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Controlli al porto di Ancona
con Polmare e Frontex

SICUREZZA - Si tratta di un organismo comunitario, con sede a Varsavia, che col suo operato rende più efficace l’applicazione delle misure comunitarie garantendo il coordinamento tra gli stati membri. Diversi gli interventi già effettuati

I controlli di Frontex al porto di Ancona

La stagione estiva è arrivata anche nel Porto di Ancona, dove la Polizia di Frontiera si prepara a fronteggiare i periodi di afflusso più caldi.
A dare rinforzo agli agenti della Polmare, quest’anno sono arrivati gli agenti dell’agenzia Frontex che contribuisce col personale delle varie forze di polizia Europee, a migliorare la gestione integrata delle frontiere esterne dell’Unione Europea.
Si tratta di un organismo comunitario, con sede a Varsavia, che col suo operato rende più efficace l’applicazione delle misure comunitarie garantendo il coordinamento tra gli stati membri.

Proprio in questi giorni, la polizia di Frontiera di Ancona, ha portato a termine alcune brillanti operazioni.
Nel corso dei servizi finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare, durante lo sbarco dei passeggeri e mezzi della nave proveniente dalla Croazia, si è proceduto a fermare un cinese apparentemente provvisto di regolare documentazione per l’attraversamento delle frontiere.
Sebbene da un iniziale controllo sembrava che potesse regolarmente circolare in area Schengen, in seguito a un esame più approfondito ci si è resi conto che il visto che il passeggero asiatico aveva apposto sul passaporto, era totalmente contraffatto.
L’uomo è stato dunque denunciato, il passaporto sequestrato e dunque riammesso alla volta della Croazia.

Al valico marittimo del capoluogo, nel corso dei controlli di frontiera, al momento dello sbarco di una nave proveniente da Durazzo, le forze di polizia hanno notato come fosse sempre crescente il numero di pullman con a bordo pochissimi passeggeri che però, nonostante ciò, erano diretti in un numero eccessivo di città Italiane. Si trattava di bus di linea autorizzati apparentemente ad effettuare tratte internazionali che però effettuavano abusivamente il traffico di merce che avrebbe avuto bisogno di autorizzazioni.
Attraverso un controllo approfondito si è riscontrato come gli autisti di quei mezzi, nella maggior parte delle volte, non esibissero al controllo le autorizzazioni in originale ma delle copie non autenticate. A bordo venivano poi trovati quantitativi di merce di vario genere, ritenuti non congrui al numero di passeggeri trasportati.
In seguito ad accertamenti, anche in sinergia col Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la polizia di Frontiera è riuscita di volta in volta ad arginare il fenomeno con una serie di numerosi respingimenti nei confronti degli autisti albanesi, per mancanza di scopo e condizioni del soggiorno in Italia.

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