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A Torrette torna la Pink Room
«Una presa in carico globale delle pazienti,
la malattia le cambia non solo nel fisico»

SANITA' - Dal 6 marzo di nuovo operativo il servizio dedicato alle donne malate di tumore, interrotto causa Covid. Grazie a una collaborazione con la Cna saranno a disposizione anche parrucchiere ed estetiste. La direttrice della clinica oncologica Rossana Berardi: «Ci sono arrivate tante richieste di ripartire. Adesso, finalmente, possiamo farlo»

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Da sinistra: Patrizia Tiranti, Marisa Carnevali, Armando Marco Gozzini, Rossana Berardi

di Francesca Pasquali

Ci si arriva con l’ascensore 7. Secondo piano. Dentro la “Pink Room” sembra di essere in una bomboniera. Rosa, ovviamente. Di rosa sono tinteggiate le pareti. Rosa sono i mobiletti d’arredo. E rosa è la poltrona sulla quale, fino a prima della pandemia, si sedevano le pazienti malate di tumore per farsi coccolare un po’. Il Covid ha sparigliato le carte, bloccando tanti servizi, tra cui questo. Che, però, tra una ventina di giorni ripartirà. La data fissata è il 6 marzo. Quel giorno, dopo quasi tre anni, la stanza rosa della Clinica oncologica dell’ospedale di Torrette tornerà operativa. Poi, si andrà avanti lunedì dopo lunedì. Un servizio importante per le donne che si trovano ad attraversare un periodo difficile della loro vita. Un servizio che è mancato.

pink-room-torrette-10-325x370«Ci sono arrivate tante richieste di ripartire. Adesso, finalmente, possiamo farlo. La Pink Room è più di un piccolo spazio. È una presa in carico globale delle pazienti che la malattia cambia non solo nel fisico, ma anche nella sensibilità e nell’autostima», ha detto Rossana Berardi, presentando, stamattina, la riapertura della prima Stanza Rosa d’Italia, che ha fatto da apripista a tante altre. Snocciola i dati dei primi tre anni di attività della Pink Room, la direttrice della Clinica oncologica. Centocinquanta le pazienti che hanno usufruito del servizio, che era e resta gratuito, per un totale di più di cinquecento accessi. «Una media di oltre 3 a persona. Significa che ogni donna è tornata più volte», spiega Berardi. Donne di tutte le età quelle che sono passate per la Pink Room, da 28 a 85 anni. La maggior parte (70%) stava lottando contro un tumore al seno. Poco più della metà (57%) ha richiesto consulenze mediche. Le altre trattamenti estetici e lezioni di yoga. Perché è vero che in certe situazioni «spesso ci si trascura perché la malattia ha il sopravvento e si pensa più a come stiamo», ma è anche vero che «non bisogna mai perdere di vista la bellezza e curare il proprio corpo, perché la propria immagine è fondamentale anche per stimarsi e darsi una carica maggiore», dice il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria delle Marche, Armando Marco Gozzini.

pink-room-torrette-9-325x183È nata così la collaborazione con Cna Impresa Donna che mette a disposizione parrucchiere ed estetiste che arriveranno da tutta la regione per regalare alle pazienti qualche ora di benessere. «Qui il malato non è un numero, ma una persona e viene considerato come tale», le parole della presidente regionale, Patrizia Tiranti. Dei prodotti che verranno usati, dei macchinari necessari e delle assicurazioni – fa sapere la presidente Marisa Carnevali – si farà carico la Fondazione Azienda ospedaliera universitaria delle Marche, a cui bisogna rivolgersi per accedere al servizio. Un lavoro di squadra di cui fanno parte anche tante associazioni di volontariato e le agguerrite “dragonesse”: pazienti oncologiche che si fanno forza a vicenda per battere insieme la malattia.

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Rossana Berardi con le “dragonesse”

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Marisa Carnevali

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Armando Gozzini

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Rossana Berardi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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