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Discoteche, il nodo ripartenza:
«Sì al Green Pass per ballare in sicurezza»

ANCONA - Sale da ballo ancora in stand by con le sigle sindacali di settore che hanno chiesto un intervento diretto al premier Mario Draghi. Maurizio Casarola, referente di Assointrattenimento Marche e gestore di 'Melaluna' a Castelfidardo è intenzionato a confrontarsi anche con gli amministratori regionali. «Non chiediamo l'impossibile: anche io potrei già riaprire il mio locale ma solo per far ascoltare ai clienti la musica da seduti nell'allestimento esterno. Chi pagherebbe il biglietto?»

 

 

Resta ancora al palo la riapertura delle discoteche e sale da ballo mentre i contagi risalgono, la cabina di regia dell’Iss e del ministero della Salute tornano a riunirsi e il governo valuta il varo di un decreto entro fine mese per rendere obbligatorio l’accesso a diverse attività e servizi attraverso il Green Pass. In questo clima di incertezza, proprio i gestori dei locali sono tornati a farsi sentire chiedendo al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, un provvedimento di riapertura sulla base delle indicazioni fornite il 25 giugno scorso dal Comitato Tecnico Scientifico e anche risarcimenti per il danno subito a copertura dei 18 mesi di chiusura forzata delle aziende. «I rappresentanti di categoria di tutte le sigle del settore si sono riuniti mercoledì scorso a Roma – spiega a Cronache Ancona Maurizio Casarola, referente di Assointrattenimento Marche – Oltre al provvedimento di riapertura dei locali e al ristoro per i danni subito nei 18 mesi di stop, abbiamo anche chiesto il contrasto serio e puntuale da parte delle forze dell’ordine e degli organi di controllo a ogni forma di abusivismo e al proliferare di feste e spettacoli organizzati in completa assenza di autorizzazioni amministrative; la riduzione al 4% dell’iva applicata ai locali da ballo e l’abolizione dell’imposta sugli intrattenimenti (Isi) già giudicata contraria alle direttive europee da più tribunali amministrativi».  L’ipotesi Green Pass  anche in discoteca oltre che per  gli utenti di treni, palestre o al ristoranti, piace a Casarola. Insieme a tanti altri colleghi  anche lui l’aveva avanzata come soluzione sostenubile prima ancora che la Francia di  Emmanuel Macron  l’adottasse come modello. Permettere di far entrare in pista solo a chi è guarito dal Covid, oppure si è vaccinato o dimostra di essersi sottoposto nelle 48 ore precedenti a un tampone con esito negativo «può sicuramente contribuire ad aumentare ancora di più gli standard di sicurezza  già molto elevati nei nostri locali» aveva sottolineato il responsabile regionale di Assointrattenimento.

Maurizio Casarola, delegato Marche di Assointrattenimento

Perchè tra assembramenti sulle piazze per i festeggiamenti della vittoria degli Azzurri ai Campionati europei di calcio ed eventi pubblici vari, sta diventando sempre più difficile giustificare agli occhi dei clienti la chiusura delle discoteche. Pertanto in veste di rappresentante sindacale Maurizio Casarola, gestore del ‘Melaluna’ di Castelfidardo, storica sala da ballo conosciuta in tutto il Centro Italia, ha chiesto anche di essere ricevuto a Palazzo Raffaello, sede della Regione Marche per sensibilizzare gli amministratori alla causa dei locali. «Anche io potrei già riaprire il mio locale ma solo per far ascoltare ai clienti la musica da seduti nell’allestimento all’esterno ma non lo faccio. Chi pagherebbe il biglietto?  Girando per la costa ne troverebbero molti di ristoranti e lounge bar con musica oltretutto gratis» osserva rammaricato ripetendo che i gestori delle sala da ballo non stanno chiedendo l’impossibile. «Non chiediamo la luna – conclude Casarola unendosi al coro degli altri rappresentanti regionali di Assointrattenmento – queste sono richieste di puro buonsenso, che derivano dalla disperazione di migliaia di imprenditori e decine di migliaia di lavoratori ormai allo stremo. Le associazioni di categoria consapevoli del loro ruolo sociale, si sono anche rese disponibili a promuovere una campagna di sensibilizzazione vaccinale rivolta ai giovani e alla popolazione».

Discoteche ancora in stand-by: «Siamo allo stremo, fateci riaprire al più presto»

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