dello Stato per l'inaugurazione del 730esimo anno accademico dell'ateneo. Nel suo discorso al Lauro Rossi ha citato Bernanos: «E’ la febbre della gioventù che mantiene il resto del mondo alla temperatura normale; quando la gioventù si raffredda il resto del mondo batte i denti». A fare gli onori di casa il rettore Francesco Adornato, con il ministro all'Università Gaetano Manfredi
Il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico di Unimc

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

«E’ la febbre della gioventù che mantiene il resto del mondo alla temperatura normale; quando la gioventù si raffredda il resto del mondo batte i denti».

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo discorso

È anche con questa citazione dello scrittore francese Georges Bernanos che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto interpretare il senso della 730esima inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Macerata. Arrivato in piazza della Libertà poco prima delle 11, Mattarella è stato prima accolto all’esterno dal rettore Francesco Adornato che lo ha poi preceduto nel teatro Lauro Rossi dove si è svolta la cerimonia. Ad attenderlo anche il ministro all’Università Gaetano Manfredi. E’ stata la prima volta che il Capo dello Stato è venuto a Macerata.

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Il rettore Adornato con il presidente della Repubblica Mattarella

«Ringrazio molto il rettore per l’invito a essere presente – ha esordito Mattarella – Saluto il ministro dell’Università ringraziandolo per il suo impegno. Il presidente della Regione con molti auguri per il suo lavoro. Riaffermo con ferma determinazione che la ricostruzione dei territori colpiti dal terremoto rappresenta un punto primario dei doveri della Repubblica». Al commissario della Ricostruzione Giovanni Legnini: «continuerò a seguire con grande attenzione il suo impegno». E poi Mattarella rivolge un «saluto particolarmente intenso agli studenti, veri destinatari di questa cerimonia. Il sindaco Parcaroli ha ricordato che è la prima visita che compio in un ateneo dopo l’interruzione del lockdown. Gli atenei sono quel tessuto di approfondimento e condivisione di sapere che è garanzia per il nostro paese. Per cui è stata una rivendicazione opportuna di antico radicamento storico di questa università quella del rettore, che ha ricordato anche alcuni illustri docenti e il radicamento culturale nel territorio da Giacomo Leopardi a padre Matteo Ricci, alla cui tomba ho reso omaggio a Pechino. Il discorso del rettore ha lo sguardo rivolto al futuro e questo ateneo lo ha dimostrato con la reazione pronta all’evento drammatico del terremoto e, come degli altri atenei italiani, in occasione della pandemia, per misure efficaci di mantenimento del rapporto tra docenti e studenti. Il rapporto tra passato e futuro è emerso anche dagli altri interventi. La Dottoressa Fraticelli ci ha ricordato il valore delle biblioteche».

 

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Il rettore Francesco Adornato sul palco del Lauro Rossi con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

 

Sugli interventi degli studenti, Mattarella: «Dai loro interventi è emersa la propensione verso il futuro. Il rappresentante Nicola Maraviglia ha chiesto di non delegare il proprio futuro.

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Un momento dell’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Mi ha fatto venire in mente questa frase “È la febbre dei giovani che mantiene la temperatura normale del mondo perché se quella di raffreddasse il mondo gelerebbe. Non è dagli anziani che arrivano le spinte per il futuro ma dai giovani”». Al professore Luigi Alici che ha tenuto una lezione sulla “Fragilità globale”: «lei ci ha fornito una scena ripresa dalla metodologia degli antichi filosofi greci. Due portatori di tesi contrapposte e un percorso di sintesi che viene raffigurato. Il giudizio che dà il docente sul fatto che la sua generazione abbia fallito forse è troppo severo. Ogni generazione misura la differenza tra le ambizioni iniziali e i risultati che ci sono stati nel corso del tempo. Tempo fa ho fatto vedere ai miei nipoti una carta geografica del 1948. Il mondo è profondamente cambiato. Sono emersi in questi anni dei nuovi protagonisti che rendono più ricca e articolata la vita del mondo.

 

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L’ingresso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel teatro Lauro Rossi

 

Questo apre strade più ampie agli equilibri e anche all’eguaglianza della comunità mondiale. La democrazia sembra in difficoltà anche se in realtà ha sempre bisogno di essere inverata epoca per epoca, soprattutto in questa stagione dove freneticamente cambiano i mezzi della comunicazione e delle relazioni sociali.

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Luigi Alici, professore ordinario di Filosofia ad Unimc

La relazione di Alici coglie nel segno quando parla di individualismo, dell’ego. Questo virus dell’emergere dell’ego e degli Stati induce alla riflessione che quell’anziano docente faceva ai suoi giovani interlocutori. Lei ha parlato della libertà come di una medaglia con due facce: autonomia e responsabilità. Che la libertà di ciascuno si integri con quella degli altri altrimenti non esiste. Questo riguarda i comportamenti della vita sociale così come quelli della comunità internazionale. È questo riguarda anche la scienza. Gli approcci settoriali non sono esaustivi. Non bisogna perdere di vista il complesso dell’unicità del sapere, intorno alla persona umana. Dei vari versanti del sapere, perché si incontrino in questa epoca caratterizzata da interdipendenza sotto ogni profilo. Grazie di questa mattinata così significativa. Grazie e buon anno accademico».

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Il ministro Gaetano Manfredi

Il ministro Gaetano Manfredi ha ricordato: «L’Università è la porta per l’ascensore sociale. Tanto più vero per le università come questa che insistendo nelle aree interne sono un argine fondamentale alla desertificazione economica e sociale. L’Università si erge in queste aree come un baluardo. Un grande presidio culturale che dà prospettiva e futuro. Stiamo portando avanti con i rettori proposte per le aree interne per rafforzarne il tessuto. Le lezioni in presenza – ha aggiunto il ministro – sono un impegno forte e a tutta la comunità accademica grazie da me e tutto il Governo. I prossimi mesi saranno difficili ma li supereremo con fermezza e senso della comunità. L’incremento di iscritti in tutta Italia è un segnale di grande speranza. Di una comunità italiana che crede nel suo futuro. Il Recovery plan è un punto importante per il sistema universitario e della ricerca. Dobbiamo trasformare la grande crisi e la tragedia in una grande opportunità, ripartendo dalle nostre competenze e dal futuro dei nostri giovani. Raddoppieremo il numero dei ricercatori nelle università e negli enti di ricerca». Altro obiettivo sarà la «semplificazione per la ricerca e l’insegnamento. Dobbiamo mettere al centro del nostro futuro il grande talento, competenza e capacità dell’Università coniugandoli con la trasformazione digitale. Sono convinto che saremo in grado di vincere questa sfida. Solamente dando una risposta come sistema daremo un futuro al nostro Paese».

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Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata

A salutare i presenti e il presidente della Repubblica anche il sindaco Sandro Parcaroli e il presidente della Regione Francesco Acquaroli. «Che questo ateneo sia il primo che visita dopo il periodo di lockdown ci riempie di orgoglio – ha detto Parcaroli -. Mai come quest’anno l’inaugurazione assume un valore profondissimo di ripartenza e coraggio. Per la comunità accademica e cittadina la presenza del presidente è un forte segnale di speranza. Unimc con un’ostinata fiducia nel futuro è ripartita con le lezioni in presenza per permettere agli studenti di vivere l’esperienza universitaria e a Macerata di abbracciare una parte del tessuto cittadino. Il risultato di questa giornata è un bellissimo sentimento di sostegno e vicinanza che va a infondersi nell’anima della nostra città e di un territorio già duramente colpito».

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Il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli con il governatore delle Marche Francesco Acquaroli, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il rettore Unimc Francesco Adornato

 

Acquaroli, che la scorsa settimana aveva anche scritto una lettera sul tema del sisma a Mattarella, ha ricordato che «il dramma del sisma tocca tutti noi molto profondamente.

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Francesco Acquaroli, governatore delle Marche

Oggi che si festeggiano 730 anni di Unimc comprendiamo quanto la cultura abbia sostenuto il territorio». Un incontro tra cultura e istituzioni «per un patto con le nuove generazioni perché possano essere protagoniste nella nostra terra. Presidente, siamo felici che lei sia qua. Un segnale di speranza forza e coraggio a una comunità che anche nelle difficoltà ha avuto sempre massima fiducia nelle istituzioni. Agli studenti e al mondo accademico la nostra disponibilità e il nostro augurio per l’anno che verrà. Un anno difficile ma nulla può arginare la forza e l’importanza della cultura nella nostra società».

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Francesco Adornato

Il rettore Francesco Adornato ha spiegato: «Dopo più di sette secoli siamo qui, in questo suggestivo teatro, testimoni ed eredi di una prestigiosa tradizione e del prezioso lascito di donne e uomini che, a Macerata, hanno insegnato, studiato e prestato la loro opera. Non si tratta di enfasi autocelebrativa, quanto di una doverosa sottolineatura del contributo prezioso e imprescindibile delle Università allo sviluppo del Paese e alla sua crescita sociale e civile. Ed è ancor più prezioso, questo contributo, nell’attuale contesto storico e geopolitico: per costruire ponti e non muri, per rafforzare il dialogo e non esasperare le ostilità, per sostenere l’inclusione e non emarginare le diversità. Anche dalla nostra peculiare esperienza maceratese di Ateneo interamente umanistico, emerge come le Università italiane vadano considerate, pur nella loro pluralità e diversificazione, un sistema nazionale». Dopo aver ricordato il ruolo proattivo dell’ateneo di Macerata sia dopo il sisma che dopo il Covid, Adornato ha ribadito: «Noi non arretriamo. Con ferma convinzione abbiamo riavviato dal 22 settembre le lezioni in presenza, recuperando sentieri di normalità, nonostante difficoltà e resistenze, magari anche interne. Siamo orgogliosi di questa scelta che rimette in moto energie ed entusiasmi giovanili ed incrocia le aspettative della città. Siamo fieri di offrire ancora ai nostri studenti una didattica e una ricerca di eccellenza e di proporre servizi culturali, aperti anche alla cittadinanza. Signor Presidente, l’Ateneo è una forza tranquilla. Propone e ispira fiducia. È un riferimento fondamentale e irrinunciabile per questa città e per il suo territorio, che necessitano di ulteriore progettualità e risorse economiche, in specie di quelle comunitarie, volano indispensabile per un fattivo percorso di rilancio economico-sociale, su cui ci stiamo impegnando.

 

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L’intervento del rettore Unimc Francesco Adornato

 

A tale proposito, sottolineo l’esigenza di una promozione di specifici programmi nazionali che leghino la formazione universitaria a temi strategici e trasversali: aree interne, innovazione digitale, sostenibilità ambientale, calamità naturali e dissesti idrogeologici, turismo e beni culturali, per fare alcuni esempi.

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Arianna Giulianelli

Temi da declinare, peraltro, come specifici assi nella programmazione regionale dei fondi comunitari della programmazione 2021-2027 e che possono, e devono, costituire, per le nostre Università, il presupposto di processi di aggregazione, se non, addirittura, federativi. Abbiamo bisogno di nuovi paradigmi, nuove categorie, nuovi linguaggi, nuove modalità operative. Abbiamo bisogno di un pensiero a lungo termine, con lo stesso orizzonte, lo stesso respiro, la stessa fiducia di quando nel passato si costruivano le Cattedrali. Noi non ci arrendiamo. Abbiamo un’ostinata fiducia nel futuro e, accogliendo la riflessione di Sant’Agostino, “ex malo bonum”, siamo riusciti a trasformare il disagio in opportunità. Grazie, signor Presidente. La sua presenza infonde fiducia alla comunità accademica di Macerata, alla cittadinanza, all’intero Paese. Cari studenti, cari colleghi docenti e colleghi del personale tecnico amministrativo e bibliotecario, l’essere una comunità è la nostra forza e insieme, oggi, nel 730esimo anniversario dalla fondazione, siamo qui insieme a rinnovare la nostra ostinata fiducia nel futuro».

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Mauro Giustozzi, direttore generale di Unimc

È intervenuto anche il direttore generale dell’ateneo Mauro Giustozzi, che ha sottolineato tra le altre cose anche l’importanza dell’università come presidio nelle aree interne: «Il diradamento degli enti e delle istituzioni sul territorio, giustificato con la velleitaria ricerca di una spending review, peraltro non conseguita, ha distrutto interi territori provocando costi ben maggiori per la collettività. Da “piccolo è bello” siamo apoditticamente e senza mediazioni passati al “grande è meglio”: ma siamo proprio sicuri che sia così? Per contenere questo fenomeno può essere utile prevedere misure di reale sostegno alle Università che operano nelle aree interne sempre più esauste per la convergente azione di emigrazione, invecchiamento della popolazione, crisi economica ed istituzionale. Ciò sarebbe sicura garanzia di presidio dei territori e argine alla migrazione dei nostri giovani che se ne vanno, da latitudini sempre più alte, verso il nord alla ricerca di lavoro».

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Clementina Fraticelli

Per il personale tecnico e amministrativo è intervenuta Clementina Fraticelli: «Il mio augurio per il nuovo anno accademico è che l’istruzione universitaria e la ricerca
pubblica italiane siano facilitate nel formare nuove generazioni di cittadini capaci di interpretare le sfide del futuro e di governarle e che, sempre, le persone, la loro dignità, le loro passioni, i loro ideali siano al centro di ogni decisione e iniziativa». Per gli studenti hanno testimoniato la loro esperienza Nicola Maraviglia, Damian Czarnecki, Viorica Ursu e Arianna Giulianelli. Storie e vissuti diversi che hanno saputo inquadrare il grande impegno dell’Unimc nell’includere studentesse e studenti, nel fornire loro pari opportunità effettive ma soprattutto hanno rimarcato l’importanza degli studi universitari per la realizzazione personale ancora prima che professionale. La prolusione è stata affidata al professore Luigi Alici, ordinario di Filosofia morale, sul tema: “Fragilità globale: la via dell’umanesimo fra natura e tecnologia”. Una lezione intensa, con l’espediente del racconto (protagonisti un anziano professore e due studenti) per presentare le tesi contrastanti sulle sfide del mondo di oggi (leggi la prolusione).

 

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Il corteo degli Accademici

 

Prima della cerimonia nel teatro piazza della Libertà, non appena la pioggia ha dato tregua, ha visto passare il Corteo degli Accademici, con i rappresentanti delle facoltà dell’ateneo.

Mattarrella_FF-43-325x216Allestito in piazza un maxischermo per consentire al pubblico di assistere ugualmente alla cerimonia all’interno, dato che per le norme anti Covid i posti a teatro sono stati notevolmente ridotti. Ad accompagnare i momenti salienti della mattinata il coro dell’università e la formazione Salvadei Brass. Sempre all’esterno hanno ricevuto i sigilli dell’università i rettori di Bergamo e La Sapienza, Remo Morzetti ed Eugenio Gaudio. Nel foyer del teatro allestita la mostra sui Costituzionalisti maceratesi oltre che presente l’atto originale su pergamena della fondazione dell’Ateneo, datato 1290. Una giornata storica per la città e per l’ateneo, che a oggi conta già 1.413 matricole e oltre 7mila e 200 domande di iscrizione. Imponente schieramento delle forze dell’ordine che hanno garantito lo svolgimento in sicurezza di tutta la cerimonia, sia all’esterno che all’interno del teatro.

(Ultimo aggiornamento alle 15,25)

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