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Crisi dell’Elettrodomestico:
«Chiusure più lunghe e cassaintegrazione
nelle aziende del Fabrianese»

LAVORO - Per il mese di agosto sono previsti stop collettivi più prolungati rispetto agli ultimi anni e questo fa temere alla Fiom per la tenuta di interi asset produttivi. «Diventa sempre più urgente un intervento del Governo con politiche industriali e con strumenti che aiutino il mondo del lavoro a superare questa complicatissima fase»

Un convegno organizzato dalla Fiom Cgil a Fabriano (foto d’archivio)

 

Crisi Elettrodomestico: nel Fabrianese chiusure per la pausa estiva più lunghe e cassaintegrazione. Gli stop produttivi previsti nelle principali aziende del Fabrianese riguardano la Electrolux (chiusure a scorrimento nel mese di agosto con il 50% del personale per due turni di due settimane ), Elica (dal 7 al 22 agosto compresi); Whirlpool (dall’11 al 27 agosto compresi), Faber (dal 7 al 22 agosto compresi), Antonio Merloni P.V. (dal 31 luglio al 27 agosto compresi) e il Gruppo Ariston (lo stabilimento di Cerreto dal 4 al 21 agosto, quello di Albacina dal 7 al 20 agosto, quello di Genga dal 7 al 27 di agosto compresi, Thermowatt dal 7 al 20 di agosto compresi e Osimo ( caldaie ) dal 4 al 27 agosto compresi). Una situazione che preoccupa la Fiom Cgil.

«Le crisi dell’elettrodomestico e dei prodotti gas, colpiscono fortemente le aziende del Fabrianese: per il mese di agosto sono previste chiusure collettive più lunghe rispetto agli ultimi anni ed in alcuni casi ulteriormente prolungate anche da utilizzo di cassaintegrazione» sottolinea in un comunicato la Fiom di Ancona che torna a denunciare «la mancanza di politiche industriali di lungo periodo per il rilancio dei settori strategici del Paese».

«Dentro un contesto globale fatto di sconvolgimentimenti ed incertezze c’è il rischio concreto di tenuta di interi asset dell’industria italiana. – prosegue la nota – Il mese di agosto per le fabbriche del Fabrianese, da un punto di vista produttivo, sarà nettamente inferiore rispetto agli ultimi, senza che si vedano segnali di ripresa nei prossimi mesi. Diventa sempre più urgente un intervento del Governo con politiche industriali e con strumenti che aiutino il mondo del lavoro a superare questa complicatissima fase. Perdita di posti di lavoro, mancato rinnovo dei contratti di somministrazione, abbattimento dei livelli di reddito delle famiglie, sono solo i primi segnali a cui potrebbero seguire conseguenze ben peggiori se l’industria non sarà sostenuta nei processi di riconversione e di transizione» conclude la Segreteria Fiom di Ancona.

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