
Gli uffici del Commissariato di Jesi (Archivio)
L’aveva conosciuto in una moschea. Qui, gli aveva confidato di trovarsi in precarie condizioni economiche.
Ecco che l’uomo, mosso dalla compassione, ha deciso di ospitare il connazionale, un marocchino di 33 anni senza fissa dimora, nella propria abitazione.
Il giorno seguente, il padrone di casa si è recato al lavoro lasciando l’ospite nell’appartamento insieme al proprio si recava a lavoro lasciando nell’abitazione l’uom. Al rientro di sera, si è però accorto che del 33enne non solo non vi era più traccia, ma andandosene aveva anche portato via 400 euro, un cellulare e le cuffie bluetooth.
Dopo aver tentato di contattarlo, il tutto è risultato inutile perché evidentemente l’uomo aveva provveduto a bloccarne l’utenza.
Tramite alcuni amici, è riuscito però ad avere una foto dell’uomo che ha poi mostrato ai poliziotti del Commissariato di Jesi una volta sporta la denuncia.
Grazie ad un’applicazione di polizia Scientifica che ha effettuato la comparazione delle immagini del viso di persone fotosegnalate in ambito nazionale, si è risaliti all’identità certa dell’uomo, denunciato per furto aggravato dalla relazione di ospitalità.
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