«Qualcuno dovrebbe spiegare perché, relativamente all’area dell’ex ospedale di Corso Matteotti / Viale della Vittoria, il Comune di Jesi, proprietario solamente del 12,10% della relativa capacità edificatoria, abbia recentemente ideato (delibera di Giunta del 5/8/2025) un Masterplan – al costo di 95.000 euro – quando esiste da alcuni anni, ed il sindaco ne è certamente a conoscenza, un piano di recupero (o progetto di piano che dir si voglia) già predisposto da Tecnici jesini e consegnato fin da maggio 2022 alla Direzione Generale di Asur Marche, ora Ast 2 (proprietaria della parte residua del 87,90%)». A chiedere spiegazioni, sollevando più di una polemica è il gruppo d’opposizione JesiAmo. C’ èun piano di recupero per l’ex ospedale di Jesi, chiuso nel 2014 e già stato demolito in parte nel 2021. Nei giorni scorsi si è conclusa la procedura per aggiudicarsi il Masterplan per aggiornare lo stesso piano di recupero.
«Questo Piano di Recupero, che dovrebbe essere composto da allegati illustrativi e normativi e da viste in realtà virtuale del nuovo assetto urbano, come pure dovrebbe essere noto all’Amministrazione comunale prevederebbe un costo per onorari a carico di Asur/ Ast decisamente inferiore (forse 1/4) a quello previsto dal Comune per il Masterplan. cPerché detto piano è stato reso non ufficiale o comunque è stato “congelato” in base ad un accordo fra la nuova Amministrazione Comunale di Jesi e l’Ast di aprile 2023, che avrebbe sottoposto a condizioni il formale deposito dell’elaborato complessivo? – si domanda JesiAmo – Cosa contiene questo piano? Perché non è dato conoscerne le relative previsioni? Perché non viene presentato pubblicamente alla cittadinanza il piano di recupero, i cui principi fondativi e gli obiettivi sono stati condivisi a suo tempo anche con autorevoli esponenti istituzionali e con specialisti, nonché con figure tecniche del Comune di Jesi?»
E ancora: «Perché, con la recente scelta del Comune di Jesi a favore di un Masterplan, ci si trova di fronte ad una possibile duplicazione di progetti, uno già sostanzialmente fatto, ma così da accantonare, ed uno da fare, dai nomi e con finalità simili, ma sostanzialmente analoghi, uno con costi – contenuti – a carico di Ast e l’altro a carico del Comune di Jesi per 95.000 euro? Prima di dare incarichi e di impegnare soldi pubblici, altri soldi, i nostri soldi, il Comune di Jesi dovrebbe esaminare e dibattere anche con la cittadinanza su quel piano di recupero che già c’è, che esiste e che è stato progettato, senza affrontare una nuova avventura. E’ scandalosa questa modalità di affrontare i problemi, cercando nuove soluzioni quando già ne esistono, e semmai e se del caso quando ci si potrebbe limitare ad approfondirle e/o a migliorarle, ed esponendo la città ad una inutile ed onerosa duplicazione di progetti, entrambi da pagare, e che magari prevedono adempimenti ed impegni già presenti nel 1° piano di recupero» conclude JesiAmo.
Replica l’Amministrazione comunale specificando che «per 10 anni le Amministrazioni comunali sostenute da JesiAmo non hanno fatto assolutamente nulla per affrontare la questione del futuro dell’ex ospedale, ed ora che questa Amministrazione recupera quel tempo perduto, ecco l’attacco stucchevole, dimostrazione di una politica che rifiuta la visione e si nasconde dietro lo scandalo presunto. E come lo fa? Capovolgendo completamente i concetti basilari della pianificazione urbanistica che per legge sta in capo unicamente al Comune: un percorso partecipato, una successiva variante urbanistica e il conseguente piano di recupero attuativo. Qui invece si vuole ribaltare tutto: partire da un piano di recupero già fatto, tra l’altro da un privato mai consegnato in Comune, che dovrebbe essere oggetto di attuazione urbanistica (a questo punto decisa dal privato) e semmai coinvolgere la comunità a cose fatte. Siamo alla commedia dell’assurdo».
Rivolgendosi direttamente a Jesiamo, l’Amministrazione Fiordelmondo ricorda che «il governo del territorio non è in vendita. E il piano per l’ex ospedale non è un costo burocratico e neanche la partecipazione con la cittadinanza: è il nostro atto strategico per dare attuazione concreta al recupero di un’area fondamentale garantendo una visione d’insieme sostenibile e condivisa.Urbanistica e governo del territorio – con conseguenti opportunità immobiliari chiare e trasparenti – non sono in mano all’Amministrazione comunale per un caso, ma per precisa scelta del legislatore. Il compito primario di questo ente è disegnare la città. Chi non investe in piani di qualità, chi li bolla come spreco, condanna la città a una sola cosa: a subire le decisioni altrui. E i pessimi esempi in Italia non mancano.- conclude il comunicato del Comune di Jesi- Siamo proprietari al 12% di quell’area e rivendichiamo il diritto e il dovere di guidare l’intero processo per l’interesse collettivo. Chi non investe nel governo del territorio, chi non lo vuole, condanna questa città ad avere ancora a lungo un’area come quella dell’ex ospedale in stato di abbandono e forse, in un giorno non precisato, ad accettare i finanziamenti che arrivano per caso, cucendo addosso a Jesi le soluzioni altrui. E questo per noi è inaccettabile».
Ex ospedale: al via il piano di recupero e rigenerazione urbana
Nuovo parcheggio all’ex ospedale: 30 posti auto e prima ora gratis
Nuovo parcheggio all’ex ospedale: la prima ora è gratis per tutti
Casa di comunità ed ex ospedale, Lorenzo Fiordelmondo incontra Giovanni Stroppa
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati