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Addio al primario Elvio Giaccaglini,
una vita spesa nell’impegno sociale

JESI - Si è spento ieri all'età di 78 anni, aveva diretto la Neurologia dell’ospedale cittadino, era stato consigliere comunale e presidente del Lions Club. Domani i funerali nella chiesa di San Francesco D'Assisi

Elvio Giaccaglini

 

Saranno officiati domani, sabato 18 marzo, alle 15,30 nella chiesa parrocchiale di San Francesco D’Assisi a Jesi i funerali di Elvio Giaccaglini. Il primario emerito di Neurologia dell’ospedale cittadino, se n’è andato all’età di 78 anni dopo aver combattuto contro una malattia. Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e l’Amministrazione comunale tutta in memoria del professionista molto stimato a Jesi per primi ieri alla notizia della scomparsa si sono stretti «al dolore dei familiari per la scomparsa del dottor Elvio Giaccaglini, primario emerito di Neurologia, già consigliere comunale e presidente del Lions Club di Jesi, di cui ricordano il forte impegno sociale e civile ed il profondo legame con la propria città».

Nel 2002 il dottore Giaccaglini, originario di Castelbellino, era stato nominato dalla Direzione aziendale della Asl 5 di Jesi, direttore di Dipartimento di Medicina e Specialità Mediche, incarico che aveva ricoperto fino alla cessazione del rapporto di lavoro nel luglio 2011. Dal 2012 svolgeva attività di consulenza neurologica presso Istituto di Riabilitazione Santo Stefano. Era stato anche socio fondatore della ‘Associazione Italiana Carlo Urbani’, la onlus nata nel 2003 per ricordare del medico senza frontiere che aveva scoperto il virus della Sars.

Tra i tanti messaggi di cordoglio giunti alla moglie di Elvio Giaccaglini, Luisa,e ai figli Federico e Tommaso anche quella dell’infermiera poetessa Maria Teresa Chechile. «Amico e primario della Neurologica di Jesi. Quante chiacchiere. Insieme. Discorsi di ogni tipo “Come va Elvio” ti chiedevo ultimamente. “Beh sai”. Testa bassa e tirar dritto. Nessuna foto. Tutti a Jesi ti conoscevano. – scrive Chechile – E anche fuori città. Non dimenticherò mai quando anch’ io, a suo tempo, ho avuto bisogno di te. Mi hai accolta in reparto con amore e con attenzione. Attenzione alla persona, come a tutte le persone, alle quali ti dedicavi con attitudine e professionalità, Con amore perché eri così. Amorevole con tutti. E forse, ma sicuramente, e non nego anche quell’occhio di riguardo in più perché, per te, gli infermieri erano il braccio destro della sanità e dei medici. Un collante indissolubile. Fai buon viaggio mio caro amico. Primario indefesso e stimato professionista». La camera ardente è stata allestita all’obitorio dell’ospedale ‘Carlo Urbani’ di Jesi e sarà disponibile alle visite da questa mattina.

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