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La “secessione dei ricchi”
che fa male alle Marche

L'ANALIS - La proposta del ministro Calderoli avvantaggia solo Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna trasformandole in regioni autonome “impoverendo” lo Stato che deve finanziare le regioni più povere. Note positive arrivano dai fondi per il raddoppio della Orte-Falconara e dalla netta diminuzione le denunce di reati (ma il Maceratese va male sullo spaccio di droga: 15esima in Italia). Preoccupa la carenza dei medici di famiglia. La nostra regione è ultima per utilizzo dei fondi europei, sinora usati meno della metà

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Ugo Bellesi

 

di Ugo Bellesi

Sorprende che nelle ultime settimane, mentre in tutta Italia, tra i tanti altri problemi (Casamicciola, crisi economica, guerra in Ucraina, bollette ecc.ecc.) si discuta anche dell’iniziativa del ministro Roberto Calderoli, che ha presentato un progetto di autonomia differenziata sollecitata da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, qui da noi, cioè nelle Marche, è come non ci riguardasse affatto. Ed invece non è così visto che molti commentatori considerano l’autonomia differenziata come la “secessione dei ricchi”, tenuto conto che Luca Zaia aveva chiesto a Calderoli addirittura il “menù completo” e cioè tutte le 23 competenze previste dalla Costituzione. Ma forse scherzava perché sarebbe compresa anche l’istruzione, materia che da sola vale 8 miliardi: 5 per la Lombardia e 3 per il Veneto. E con la scuola anche la sanità e varie altre. Proprio per scuola e sanità è facile prevedere che le regioni del nord, nei concorsi, possano offrire emolumenti e premi tali che, essendo impossibili per gli ospedali e le università del sud, tutti i migliori medici, chirurghi, docenti e ricercatori d’Italia finirebbero in Lombardia e Veneto. E’ proprio questo che si vuole?

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Roberto Calderoli

In particolare sembra che Lombardia e Veneto chiedano anche i nove decimi del gettito regionale dell’Irpef, dell’Ires e dell’Iva. Ma così lo Stato perderebbe (impoverendosi) una parte delle entrate fiscali che dovrebbero andare a favore delle regioni che hanno chiesto l’autonomia. Il che consentirebbe di avvicinare le due regioni ai poteri di uno stato nazionale.

In pratica l’Italia sarebbe divisa in due con le regioni più povere al sud e le più ricche al nord. Proprio per evitare questo, in un recente convegno, un sindaco del sud ha proposto che, prima di avere l’autonomia, ciascuna delle regioni più ricche si assumesse il compito di aiutare una regione del sud per “mettere a terra” le tante opere già finanziate, comprese quelle previste dal Pnrr, destinate proprio a riequilibrare con il nord i servizi, le infrastrutture, le reti ospedaliere e le sedi scolastiche di cui il sud è carente. L’aiuto potrebbe consistere nel mettere a disposizione, per il tempo che riterranno utile, i loro tecnici e progettisti e, se necessario, anche le imprese. Infatti i tempi sono molto stretti per realizzare le opere finanziate dal Pnrr e quindi bisogna fare di necessità virtù. Il Pnrr è in ritardo su più fronti e “andare oltre il 2026 – ha detto Paolo Gentiloni commissario europeo all’economia – non è possibile”

Per fortuna notizie lusinghiere, finalmente, arrivano sul fronte delle infrastrutture delle Marche. Almeno per quanto riguarda i collegamenti ferroviari con Roma. Infatti sono state portate ad un miliardo e 112 milioni le risorse per il raddoppio della Orte-Falconara. Questa somma va ad aggiungersi ai 480 milioni stanziati dal Pnrr. Tali risorse sono state previste dal contratto di programma 2022-2026 tra Rfi e Ministero delle infrastrutture. Inoltre è prevista per il 2023 la progettazione della Fabriano-Foligno. E che questa volta si faccia sul serio è confermato dal fatto che, tra le opere destinate a Roma Capitale e quindi con “corsia preferenziale”, e perciò commissariate, c’è proprio il “potenziamento della Orte Falconara”. E c’è anche la strada statale 4 Salaria che riguarda in particolare Ascoli.

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Mareggiata a Porto Recanati

E’ positiva anche la notizia che la Regione Marche ha stanziato 13 milioni di euro per la difesa della costa dalle mareggiate. Pertanto tre milioni andranno a Porto Sant’Elpidio, 4,4 milioni a Fano e 3 milioni a Mondolfo. Purtroppo non è stata inserita in questo elenco Porto Recanati che da sempre denuncia la scomparsa della spiaggia di Scossicci. I maligni pensavano che questa fosse una scelta di parte per favorire implicitamente Marcelli di Numana. Ma abbiamo appreso che tale scelta dipende dal fatto che, rafforzando le difese di Scossicci, le mareggiate più forti si scaricherebbero contro le spiagge più a nord.

Tra le notizie non buone c’è che le Marche sono ultime nell’utilizzazione dei fondi europei. In particolare il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) ha destinato all’Italia 37 miliardi di euro. Alla fine del primo semestre 2022 la regione Marche ha certificato una spesa di 275 milioni già rimborsati da Bruxelles. Ma si tratta soltanto del 47% delle risorse a disposizione. Adesso ci sono ancora da spendere altri 310 milioni e dobbiamo investirli entro il 2023 altrimenti vanno persi. Invece dal fondo sociale europeo avevamo a disposizione 287 milioni e ne abbiamo spesi soltanto il 62%. Tuttavia abbiamo ancora tempo per investirli fino al 31 dicembre 2023.

medicoE’ proprio brutta invece la notizia che la mancanza di medici di medicina generale è salita a 147 soprattutto a causa dei pensionamenti. A fine 2022 andranno in pensione 59 medici, nel 2023 saranno 77 e nel 2024 addirittura 107. Entro il 2030 circa il 20% dei medici andrà in pensione. Attualmente a Treia mancano 3 medici e a Civitanova 7 ma saranno soprattutto i centri minori ad avere le peggiori conseguenze anche perché gli ospedali, come i centri di cura privati, si trovano a distanze notevoli. Nelle Marche attualmente ci sono poco più di mille medici sottoposti spesso ad uno stress insopportabile. Molti di essi non riescono più a tenere il ritmo dalla mattina presto fino a tarda sera. E questo scoraggia anche i giovani ad abbracciare questa professione. Infatti in genere gli specializzandi preferiscono l’attività ospedaliera. Purtroppo per i cittadini è venuta meno la sanità di primo livello appesantendo l’attività degli ospedali.

Una buona notizia è che in provincia di Macerata – secondo i dati pubblicati dal Sole 24 Ore e relativi al 2021 – sono in netta diminuzione le denunce di reati. Infatti figura al 99esimo in Italia con 6.971 denunce. Pesaro è al 95esimo posto, Ancona al 91esimo, Ascoli all’89esimo e Fermo al 60esimo.

spaccio-hashish-denuncia-polizia-2-650x569Macerata purtroppo è al 15esimo posto in Italia, e risulta prima nelle Marche, per numero di denunce per spaccio, cioè 143. Per detenzione di stupefacenti le denunce sono state 193 mentre soltanto 13 per produzione o traffico di droga.

Tra le province italiane le Marche sono al 22esimo posto per denunce relative a contraffazione di marchi e prodotti industriali. Figura al 23esimo posto per omicidi stradali. La nostra provincia è trentaduesima per usura, e trentasettesima per incendi. Cinque le denunce per tentato omicidio. Venti quelle per violenza sessuale. Sono stati 1.764 i furti (451 in abitazioni, 115 in esercizi commerciali), 57 le auto rubate, 36 le rapine (di cui 7 nelle banche), 43 le estorsioni, 219 le lesioni colpose, 269 le minacce, 37 le percosse.

E’ veramente preoccupante la notizia fornita dalla Cna di Macerata che la nostra provincia in otto mesi ha perso addirittura 3.671 imprese, le quali hanno interrotto la loro attività soprattutto per il caro energia, per la chiusura dei mercati russo e ucraino, per le difficoltà del settore calzaturiero e per i ritardi nella ricostruzione nelle aree terremotate. In soli otto mesi il settore commerciale ha perduto mille imprese, di cui 275 nel mese di agosto. Addirittura sono state 610 aziende agricole che hanno cessato la loro attività. Per non parlare della chiusura di 422 imprese manifatturiere e di 196 aziende turistiche comprendenti alloggio e ristorazione. In pratica ogni giorno sono più di 15 le aziende maceratesi che cessano la loro attività.

Nella nostra provincia il tasso di decrescita delle imprese è pari al 5,9% mentre in Ancona è dello 0,5%, Pesaro dello 0,7%, Fermo del 4,4% e Ascoli invece l’indice è positivo più 0,3%.

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