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«Il Comune acquisti
la casa ‘Palombara’ per trasformarla
in museo o ostello per la gioventù»

OSIMO - E' la proposta contenuta in una mozione del gruppo consiliare delle Liste civiche. L’edificio rurale di via Cola, derivazione delle “case-forti ” costruite tra il XII e il XIII secolo in tutta l'Italia centro-settentrionale, «potrebbe essere acquisito esercitando il diritto di prelazione in considerazione dell'alto valore storico architettonico». Donata al Comune l'ex Casa del Popolo

La Palombara di via Cola, a Passatempo di Osimo

 

 

I consiglieri del gruppo Liste civiche Osimo, con una mozione consiliare della quale è primo firmatario Stefano Simoncini, invitano il sindaco Smone Pugnaloni ad acquisire la casa di via Cola a Passatempo conosciuta da tutti comeLa Palombara’ esercitando il diritto di prelazione in considerazione dell’alto valore storico architettonico dell’edificio che, dopo attento restauro, deve divenire pubblico. «Considerato che la casa “Palombara” sia per la sua originale struttura architettonica, che per l’antichità di edificazione, riveste enorme importanza storico – culturale per l’intero territorio rurale della Val Musone; che gli esperti di storia dell’architettura sono concordi nel ritenere la Palombara come una derivazione delle “case-forti ” costruite tra il XII e il XIII secolo in tutta l’Italia centro-settentrionale. – scrivono nella mozione i consiglieri Stefano Simoncini, Monica Bordoni, Matteo Sabbatini e Sandro Antonelli – Che tali strutture fortificate erano utilizzate come deposito dei cereali in difesa dalle frequenti scorribande di ladri o di soldati di passaggio e che successivamente saranno principalmente trasformate in allevamento di colombi (Colombaie) sia per la pregiata carne che per l’ottimo fertilizzante e che pertanto la casa di via Cola mantiene un grande valore testimoniale storico di questa tipologia di edifici campestri andati in disuso e trasformati a partire dal XVIII secolo» viene impegnata l’Amministrazione a «compiere ogni atto necessario ad esercitare il diritto di prelazione sull’immobile detto La Palombara di via Cola e acquisirlo al patrimonio comunale».

La Palombara di via Cola è attualmente l’unico esemplare rimasto nel Comune di Osimo e tra i pochi del centro Italia «e stante la sua ubicazione strategica (al centro della Val Musone) a poca distanza dalle piste ciclabili di via Capanne, via Settefinestre e Via Cagiata, nonché dalla casa Cea – proseguono i 4 consiglieri di opposizione- potrebbe essere oggetto della realizzazione di una pista ciclo pedonale che colleghi le due strutture realizzando un percorso ciclo pedonale di assoluto pregio ambientale. L’edificio si presta ad un utilizzo pubblico, previo attento restauro architettonico, sia come struttura museale etnoantropologica (Museo della Mezzadria) che per altri usi come a puro titolo d’esempio fattoria didattica oppure casa per ferie, ostello per la gioventù  a gestione Asso oppure ad opera di associazioni della frazione di Passatempo».

Intanto nella seduta consiliare del prossimo di giovedì prossimo, 27 aprile, convocata alle ore 18, tra i punti in discussione ci sarà l’accettazione da parte del comune di Osimo della donazione dell’immobile “ex Casa del Popolo” che nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale dovrebbe trasformarsi in polo socio-culturale considerata anche la vicinanza con il Parco della Rimembranza. La Casa del Popolo di via Cialdini prima sede del Pci poi nel volgere dei decenni, del Pd, sarà donata al Comune dalla Fondazione Primo Maggio di Ancona con la clausola che ne venga mantenuta la funzione pubblica. A gennaio 2008 era approdato in Consiglio comunale l’adozione del piano di recupero “ex Casa del Popolo” in Via Cialdini-Via Giulia di proprietà, al tempo, dei Democratici di Sinistra della federazione anconetana. Un comitato ispirato dalla sinistra radicale, però aveva avviato una battaglia con raccolta di firme per evitare che l’immobile venisse trasformato in unità residenziali. Nel 2012 invece l’Amministrazione comunale delle Liste civiche era intenzionata a costruire una seconda scala mobile anche nel piano di recupero dell’ex Casa del popolo di via Cialdini, come anello di congiunzione con via Giulia con l’apporto di capitali privati che il governo Monti aveva favorito come formula per nuovi investimenti. Ma anche in questo caso non se ne fece niente.

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