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Siccità, Geologi Marche:
«Desalinizzazione e riutilizzo dell’acqua
per uscire dall’emergenza»

ANCONA - Il presidente dell'ordine, Piero Farabollini, tratteggia le ipotesi tecnologiche. «‘Riuso' è la parola-chiave soprattutto per assicurare l’irrigazione costante ed efficiente dei nostri campi: oltre la metà della risorsa idrica, in Italia, è destinata all’agricoltura e alle imprese agricole» sottolinea

Anche il territorio attraversato dal fiume Musone mostra i segni della siccità

 

 

Per uscire dalla situazione di siccità, che sarà sempre più un fenomeno diffuso, è necessario prendere misure d’emergenza ma, al tempo stesso, pianificare gli interventi necessari ad affrontare una crisi che non è episodica, ma strutturale. A suggerire alcuni spunti è il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini. «Diversi indicatori ci dicono che la nostra regione, e in particolare le aree meridionali della nostra regione, si trovano in condizioni di severità alta. – spiega in una nota Farabollini – Ma anche verso nord la situazione non è migliore, lo testimonia la decisione, da parte della Regione, di limitare i prelievi da tutto il bacino del fiume Metauro. È in momenti come questi che dobbiamo sensibilizzare la popolazione a un uso corretto della risorsa, che azzeri gli sprechi nell’ottica del risparmio idrico. Il razionamento dell’acqua è oggi una possibilità concreta, ma il nostro compito di geologi è quello di prevenire i problemi e lavorare in un’ottica di ampio respiro».

Piero Farabollini

«Penso che sia ormai giunto il momento – continua il presidente dell’Ordine dei geologi della Marche- di parlare di desalinizzazione. Una tecnologia che fino a pochi anni fa sembrava appannaggio esclusivo dei paesi del Medio Oriente o del golfo Arabico, ma che oggi bisogna prendere in seria considerazione. Non certo come panacea di ogni male, ma come parte della soluzione. Lo stesso si può dire del recupero delle acque utilizzate: secondo l’autorità di regolazione Arera il potenziale idrico destinabile al riutilizzo è del 20%, eppure oggi solo il 4% delle acque reflue depurato viene utilizzato con profitto nel nostro Paese. ‘Riutilizzo’ è la parola-chiave soprattutto per assicurare l’irrigazione costante ed efficiente dei nostri campi: ricordo infatti che oltre la metà della risorsa idrica, in Italia, è destinata all’agricoltura e alle imprese agricole, parte integrante dell’economia marchigiana, bisogna fornire risposte. Pianificare, investire, legiferare: solo con il lavoro di squadra tra professionisti e istituzioni è possibile passare dall’emergenza alla gestione responsabile».

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