Tavernelle, l’impianto
di cremazione preoccupa
il Comitato Aria Nostra

ANCONA – I residenti che si sono uniti in via spontanea lamentano tra l'altro «la totale assenza di comunicazione nei confronti della cittadinanza, che non ci risulta sia stata né informata né consultata»

Il cimitero di Tavernelle

 

 

A Tavernelle di Ancona è nato il Comitato Aria Nostra per contrastare l’insediamento del nuovo forno crematorio nel cimitero. «Il Consiglio comunale di Ancona, con la delibera n. 79 del 18 novembre 2024, ha approvato la realizzazione di un forno crematorio nell’ambito del cimitero comunale di Tavernelle. Premesso che da parte nostra non vi è alcun pregiudizio nei confronti della pratica della cremazione – in costante aumento negli ultimi vent’anni – ciò che vogliamo manifestare è la nostra contrarietà alla realizzazione del forno crematorio nel luogo prescelto, ovvero all’interno del Cimitero di Tavernelle, in prossimità della Sala del Commiato.- si legge nella nota – Riteniamo che non siano stati adeguatamente valutati l’impatto ambientale dell’opera ed i potenziali rischi per la salute pubblica oltre alle enormi ricadute economiche negative sul patrimonio immobiliare circostante. Lamentiamo inoltre la totale assenza di comunicazione nei confronti della cittadinanza, che non ci risulta sia stata né informata né consultata. Purtroppo, in Italia manca una normativa specifica e aggiornata sui forni crematori e, nello specifico, la Regione Marche non ha ancora adottato un Piano di Coordinamento Regionale. Nel 2021, il Consiglio Regionale – all’unanimità – ha approvato una moratoria (Mozione 26/2021) impegnando il Presidente della Regione a: “…adottare, senza ulteriore ritardo, il Piano regionale di coordinamento per la realizzazione di crematori, provvedendo – ai sensi dell’art. 8 della Legge n. 130/2001 – alla definizione delle norme tecniche per la realizzazione degli impianti, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione, in conformità alla pertinente disciplina statale e internazionale; e a valutare di porre in essere ogni utile azione nei confronti degli enti locali, finalizzata a introdurre una moratoria dei procedimenti volti alla realizzazione di nuovi crematori, fino all’adozione del Piano regionale sopra richiamato.”»

A distanza di quattro anni, la Regione Marche non ha ancora dato seguito a tale impegno ricorda il Comitato. «Il Piano Regionale non è stato redatto e non è stata emessa alcuna moratoria, a differenza di quanto avvenuto, ad esempio, in Regione Lazio e Regione Campania.- si legge nell nota – In base a un elementare principio di precauzione, anche il Comune di Ancona avrebbe dovuto astenersi non solo dal deliberare in merito, ma dal procedere con l’iter di realizzazione, che invece avanza speditamente, essendo ormai giunto alla fase di aggiudicazione dell’opera. Le Regioni che hanno già adottato i rispettivi Piani di Coordinamento (come Veneto, Toscana, Liguria e altre) prevedono criteri rigorosi per la realizzazione di nuovi crematori, tra cui: distanza minima di almeno 50 km tra un forno e l’altro rispetto della distanza di almeno 500 metri da luoghi sensibili, come scuole, università e parchi gioco; analisi dettagliata del fabbisogno; specifiche indicazioni costruttive, di controllo e di manutenzione degli impianti. Se fosse stato adottato anche nelle Marche un qualsiasi piano adottato da altre Regioni, il progetto dell’impianto di Tavernelle non risulterebbe conforme e dunque non realizzabile a priori. Il Comune di Ancona ha, inoltre, ignorato la sentenza del Consiglio di Stato (Sez. IV, 3 gennaio 2022, n. 14), che assimila gli impianti di cremazione agli inceneritori. In base al Testo Unico delle Leggi Sanitarie (R.D. 27/7/1934, n. 1265), gli inceneritori sono classificati come “industrie insalubri di prima classe”, ovvero strutture che devono essere isolate in aree di campagna e tenute lontane dalle abitazioni. Ci sembra quantomeno irragionevole procedere alla realizzazione del crematorio/inceneritore nel Cimitero di Tavernelle, situato: in prossimità di un quartiere densamente popolato, vicino all’Asse Nord-Sud, già fonte di inquinamento; a poca distanza da scuole (Liceo Galilei, Ipc Calzecchi Onesti) e dall’Università Politecnica delle Marche – Polo Monte D’Ago, da giardini, parchi giochi, oratori e luoghi di culto, vicinissimo all’oratorio ed al parco giochi della chiesa del Pozzetto Studi scientifici pubblicati hanno certificato la pericolosità ambientale dei forni crematori, che devono essere edificati al di fuori di contesti abitati. I cimiteri inglobati nei centri urbani non sono idonei alla collocazione di tali impianti».

I cittadini sono preoccupati per ciò che uscirà dal camino del crematorio «come metalli pesanti, diossine, composti organici clorurati (Pcb), particolato e microparticolato, per i quali siamo già oltre i limiti indicati dall’Oms. Nessun filtro è in grado di eliminarli completamente. È fondamentale che i cittadini siano informati sui rischi che corrono e possano decidere se accettare o meno di convivere con un’opera che mette a rischio la loro salute e quella dei propri figli. Per questo motivo presto organizzeremo un’assemblea pubblica, finalizzata ad illustrare alla cittadinanza del quartiere Tavernelle i danni ambientali ed economici che questo progetto – se realizzato – inevitabilmente causerà» conclude il Comitato spontaneo ‘Aria Nostra – Tavernelle’.

 

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