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Una nuova insegna per il PalaBadiali:
«Porta i tratti del campione,
Gianfranco era un gigante buono»

FALCONARA - Parola al designer milanese Riccardo Menon, ideatore del progetto che darà un nuovo vessillo al palazzetto dedicato al pallavolista morto nel 1988 per un melanoma: «Con la sua scomparsa è venuto a mancare un simbolo degli anni d’oro del volley falconarese»

Riccardo Menon

 

C’è un designer di Milano dietro la nuova immagine del Palasport Badiali, che dalla serata di domani sarà arricchito da una grande insegna, affacciata su via dello Stadio. Riccardo Menon, apprezzato professionista del capoluogo lombardo, è stato coinvolto nel progetto da Tarcisio Pacetti, presidente del Gruppo Amici per lo Sport e per realizzare la targa, larga oltre sei metri e alta tre, ha studiato per circa tre mesi la storia di Gianfranco Badiali e della pallavolo falconarese. Il risultato è un’opera di design di grande carattere.

Riccardo Menon, come è nato il progetto dell’insegna dedicata a Gianfranco Badiali?
«E’ nato per iniziativa del Gas ed è frutto di una ricerca sulla figura del campione falconarese: venendo da Milano e non conoscendo la storia di Falconara, mi sono documentato per capire chi fosse, cosa rappresentasse soprattutto per quella generazione che si è nutrita di pallavolo ai massimi livelli».
Quali sono le caratteristiche di Gianfranco Badiali che si ritrovano nell’opera?
«L’insegna porta i tratti caratteristici del campione: tutti lo ricordano come ‘il gigante buono’ e ho voluto far emergere il concetto del gigante. E’ stata volutamente studiata per dare l’idea della grandezza. I colori non potevano che essere il bianco e il verde, quelli di Falconara e delle squadra che ha portato la pallavolo in serie A».
Come valuta la figura e il ruolo di Gianfranco Badiali per Falconara?
«Quello che ho percepito è che Badiali ha rappresentato un cardine sul quale si è mossa la pallavolo di Falconara negli anni Ottanta, uno dei più importanti giocatori della città. A mio avviso con la sua scomparsa è venuto a mancare un simbolo degli anni d’oro della pallavolo falconarese»

Gianfranco Badiali

Perché ha voluto inserire nell’insegna anche l’immagine di Badiali?
«Ho voluto umanizzarlo il più possibile, farlo tornare in vita, far capire che Gianfranco Badiali è stato una persona, non è solo un nome. Tramite quell’immagine vorrei suscitare la curiosità dei più giovani, visualizzare il personaggio per rendere più semplice e immediato identificarsi. Con lo stesso obiettivo ho allestito una mostra fotografica che sarà visibile domenica, una striscia di quasi 30 metri con 14 immagini del volley di quel decennio».
La storia di Badiali, morto nel 1988 ad appena 26 per un melanoma, è anche molto tragica. Questo aspetto traspare dall’insegna?
«Sì, ho voluto metterlo in evidenza rendendo ben visibile il neo alla gamba. La storia di Badiali è tragica, ma grazie alle iniziative del Gruppo Amici per lo Sport il suo nome da anni è associato alla prevenzione. In suo ricordo sono stati organizzati screening della popolazione, non solo per i melanomi e questo è il modo più bello e utile per celebrare l’atleta. Spero che dal prossimo anno gli screening possano riprendere, dopo lo stop dovuto alla pandemia».

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