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Guardie mediche e turistiche
chiuse e con pochi medici:
«Situazione di forte disagio»

NEL PRIMO FINE SETTIMANA di luglio sono stati tanti i bagnanti e i turisti che hanno avuto bisogno di un sanitario per lievi medicazioni sul posto o una ricetta e che, come a Camerano, si sono dovuti rivolgere al 118. Il direttore della Centrale Operativa Mario Giusti: «Tutto ciò si ripercuote sui pronto soccorso. In qualche caso poi le persone, non avendo a chi rivolgersi, decidono di chiamare anche noi, seppur impropriamente, poiché non mandiamo un medico dell’emergenza su una situazione, diciamo, da guardia medica»

La guardia medica di Camerano

 

 

di Alberto Bignami

Guardie mediche e turistiche chiuse, dopo un certo orario, per mancanza di medici, mentre il primo fine settimana estivo di luglio vede l’afflusso in spiaggia di bagnanti e turisti.
Malori, indubbiamente lievi, e qualche mal di pancia oppure, la richiesta di una ricetta medica. La corsa alla guardia medica è frenetica ma le porte di quelle di: Camerano, Osimo, Loreto, Sirolo e Numana, sono chiuse.
Cosa succede? Che il primo pensiero è quello di chiamare il Nue 112 per farsi passare il 118 che, però, ha le competenze per tutto ciò che è considerato: emergenza.
«Le persone si rivolgono a noi – spiega a Cronache Ancona, il direttore della centrale operativa 118, medico e rianimatore di Torrette, Mario Giusti – per situazioni che non sarebbero da 118 ma purtroppo la popolazione non sa a chi altri rivolgersi. Nella fattispecie – prosegue – ci sono anche chiusure di guardie mediche nell’entroterra, verso Jesi, San Marcello, però – spiega – ci sono stati preavvisi ed è successo anche nelle settimane passate. In questi casi – aggiunge – il Distretto dispone che nel territorio di competenza della guardia medica, così come la Regione aveva già previsto in un accordo, quel territorio viene coperto da una guardia medica vicina, che in quel caso si assume però un carico di lavoro indubbiamente maggiore».
Ecco che l’afflusso avviene allora in un unico punto. La chiusura delle guardie mediche in altri posti anche di turismo, creano inevitabilmente degli ‘ingorghi’.

L’automedica del 118 (Archivio)

«Seppur noi non siamo competenti per la fattispecie – riprende Giusti -, ovviamente è un qualcosa che ricade addosso anche a noi. Per quanto riguarda Camerano – continua – in effetti, per la giornata di oggi, non abbiamo avuto una situazione precedente e quindi ci ha trovato non preavvisati».
E a Camerano, infatti, si sono verificati momenti di tensione, seppur lieve, tra quei cittadini che si sono recati trovando poi la porta chiusa e, un numero di telefono risultato irraggiungibile.
Va ben spiegato che, come sottolinea il direttore della Centrale Operativa 118 «Non è sicuramente una situazione di emergenza, ma indubbiamente si tratta di un disagio forte».
Nelle Guardie Mediche di solito ci sono turni di 12 ore, in cui il turno di giorno magari è assente per tornare presente alla notte.
«Turni di medici della continuità assistenziale – dice -, che essendo pochi, vengono a mancare. Quindi, quel turno specifico non c’è e dovrebbe essere in qualche modo supplito da una guardia medica vicina. Rimane il problema che in qualche caso poi le persone, non avendo a chi rivolgersi, decidono di chiamare anche il 118, seppur impropriamente poiché noi non mandiamo un medico dell’emergenza su una situazione, diciamo, da guardia medica. Si può inviare l’ambulanza e trasportare il paziente all’ospedale, ma è un qualcosa che poi ricade anche sui pronti soccorsi e sulle stesse ambulanze».
Anche le Guardie Turistiche «sono carenti, mancanti di personale – aggiunge – ed è una situazione che alla fine aggrava ulteriormente il quadro del pronto soccorso» poiché chi la trova chiusa, si rivolge all’ospedale più vicino.

Un’ambulanza della Croce Bianca di Numana (Archivio)

Il fatto è che «mancano medici su più fronti. E’ un discorso che riguarda non di certo solo il nostro territorio. E’ una carenza generale, che rimanda probabilmente a una programmazione forse a livello ministeriale; della specializzazione; dei numeri di ingresso in medicina. In alcuni ambiti tipo ‘emergenza 118’ e ‘pronto soccorso’, è diventata ancora più forte. Poi – spiega – la continuità assistenziale è tipicamente quel settore dove i giovani medici rimangono, essendo precari per qualche anno. Quindi, quando non c’è un’alternativa. Adesso, essendoci molti più posti per esempio per le specialità, in rapporto al numero dei medici che escono, ovviamente questi tendono ad entrare quanto prima in specialità» e in questo modo ecco che in continuità assistenziale e in guardia turistica, ce ne sono di meno.
Si tratta comunque di un problema che «in queste giornate in cui aumenta la popolazione di alcune zone, specialmente della costa, diventa ancora più evidente. Confermo dunque che il problema c’è anche se per fortuna – ribadisce -, in questi casi non parliamo di emergenza ma di situazioni comunque di disagio forte, che in qualche modo ci ricasca sopra perché le persone poi ci chiamano. In qualche caso possiamo dare l’infomativa; in altri, purtroppo no».

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