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Telefonata muta per non farsi accorgere
dal compagno violento:
la polizia sente tutto e lo arresta

ANCONA - La donna ha riportato una prognosi di 25 giorni. Grazie all'espediente utilizzato per chiedere aiuto, l'uomo è stato processato e rinchiuso a Montacuto

La donna si è rivolta alla polizia (Archivio)

La chiamata alla centrale operativa della polizia era muta. Dall’altra parte si potevano però sentire urla, rumori di piatti che venivano spaccati e altro che faceva pensare ad una violenta lite in atto.
Immediatamente, ieri sera, gli agenti della questura dorica sono risaliti al numero telefonico, all’intestataria e quindi a capire da dove proveniva la chiamata per poi inviare subito due Volanti accorse sul luogo permettendo l’arresto di un ligure, residente ad Ancona, con l’accusa di violenza domestica nei confronti della convivente, madre dei suoi due figli.

Ciò è stato reso possibile grazie all’espediente usato dalla donna che, in quel momento di terrore, ha però avuto la lucidità di chiedere aiuto lasciando poi il cellulare con la chiamata aperta, senza parlare per evitare che l’uomo se ne potesse accorgere, consentendo l’intervento tempestivo dei poliziotti che, arrivati sul posto, hanno sentito le grida provenienti dall’appartamento, fin dal pianerottolo.

Subito, come prima cosa, una volta fatto accesso nell’abitazione, i poliziotti hanno messo in sicurezza la vittima, per poi richiedere l’intervento del 118.
La donna, trasportata al pronto soccorso di Torrette per essere sottoposta alle cure del caso, è stata poi dimessa con una prognosi di 25 giorni a seguito delle percosse subite.
Immediate le indagini e la ricostruzione dei fatti, arricchiti dalla denuncia della compagna, che in questo modo hanno permesso di delineare con precisione tutti i contorni della vicenda.
Dunque, il quadro indiziario che emergeva dai riscontri dagli agenti intervenuti sul posto, insieme alla querela appunto formalizzata dalla vittima, è apparsa compatibile con la sussistenza di condotte violente, assillanti e maltrattanti, da parte dell’uomo nei riguardi della convivente, costretta a subire la gelosia del compagno e a non reagire, per il timore ripercussioni più gravi nei confronti suoi e dei figli conviventi con la coppia.

Questa mattina, in tribunale ad Ancona, davanti al giudice Merletti, si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto effettuato ieri. Il tribunale ha accolto le richieste della procura disponendo il trasferimento dell’uomo nel carcere di Montacuto.
Il questore Cesare Capocasa invita le donne «A vincere la paura, rompendo l’isolamento e la vergogna» ribadendo che le vittime «devono denunciare sempre. Aiutateci ad aiutarvi».

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