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«La legge del più forte non genera vincitori».
In centinaia in piazza Roma per dire:
«Sì alla pace e no a ogni guerra»

ANCONA - Presenti 200 persone circa alla manifestazione tenuta oggi. Tutte le associazioni, movimenti e partiti hanno rinunciato ai propri simboli come gesto di unità

Alcuni partecipanti alla manifestazione per la pace

di Antonio Bomba

Rinunciare alla prima scampagnata di primavera, anche se primavera non è, per dire basta a tutti i conflitti in corso nel mondo. Lo hanno fatto 200 persone circa oggi pomeriggio in piazza Roma ad Ancona, aderendo alla ‘Manifestazione per la Pace’ a cui hanno preso parte decine di movimenti, associazioni e partiti politici i quali, per lanciare il messaggio nella maniera più unitaria possibile hanno rinunciato a esporre i propri simboli optando per la sola bandiera della pace.

Presenti cittadini anconetani e marchigiani di ogni genere ed età, dai pensionati ai bambini in una giornata scelta non a caso, visto che ieri ricorreva il secondo anno dallo scoppio della guerra russo-ucraina.

«Siamo qui ancora una volta – ha iniziato così il suo appello Mario Busti, presidente dell’Università per la Pace promotrice di questa importante giornata – tutti assieme per dire basta con la guerra, basta con le armi, basta con l’odio. Il nostro appello è per far sì che si fermino al più presto tutti i conflitti in corso nel pianeta. Perché queste guerre si susseguono a ritmo sempre più screscente. Iniziano ma non finiscono e arricchiscono solo l’industria delle armi, mentre la gente muore».

Busti prosegue con la sua ferma analisi: «Purtroppo gli stati sembrano ormai incapaci di porre fine a simili atrocità con gli strumenti della diplomazia e la sicurezza mondiale è sempre più in pericolo. E poi nessuno è disposto a perdere secondo la logica del più forte, ma nessuno ne uscirà vincitore utilizzando questa logica. Pertanto è – la sua conclusione – è sempre più necessario che ognuno di noi esprima questo sentimento di pace. Non importa quale, scegliete voi quello più vicino alla vostra sensibilità».

E dopo che un rappresentante dell’Anpi ha letto le letterine scritte da alcuni bambini ucraini, gli altoparlanti hanno iniziato a diffondere le note di ‘We shall overcome’ di Joel Baez e alcuni brani del repertorio di Fabrizio De Andrè, mentre la gente è rimasta in cerchio e in silenzio a gridare la propria muta contrarietà a ogni guerra e conflitto di sorta.

Come detto nessuna organizzazione politica ha portato una propria bandiera ma gli appelli alla pace non sono di certo mancati. «Iniziative come queste – è il parere di Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale del Partito Democratico – tengono vive le coscienze dei cittadini in un tempo in cui le guerre stanno diventando regola comune per la risoluzione delle controversie tra stati. E invece è quantomai necessario chiedere tutti assieme un cessate il fuoco. Penso al medio-oriente, all’Ucraina e alla Siria. Ma anche a quelle africane visto che siamo anche a un anno dalla tragedia dei migranti a Cutro. E, senza quelle guerre – conclude – tutte quelle persone non sarebbero mai fuggite dai propri paesi».

«È importante essere qua – ritiene l’onorevole Giorgio Fede del Movimento 5 Stelle – per dare tutti assieme un segnale forte. Noi del Movimento da parte nostra siamo presenti con ogni livello della nostra struttura in una battaglia che non deve vedere divisioni politiche perché la pace è di tutti. E poi, per quanto contano, ogni sondaggio dimostra che gli italiani vogliono la pace e non la guerra. Il governo dovrebbe attivarsi in tal senso».

Il coordinatore provinciale del M5S Sergio Romagnoli aggiunge che «questa nutrita partecipazione non può che farmi molto piacere. Vi sono gruppi, associazioni e movimenti di diverse parti politiche e questo è importante. E poi, come cantava Giorgio Gaber ‘Libertà è partecipazione’.

La referente del gruppo territoriale di Ancona del Movimento 5 Stelle Lorella Schiavoni sul tema aggiunge: «Non possiamo andare avanti con ragazzi che uccidono altri ragazzi. I giovani sono il futuro e così non potranno mai realizzarlo. Occorre intervenire prima che sia troppo tardi. Il rischio di una guerra mondiale e di un conflitto nucleare va assolutamente evitato».

Daniele Sturani referente della commissione sanità del Pd Marche: «La pace è l’unico modo possibile per risolvere i conflitti internazionali e manifestazioni come questa sono quantomai importanti per far sentire questa voglia di pace. La nostra presenza è pertanto doverosa e importante».

Andrea Belegni coordinatore della segreteria regionale Dem amplia il discorso ponendo al centro «il rispetto dei diritti umani. Ritengo sempre più che questi debbano tornare il fulcro di ogni dialogo. Perché, con un sistema basato sul conflitto, anziché sulla cooperazione, non porta molto lontano».

Francesco Rubini, consigliere comunale di Altra Idea di Città la vede in maniera un po’ differente da tutti gli altri: «Assolutamente sì alla pace. È una manifestazione quantomai necessaria. Ma oltre alla bandiera della pace io dico sì anche alla bandiere della Palestina perché – è il suo punto di vista – Israele sta commettendo verso questa popolazione un autentico genocidio».

E la testimonianza assoluta della neutralità politica di questo appello alla pace è stata fornita dalla presenza della consigliera comunale di Fratelli d’Italia Angelica Lupacchini, delegata dal sindaco a rappresentare l’intera amministrazione: «Il Comune di Ancona sostiene l’università per la Pace e auspica che questi conflitti terminino il prima possibile. Siamo sempre vicini alle comunità ucraine e palestinesi presenti sul nostro territorio, consci che nelle guerre ci vanno sempre di mezzo bambini, donne e il resto della popolazione civile inerme. Mi congratulo pertanto con gli organizzatori per questa splendida manifestazione, ben riuscita, bella e colorata».

 

 

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