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«Terapie intensive,
la situazione nelle Marche
purtroppo non è incoraggiante»

RUBRICA - L'intervento di Claudio Maria Maffei che torna ad analizzare i dati dopo le ultime dichiarazioni dell'assessore Saltamartini. «Giusto non riaprire il Covid Hospital, sbagliato conteggiare i suoi posti letto come disponibili»

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Didascalia: Dati aggiornati al 15 gennaio 2022 sulla vaccinazione nelle Marche con la percentuale delle persone vaccinate con dosi aggiuntive/booster (fonte: elaborazione del dott. Paolo Spada per la pagina Facebook di Pillole di Ottimismo).

 

di Claudio Maria Maffei*

La situazione delle terapie intensive delle Marche è diversa da quella descritta dall’assessore Saltamartini, come anche l’andamento della vaccinazione. Sono di ieri le dichiarazioni dell’assessore secondo cui la situazione delle nostre terapie intensive non è così drammatica (leggi l’articolo).

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Claudio Maria Maffei

Infatti, «un anno fa avevamo 260 pazienti in terapia intensiva. Grazie ai vaccini, oggi ne abbiamo 56 su 253 disponibili». Questa frase contiene tre numeri tutti sbagliati, uno anche in modo grossolano. I pazienti in terapia intensiva con Covid al massimo sono stati nelle Marche 169 e precisamente il 31 marzo 2020. Il numero massimo nel 2021 è stato di 157 il 25 marzo. Nelle Marche il giorno delle dichiarazioni dell’assessore, ieri 15 gennaio, il bollettino quotidiano del Ministero riportava 65 pazienti con Covid ricoverati nelle rianimazioni delle Marche (e non 56) e i posti letto delle rianimazioni erano 256 e non 253.

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L’intervento di Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità, ieri ad Ascoli

Ma soprattutto l’assessore non ha detto (o non sapeva) che nel giorno delle sue dichiarazioni in Italia per la prima volta dopo diverso tempo i ricoveri in terapia intensiva erano diminuiti (di soli due casi, passando dai 1679 del 14 gennaio ai 1677 di ieri), mentre nelle Marche c’era stata una impennata con un aumento di più del 10% (da 58 a 65, più sette). Ieri eravamo anche al primo posto in Italia come percentuale di posti letto di terapia intensiva occupati da pazienti Covid (25,4%) ed eravamo al primo posto come percentuale di pazienti ricoverati in ospedale per Covid che anziché stare in un reparto “normale” stavano in terapia intensiva (il 20,9% contro una media italiana del 9,1%). I dati di oggi vanno appena meglio con 62 casi in terapia intensiva, anziché 65.

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Il Covid center a Civitanova

Questa pressione “esagerata” dei ricoveri in terapia intensiva è una caratteristica delle Marche, Regione in cui, anche quando gli altri indicatori vanno bene, i dati sui ricoveri in terapia intensiva sono preoccupanti e vanno peggio delle altre Regioni. Un’altra cosa che l’Assessore non ha detto è che molti dei 256 posti letto di terapia intensiva delle Marche non hanno il personale che serve per farli funzionare. Questo vale ad esempio, ma non solo, per i 42 posti letto del Covid Hospital che pure sono conteggiati tra i 256. Prima della pandemia nelle Marche c’erano 118 posti letto di rianimazione. Il personale nel frattempo è aumentato di poco e quindi gran parte dei posti letto di terapia intensiva creati in più da allora per funzionare richiedono di prendere personale dalle altre attività e in particolare, ad esempio da quelle chirurgiche, che infatti diminuiscono. Quindi è giusto non riaprire il Covid Hospital, ma non è giusto conteggiare i suoi posti letto come disponibili. E non è giusto nemmeno rassicurare i cittadini dicendo, oltretutto citando numeri sbagliati, che coi ricoveri in terapia intensiva nelle Marche va molto meglio di un anno fa senza dire che però va peggio del resto d’Italia. Sulle vaccinazioni l’Assessore ha dichiarato ieri che con le dosi booster saremmo stati al primo posto in Italia. Ieri, come si vede dal grafico, eravamo in realtà con le dosi booster leggermente al di sotto della media nazionale (33,13% contro il 33,23%). L’impegno dell’Assessore e dei suoi collaboratori è fuori discussione. I risultati però andrebbero dimostrati coi numeri giusti e non solo con quelli che convengono.

*Medico e dirigente sanitario in pensione

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